Per lui anche il più banale mal di denti è una tortura atroce. Noi donne, invece, in genere sappiamo “soffrire”. Forse troppo. «Effettivamente il cervello femminile è molto più portato di quello maschile alla gestione del dolore, e lo sopporta più facilmente», conferma Rosanna Cerbo, neurologa e psichiatra, referente del Centro di medicina del dolore del Policlinico universitario Umberto I di Roma.
Come dire: lo gestiamo meglio, forse perché ci siamo abituate. Ma perché uomini e donne sono costruiti per soffrire? «Il dolore è un prezioso meccanismo di difesa: ci avverte che qualcosa non va, così possiamo intervenire», spiega l’esperta. «Su tutto il corpo si trovano gli algorecettori, strutture che raccolgono gli stimoli che producono dolore, li trasformano in impulsi nervosi e li inviano, lungo i nervi, al midollo spinale, per arrivare alla corteccia parietale del cervello dove nasce la sensazione di disagio che avvertiamo».
Un campanello d’allarme utile, che dovrebbe portare a indagare sulle cause del problema e non semplicemente a spegnerlo a suon di pillole: secondo una recente indagine condotta da Assosalute, il 54% degli italiani ricorre ai farmaci di automedicazione almeno una volta al mese, mentre il 46% ne tiene in casa una scorta da utilizzare al bisogno. In prevalenza medicinali per combattere il dolore (soprattutto mal di testa, schiena e denti). I più efficaci sono gli antinfiammatori, che comprendono il paracetamolo e i FANS, gli antinfiammatori non steroidei: spengono il dolore agendo sulle sostanze (in particolare le prostaglandine) coinvolte nel fenomeno dell’infiammazione, reazione che l’organismo mette in atto localmente quando un danno lo colpisce.
Ma l’abuso è in agguato, e può produrre effetti collaterali non lievi, per esempio a livello gastrointestinale. Anche per questo motivo l’automedicazione deve essere responsabile. «Inoltre, l’assunzione “fai da te” di antinfiammatori per lunghi periodi può condurre alla cronicizzazione del dolore stesso, soprattutto quello da cefalea», ricorda la dottoressa Cerbo.
Allora, come gestire al meglio i 6 dolori più diffusi? Ecco la nostra guida “no-dol” (anche dolce).
Mal di schiena: come curarlo con pochi farmaci
Posture scorrette e movimenti bruschi possono determinare dolori alla schiena: la cervicalgia (colpisce il collo, le spalle, la nuca) e la lombalgia, che interessa la parte bassa del dorso e si irradia lungo la gamba.
«Se il dolore è conseguente a un trauma, è bene fare subito dei controlli per escludere eventuali danni. Altrimenti, probabilmente, deriva da una contrattura muscolare che si può alleviare con il paracetamolo prima per poi, eventualmente, passare a un FANS», spiega Ovidio Brignoli, presidente della Fondazione SIMG (Soc. it. di Medicina Generale). «In questo caso l’automedicazione può arrivare a 72 ore, perché le contratture muscolari passano lentamente».
Puoi trovare sollievo anche grazie all’omeopatia: «Contro il dolore cervicale, evidente quando si muove la testa in avanti e che si irradia a nuca, spalle e collo, 5 granuli alla 9 CH di Radium bromatum, ogni ora, fino al miglioramento dei sintomi», consiglia il dottor Alessandro Targhetta, medico omeopata e fitoterapeuta. «Contro la lombosciatalgia, allo stesso dosaggio, Kalium carbonicum».
Mal di testa: i farmaci giusti
È il dolore più diffuso al mondo e comprende forme molto differenti tra loro: dall’emicrania, caratterizzata da attacchi di dolore intenso e unilaterale, alla cefalea tensiva, con dolore bilaterale, non pulsante. «Si può intervenire con farmaci da banco contenenti paracetamolo, secondo il dosaggio e le modalità indicate nel foglietto illustrativo», spiega il dottor Brignoli.
«Da assumere alla comparsa dei primi sintomi. Se si aspetta, poi diventa difficile calmare il dolore. Oppure si può scegliere un FANS da banco (come l’ibuprofene), da usare non oltre le 48 ore: se non passa bisogna rivolgersi al medico (per esempio nel caso di episodi frequenti). Da aggiungere riposo, buio e silenzio, un valido “aiuto naturale” per tutti».
