Hai mai sentito parlare della malattia delle vetrine? A dispetto del nome, questa patologia non riguarda chi, come Becky Bloomwood della saga “I love shopping”, non riesce a tenere sotto controllo le proprie finanze e acquista in maniera compulsiva. Si tratta, piuttosto, di una problematica che insorge camminando, quando compare un dolore così intenso alle gambe da imporre più di una sosta, con la scusa di ammirare le vetrine, prima di poter riprendere a passeggiare.
«In gergo medico si parla di arteriopatia obliterante periferica, nota anche come Pad, dall’inglese Peripheral artery disease: solo in Italia, colpisce il 10% delle persone con età superiore ai 40 anni, con un incremento importante dopo i 65 anni, fino a raggiungere il 20% di incidenza fra gli over 80», spiega Giuseppe Musumeci, direttore della Cardiologia presso l’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino.
Tutto inizia zoppicando
Camminando, infatti, richiediamo una prestazione elevata ai muscoli scheletrici delle gambe, quelli che, come suggerisce il nome, sono collegati alle ossa e consentono il movimento.
«Se un’arteria di quel distretto si restringe, il maggiore fabbisogno di ossigeno imposto dall’attività fisica non può essere soddisfatto, per cui la muscolatura diventa dolente», sottolinea il dottor Musumeci. È l’equivalente di quanto accade a livello cardiaco nell’angina pectoris: se le coronarie si ostruiscono, il cuore non riceve un adeguato apporto di sangue ossigenato, soprattutto nelle condizioni in cui ne occorrono maggiori quantità (per esempio durante l’esercizio fisico oppure in caso di stress emotivo), quando il muscolo cardiaco deve contrarsi più rapidamente. Così compare il tipico dolore al petto.
«Allo stesso modo, nel caso della malattia delle vetrine, chi ne soffre manifesta la cosiddetta claudicatio intermittens, tradotto “zoppicamento discontinuo”, che obbliga a fermarsi spesso, talvolta dopo pochi metri di camminata, a causa di un dolore crampiforme che solitamente esordisce dal polpaccio e poi prosegue, salendo, lungo tutta la gamba. Più grave è la malattia, meno sono i passi che il paziente può fare senza avvertire disagio», dice l’esperto.
«La caratteristica peculiare della Pad è che il dolore sparisce con il riposo, quando ci si ferma, per poi ricominciare al riprendere della marcia. Da qui, l’appellativo di discontinuo. Se compare questo sintomo, bisogna consultare il chirurgo vascolare, lo specialista che fa la diagnosi e cura la Pad».
Circolazione e muscoli sotto stress
Alla base dell’arteriopatia obliterante periferica c’è l’aterosclerosi, una patologia infiammatoria cronica, progressiva e completamente asintomatica nelle prime fasi: poco per volta, i depositi di colesterolo iniziano a “sporgere” all’interno dei vasi sanguigni e ne riducono il calibro, ostacolando il deflusso del sangue e arrivando talvolta a ostruirne totalmente il passaggio. Questo processo può iniziare sin dalle prime decadi di vita con una genesi multifattoriale, e tra i fattori di rischio figurano l’ipercolesterolemia, il diabete, l’ipertensione e il fumo di sigaretta.
In particolare, nella malattia delle vetrine, le arterie interessate dal problema sono quelle iliache (situate nella regione pelvica), femorali (nella coscia) e poplitee (dietro il ginocchio), che vengono private di un’adeguata ossigenazione. Di conseguenza i muscoli entrano in sofferenza e producono in breve tempo una quantità elevata di acido lattico che, a sua volta, genera dolore.
Perché è importante curare il problema? «Non soltanto perché crea difficoltà negli spostamenti quotidiani», precisa Musumeci. «Se non diagnosticata in tempo, la Pad si associa a un aumentato rischio cardiovascolare globale e, quindi, di ictus e infarto miocardico. Un suo progressivo aggravamento può portare persino alla necrosi dell’arto».
La nuova alleanza salva-gambe
In Piemonte, è stato ideato un nuovo approccio di cura multidisciplinare: il percorso è nato grazie alla cooperazione tra i chirurghi vascolari, guidati dal dottor Andrea Gaggiano, e i cardiologi, rappresentati dal professor Giuseppe Patti, dal dottor Giuseppe Musumeci e dal dottor Ferdinando Varbella che, coinvolgendo le due comunità di specialisti, hanno messo a punto un protocollo terapeutico dove la chirurgia tradizionale e trans-catetere viene abbinata a farmaci antitrombotici e ipolipemizzanti.
«Il trattamento della Pad viene portato avanti dai chirurghi vascolari tramite l’angioplastica, effettuata con una sottile sonda arteriosa capace di percorrere l’arteria da curare, espandere la parte ostruita (stenotica) e ripristinare il regolare flusso ematico, oppure tramite tecniche chirurgiche di bypass. Il nuovo protocollo prevede la collaborazione dei cardiologi sul versante della terapia medica, che sfrutta statine, anticorpi monoclonali e anticoagulanti a basso dosaggio», spiega il dottor Musumeci.
E sono possibili anche teleconsulti fra chirurghi vascolari e cardiologi, in modo da definire insieme il trattamento migliore e sfruttare farmaci che talvolta (come nel caso degli anticorpi monoclonali) solamente i cardiologi possono prescrivere. «Questo approccio combinato ha dimostrato di ridurre sia gli eventi vascolari periferici (cioè il paziente può migliorare ed evita complicanze a carico degli arti inferiori), sia gli eventi cardiovascolari, quindi l’infarto e l’ictus», conclude il dottor Giuseppe Musumeci.
Malattia delle vetriene, occhio ai sintomi
• Avverti crampi ai polpacci e devi fermarti.
• Non riesci a percorrere lunghi tragitti senza sentire fastidio.
• Le tue gambe si stancano facilmente, ma migliorano con il riposo.
• Le ferite sulle gambe guariscono con maggiore difficoltà.
Come si previene l'arteriopatia obliterante periferica
• Devi smettere di fumare al più presto.
• Adotta la dieta mediterranea, varia e completa.
• Controlla regolarmente i livelli di colesterolo nel sangue.
• Modera il consumo di grassi saturi e di zuccheri.
• Evita troppi condimenti e cibi elaborati, ricchi di grassi.
• Svolgi una regolare attività fisica, meglio se quotidiana.
• Tieni sotto controllo il peso corporeo, prevenendo sovrappeso e obesità.
• Monitora la pressione arteriosa: se è spesso alta fai una visita cardiologica.
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