di Cinzia Testa
Un esame appena arrivato in Italia permette la diagnosi di clamidia in quattro ore contro la settimana richiesta dal test tradizionale. Una bella novità. Perché così è possibile iniziare subito la cura e abbattere il rischio di infertilità, la maggiore insidia legata a questa malattia. Secondo i dati dell’Istituto superiore della sanità, la difficoltà a concepire riguarda il 10-40% delle donne che ne hanno sofferto senza saperlo. «Bisogna diffondere le regole di prevenzione », raccomanda Giovanni Menaldo, direttore dell’unità operativa di ginecologia e fecondazione assistita all’Istituto clinico san Carlo di Torino.
«La clamidia è provocata da un batterio che si trasmette unicamente attraverso rapporti sessuali non protetti con un partner che ha la malattia senza saperlo. È pericolosa perché può danneggiare le salpingi, cioè i “canalini” che per primi accolgono l’ovulo al momento dell’ovulazione». Sì allora al profilattico. Avendo cura di indossarlo sin dai preliminari, dato che la clamidia si può prendere anche attraverso il contatto di qualche goccia di sperma con le mucose genitali e anali.
La diagnosi
Il nuovo esame è un test di diagnostica molecolare che si esegue su un campione di urina. Individua le tracce di dna della malattia, presenti fin dai primi giorni dell’infezione. È a carico del Servizio sanitario nazionale ed è disponibile nei principali laboratori ospedalieri. «La diagnosi tempestiva è possibile solo se la donna sta all’erta», avverte l’esperto.
Attenzione allora a non sottovalutare, nelle tre settimane successive al rapporto a rischio, perdite di colore bianco-giallastro, oppure una sensazione di irritazione e prurito alle parti intime perché potrebbero essere i segnali di clamidia. Gli stessi disturbi possono riguardare anche l’uomo. Va detto però che l’infezione è più diffusa nel sesso femminile: riguarda, più o meno, un uomo ogni cinque donne.
La cura
La più recente si chiama sequenziale: consiste nell’alternanza di due antibiotici a cicli di cinque, sei giorni ciascuno. I farmaci vanno assunti mattino e sera, per circa 20 giorni. «Questo schema terapeutico viene adottato per evitare che il batterio sviluppi una forma di resistenza all’antibiotico», spiega il professor Menaldo. «Cosa che renderebbe difficile debellarlo».
Le strategie anti-irritazione
La clamidia abbassa le difese locali e rende la zona intima più soggetta a infiammazioni e bruciori. Ecco le regole da seguire.
1 Utilizza un detergente intimo con un pH 4-5 (leggermente acido).
2 Per decongestionare le zone intime aggiungi all’acqua tiepida del bidet due cucchiai di mucillagine di malva.
3 In caso di irritazione, utilizza ovuli omeopatici alla calendula, uno ogni sera.
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Articolo pubblicato sul n.52 di Starbene in edicola dal 15/12/2015