Terapia cranio-sacrale: quando serve

Usata da osteopati e fisioterapisti, è utile soprattutto per risolvere problemi di schiena, mandibola e insonnia. Scopri come agisce



Sempre più diffusa negli studi di osteopati e fisioterapisti, la manipolazione cranio-sacrale riesce a risolvere, con tocchi ultrasoft, situazioni croniche di disagio e di dolore. Ecco i tre campi di applicazione in cui risulta più efficace.

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1 INSONNIA NEI BAMBINI: REGOLARIZZA LE PULSAZIONI NEL CRANIO

Notti insonni a cercare di calmare pianti disperati? È un problema molto diffuso tra i neo-genitori. L’atto della nascita, infatti, sottopone ogni bimbo a uno stress fisico e psicologico. Fisico, per il passaggio forzato attraverso il canale del parto, tra spinte e controspinte.

Psicologico, per il repentino distacco dall’ambiente materno, una “coccola” gigantesca nel tepore del liquido amniotico. È naturale quindi che il neonato, scombussolato dalla sua nuova vita, fatichi a trovare il ritmo sonno-veglia. Ma alcuni non “ingranano”
proprio.

«Sono quei bambini il cui ritmo cranio-sacrale, quella pulsazione impercettibile ma continua che caratterizza il liquor cefalo-rachidiano (il fluido situato all’interno della spina dorsale), mostra una frequenza superiore alla norma, che li rende nervosi e agitati», spiega Giovanna Cau, naturopata e massofisioterapista, diplomata in terapia cranio-sacrale a Cagliari e Milano.

«Per capire se è alterato, non servono esami medici. Basta porre le mani sulla testa del piccolo, mettendosi in ascolto di questa sottile pulsazione intracranica». Come riequilibrarla? Con delle pressioni manuali avvolgenti e leggerissime, uguali o inferiori ai 5 g.

Si eseguono con il bimbo supino o in braccio alla mamma, e le mani “a coppa” in modo da ricreare la rassicurante sensazione di contenimento percepita nell’utero materno.

«Le pressioni, eseguite in un ambiente tranquillo e nella penombra, vengono esercitate sulla regione occipitale, temporale e sulla sommità della testa in modo da drenare il liquor verso le meningi, le membrane che aderiscono al cranio e rivestono il sistema nervoso centrale.

Nei bambini che non dormono, infatti, si riscontra spesso un accumulo di questo liquido nella scatola cranica, specie nella zona sotto la nuca e il collo». In 5-6 sedute (che costano 60-70 € l’una) è possibile alleggerire le tensioni nervose e restituire al neonato il giusto ritmo del sonno e della veglia.

2 SCOLIOSI: DECONTRAE I MUSCOLI PARAVERTEBRALI IRRIGIDITI

È un dato statistico: la scoliosi, cioè la deviazione laterale della colonna (un fianco più alto dell’altro) che si manifesta nel delicato periodo preadolescienziale, è più frequente nei bambini che hanno sofferto da piccoli di disturbi gastro-intestinali. Inconsciamente, tendono a proteggere la parte dolente con posture difensive, dormendo tutti rannicchiati su un fianco o appoggiandosi più su una parte.

«Inoltre, viene spesso collegata alla “sindrome da abbandono” vissuta dai bimbi che sono stati precocemente affidati ad asili-nido o baby sitter e hanno patito il distacco dalla mamma che lavora», spiega Giovanna Cau.

«Durante il trattamento, le mani vengono imposte sia sulla regione occipitale, alla base del cranio, sia sulle vertebre lombari. E anche in questo caso vengono esercitate delle pressioni ritmiche e leggere, del peso di 5 g, in modo da riequilibrare il liquor. Ovvero il fluido cerebrospinale nascosto nel canale vertebrale e che, in caso di scoliosi, scorre in modo alterato».

Le pressioni manuali, inoltre, decontraggono i muscoli paravertebrali, irrigiditi in posture errate, e rimettono in asse le comunicazioni nervose tra cranio e regione sacrale. Al termine della seduta, che dura un’ora, si esegue la “centratura” della colonna vertebrale, con manovre delicate che hanno il fine di “liberare” il ragazzino o la ragazzina dalla sua corazza muscolare.

Così, viene spontaneamente indotto a correggere gli atteggiamenti scoliotici, sostituendoli con posture corrette. Processo che avviene nell’arco di 12-15 sedute settimanali.

3 BRUXISMO: SCIOGLIE L'ARTICOLAZIONE CONTRATTA

I cronici dolori al collo e alle spalle dipendono, spesso e volentieri, dal bruxismo, il digrignamento dei denti durante il sonno notturno (ma c’è anche chi digrigna di giorno, mentre lavora, suona o fa sport).

«Oltre a scaricare le tensioni nervose, il bruxismo ha un’altra funzione. Rappresenta, infatti, il tentativo inconsapevole di riequilibrare le alterazioni dell’Atm, l’articolazione temporo-mandibolare», spiega la nostra esperta.

«I disordini sono diversi: si può essere retrognati (mandibola retratta rispetto alla mascella) o, al contrario, prognati (quando slitta in avanti). Oppure si può avere una mandibola leggermente deviata a destra o a sinistra, con o senza problemi di malocclusione dentale.

Più frequenti di quanto si creda, sono dovuti al non perfetto combaciamento tra le due arcate, che mette in tensione i muscoli masticatori e del trapezio. Tutto questo si traduce in dolore, rigidità nucale e disagio anche a sbadigliare».

Come riequilibrare l’articolazione? Grazie alle tecniche di manipolazione cranio-sacrale che, drenando i depositi di liquor cefalorachidiano e rilassando i muscoli, si prefiggono la centratura di tutta la colonna e, di riflesso, dell’articolazione interessata.

«Oltre alle pressioni ritmiche sul cranio e sul sacro, si cerca di rimettere in squadra la mandibola dall’interno, con delle pressioni esercitate sugli ultimi molari dalle dita inserite nella bocca», conclude Cau. Sei sedute e il collo diventa più sciolto. E addio dolori!

I PRINCIPI-BASE

Ideata verso il 1920 da William Garner Sutherland, docente dell’American School of Ostheopaty e allievo diretto di Andrew Taylor Still (riconosciuto come fondatopre dell’osteopatia), la manipolazione cranio-sacrale ha delle basi scientifiche.

Osservando la disposizione delle ossa del cranio, Sutherland rilevò la presenza di una pulsazione al suo interno, una specie di oscillazione lenta e ritmica Chiamata “movimento respiratorio primario” (MPR).

Il “respiro” compiuto dal liquor cefalorachidiano permea tutto il sistema nervoso e, secondo il suo ideatore, si manifesta ancora prima della respirazione polmonare o del battito cardiaco. Da qui, Sutherland elaborò un sistema terapeutico basato su manipolazioni ritmiche, partendo dal fatto che il cranio non è una struttura rigida ma ha una grande plasticità.

Lo scopo? Ristabilire il corretto movimento respiratorio primario, alterato da un’infinità di situazioni negative, fisiche ed emozionali. 

Articolo pubblicato sul n.4 di Starbene in edicola dal 10/01/2017

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