a cura della redazione
Una buona parte dell’opinione pubblica è convinta che il terribile incidente nucleare del 1986 in Ucraina abbia effetti nocivi ancora oggi, in particolare sulla tiroide.
«Ma non è così: è dimostrato che il disastro di Chernobyl provocò un aumento del rischio di cancro della tiroide solo nelle zone limitrofe all’incidente (oltre all’Ucraina, anche Russia e Bielorussia), nei ragazzi sotto i 18 anni di età che erano stati esposti alle radiazioni. Inoltre, l’incremento del pericolo di neoplasie si è verificato soltanto nei primi 5 anni dall’esplosione, per poi diminuire», dice il professor Vincenzo Toscano, presidente dell’Associazione medici endocrinologi (Ame).
Perché è aumentato il numero delle diagnosi di malattie della tiroide
Se gli italiani hanno la sensazione che le malattie della tiroide (dalle tiroiditi ai tumori) siano aumentate, è perché oggi è molto più diffusa e utilizzata di un tempo l’ecografia, spesso eseguita anche da medici non radiologi.
«E così, a fronte di un tasso di mortalità per tumore tiroideo rimasto stabile, è enormemente aumentato il numero delle diagnosi di noduli. Ma un eccessivo ricorso a questo esame, prescritto anche senza specifica indicazione o magari solo per assecondare le richieste dei pazienti ansiosi, ha provocato un’ingiustificata medicalizzazione», dice l'esperto.
Occorre sempre ricordare che troppi esami (o troppo pochi) non fanno bene né alla tiroide, né alle tasche dei cittadini che, attraverso le tasse, sostengono il Servizio sanitario nazionale.
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Articolo pubblicato sul n. 22 di Starbene in edicola dal 16/05/2017