di Valentino Maimone
Sono 7 le persone ricoverate per encefalite da zecche nella sola provincia di Belluno, nelle ultime settimane. Occorre preoccuparsi? «Per fortuna l’Italia non è un Paese in cui questi parassiti rappresentano un problema serio e diffuso, come invece accade nelle vicine Austria e Slovenia. Anche se ciò non significa che dobbiamo sottovalutarne i rischi», tranquillizza il dottor Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
POCHI EPISODI - Come spiega lo studio più recente sull’incidenza delle infezioni da zecca in Italia, condotto dal nostro esperto, in 14 anni si sono registrati 367 casi: «In media, 26 episodi l’anno che non costituiscono certo un motivo di allarme. Ed è bassa anche la mortalità, causata soprattutto dall’encefalite che può derivare dalla puntura del parassita». Le zone più a rischio? «Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. In particolare, la provincia di Belluno rappresenta l’habitat ideale di questi parassiti, che prediligono le zone di media altitudine».
BISOGNA PUNTARE SULLA PREVENZIONE - Di solito le zecche colpiscono tra aprile e ottobre, ma il picco delle segnalazioni si verifica a luglio: «Visto che nella metà dei casi non ci si accorge di essere stati morsi, perché nella sua saliva c’è una sostanza che ha effetti anestetici, la difesa migliore è la prevenzione», consiglia l’esperto.
Anzitutto, scegli abiti chiari, che ne rendono più facile l’individuazione. Inoltre, indossa sempre pantaloni lunghi, usa scarponcini o stivali, non dimenticare un cappello da tenere anche se ti sdrai sull’erba.
Non addentrarti in zone con arbusti o erba alta, evita la vegetazione lungo i sentieri e cerca di non toccare le piante. Poi, una volta a casa, prima di fare la doccia, controlla con cura gli abiti e le zone del corpo dove le zecche si annidano più facilmente come testa, collo, incavo delle ginocchia, fianchi.
IL VACCINO: SOLO PER ALCUNE CATEGORIE - Contro l’encefalite da zecche è disponibile anche un vaccino (a carico del Servizio sanitario nazionale, in tutto o in parte, a seconda delle regioni): «Ma viene somministrato alle categorie più a rischio perché più spesso a contatto con la natura, come i giardinieri o i forestali», conclude Rezza.
QUANDO ATTACCA, EVITA IL FAI DA TE
Se non la scovi subito (è grande pochi millimetri, ricorda un seme di anguria, ma di colore marrone), la zecca può restare attaccata al corpo fino a 7 giorni, prima di lasciarsi cadere da sola. «Nel frattempo può trasmettere batteri capaci di causare infezioni molto serie come l’encefalite e la Malattia di Lyme», sottolinea il dottor Mariano Marmo, specialista in rianimazione e allergologia clinica, a Napoli.
«Se la noti, non devi strapparla via con le mani, perché la testa resterebbe conficcata sotto la pelle, scatenando subito l’infezione. Visto che estrarla senza fare danni è molto complicato, è consigliabile andare al pronto soccorso o al più vicino centro medico, dove hanno tutti gli strumenti per estrarre la zecca senza rischi».
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Articolo pubblicato sul n.31 di Starbene in edicola dal 19/07/2016