«Lo studio Gutenberg, condotto in Germania su oltre 10mila persone fra i 40 e gli 80 anni, ha dimostrato come i pazienti che hanno la malattia venosa cronica, in modo particolare negli stadi più avanzati (che causa cioè edema, cambiamenti della pelle, ulcere venose guarite o presenti), riportino più malattie cardiovascolari come ictus, infarti, scompensi cardiaci, fibrillazione atriale, trombosi venose profonde o embolie polmonari. Un’incidenza indipendente da fattori di rischio come età, obesità e ipertensione», spiega il professor Alberto Froio, professore associato di Chirurgia Vascolare all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Fondazione IRCSS - San Gerardo dei Tintori a Monza.
«Ma soprattutto, che le persone con una malattia venosa cronica nelle sue forme più severe, a causa di questi problemi cardiovascolari muoiono di più. Un dato che non era mai stato dimostrato in maniera così incontrovertibile. Questo dà un’importanza diversa a una patologia che oggi è considerata a cavallo fra il benigno e l’estetica».
Ecco allora le strategie di prevenzione della malattia venosa cronica o insufficienza venosa cronica.
Scegli il tacco giusto
Occhio alle calzature: «Un tacco alto 3-4 cm è la scelta migliore per favorire il deflusso del sangue», spiega il professor Froio. «La zona del piede compresa fra ossa e fascia plantare, come una spugna, si riempie di sangue che durante il cammino viene “spremuta”. Ma perché quest’azione sia ottimale occorre che il piede abbia un’inclinazione di 20-30 gradi, che corrisponde all’altezza del tacco suggerito».
Sì alle calze elastiche
«Quando durante la giornata si è costretti a rimanere in piedi per molte ore, ancora peggio in un ambiente caldo (come capita ai parrucchieri oppure a chi lavora in cucina), e in famiglia si sono già verificati casi di vene varicose, è consigliabile indossare a scopo preventivo un paio di calze elastiche da 18 mmHg (millimetri di mercurio)», suggerisce il professor Alberto Froio.
Ma attenzione all’unità di misura: «È fondamentale sottolineare come “i denari” non indichino una calza professionale. Indossare un modello con un alto numero di questa compressione esercita una pressione non graduata che fa da laccio emostatico al ginocchio e alla caviglia. Questo rende difficile indossarlo per più di due ore. Quindi, occorre rivolgersi a un negozio di prodotti sanitari e dedicare particolare attenzione alla vestibilità delle calze da scegliere, che cambia a seconda delle marche. Io consiglio di iniziare individuandone un paio, utilizzarle, valutare se ci si trova bene e, in caso contrario, cambiarle».
La gym per prevenire la malattia venosa cronica
Spingi e allunga. Distenditi a pancia in su di fronte a una parete, braccia piegate, gomiti aperti e mani dietro la nuca. Solleva le gambe, flettile leggermente e appoggia le piante dei piedi al muro, più in alto rispetto alle ginocchia. Quindi, spingi il piede destro contro la parete e poi flettilo verso di te. Ritorna nella posizione di partenza e ripeti con il sinistro.
Esegui 3 serie da 20 ripetizioni, con uno stop di 30 secondi tra i set.
Descrivi un semicerchio. Sdraiati sulla schiena su un tappetino, con le braccia rilassate lungo i fianchi e le gambe distese. Piega il ginocchio destro e portalo al petto. Ora, distendi la gamba verso l’alto e, mantenendola tesa, abbassala verso terra, descrivendo un semicerchio. Quindi, ripeti il movimento con la sinistra.
Fai 2 serie da 2 minuti (una in senso orario e l’altra antiorario), intervallate da una pausa di mezzo minuto.
Attenzione alla postura
«Una correzione della postura è importante quanto l’uso delle calze elastiche, perché le alterazioni posturali determinano uno squilibrio del deflusso venoso fra la gamba destra e quella sinistra», spiega il professor Alberto Froio.
«Chi ha più di 50 anni e presenta una dismetria, dovrebbe rivolgersi a un centro ortopedico, in modo da valutare l’appoggio plantare, la presenza di un’alterazione del ginocchio o della caviglia, un’artrosi dell’anca o della regione lombare».
Largo allo sport
Un altro aspetto importante nell’ambito della prevenzione è la pratica dell’attività fisica, in grado di aiutare il deflusso venoso, come per esempio camminata, corsa, bicicletta e nuoto: «Da eseguire in maniera costante durante la settimana, per almeno due volte», consiglia il professor Alberto Froio. «Per chi sceglie di camminare suggerisco una passeggiata quotidiana di un’ora, sufficiente per far defluire i liquidi accumulati quando si passa molto tempo in piedi».
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