Puoi provare anche con la fitoterapia: «Consiglio capsule di Tanacetum parthenium, un fitoterapico da assumere per 2-3 mesi a scopo preventivo contro l’emicrania, oppure, in fase acuta, 2 capsule 3 volte al giorno di Salix alba, “l’aspirina naturale” che non dà problemi allo stomaco», suggerisce il dottor Targhetta.
Mal di pancia: le soluzioni giuste
Stress, ansia, un’alimentazione sregolata ed ecco che compaiono i crampi, il mal di pancia che dipende da una contrattura della muscolatura intestinale: il dolore raggiunge l’apice in pochi minuti, si calma e poi torna a farsi sentire.
«In assenza di altri sintomi, si può combattere con un farmaco antispastico, che agisce distendendo la muscolatura contratta. Ma solo per 1-2 giorni», consiglia Vincenzo Savarino, docente di gastroenterologia all’Università di Genova. «Se il fenomeno è ricorrente, potrebbe trattarsi di colon irritabile: ai dolori crampiformi, allora, si aggiungono anche stitichezza, spesso alternata a crisi di dissenteria (che nella donna coincidono di frequente con il ciclo), digestione lenta e difficile» avverte Stefania Piloni ginecologa. Un aiuto può arrivare anche dall’omeopatia.
«Prova la tintura madre di Camomilla: 30-40 gocce, 3 volte al giorno, con effetto ansiolitico e antispastico», conclude Piloni.
Quando i crampi durano più di 2-3 giorni rivolgiti subito al medico per escludere eventuali problemi ginecologici (come una cisti ovarica) o un’infezione.
Mal di denti: come curarlo con pochi farmaci
A volte è un dolore pulsante, con senso di calore e di gonfiore. Altre volte è molto forte e si irradia a buona parte della bocca. In ogni caso il mal di denti è la spia di un problema che non può essere rimandato troppo.
«In attesa del dentista, meglio ricorrere subito a un FANS, che agisce anche sull’infiammazione presente in questi casi. La cura si può protrarre per 48 ore» spiega Brignoli.
Anche le terapie dolci ti danno sollievo: «Per il dolore pulsante acuto, associato a infiammazione, consiglio 5 granuli, anche ogni mezz’ora, da prendere subito e fino a quando il sintomo non passa, di Belladonna alla 9 CH», suggerisce Targhetta. «Se invece è nevralgico, allo stesso dosaggio assumere Hypericum 9 CH».
Dolori mestruali
Crampi al basso ventre, fitte che talvolta si irradiano alla schiena e alle gambe: è la dismenorrea, un disturbo che accompagna (intensamente nei primi 2-3 giorni) e talvolta precede il ciclo mestruale. «Il dolore dipende dal rilascio di prostaglandine nel sangue che fanno contrarre l’utero, con un azione vasocostrittrice che diminuisce l’apporto di sangue a questo organo», spiega la ginecologa. «Possono essere utili gli antinfiammatori, in grado di bloccare proprio la sintesi delle prostaglandine. Come ibuprofene, ketoprofene e naprossene, da assumere secondo istruzioni».
Se però il problema è persistente e il sintomo molto forte, e compare dopo anni di cicli indolori, è meglio ricorrere subito al ginecologo, per escludere la presenza di altri disturbi (come cisti ovariche, endometriosi, infezioni), e per valutare la possibilità del ricorso alla pillola anticoncezionale, che diminuisce la quantità e la lunghezza del ciclo.
In alternativa ci sono queste soluzioni naturali: «Si può provare con la gemmoterapia: 30 gocce tre volte al giorno, prima e lontano dai pasti, di germogli di lampone in macerato glicerico, che agiscono come rilassanti sulla muscolatura dell’utero», consiglia Piloni. «Oppure una compressa di magnesio puro al mattino, a partire da una settimana prima del ciclo mestruale fino all’ultimo giorno».
Dolori articolari: come gestirli senza troppi medicinali
Un superallenamento in palestra, qualche sforzo a cui non sei abituata oppure, anche inconsapevolmente, una posizione sbagliata del corpo protratta nel tempo ed ecco che il giorno dopo si presenta il conto: indolenzimento generale e articolazioni che si fanno “sentire” quando ti muovi.
«Si tratta di dolori da sovraccarico funzionale, che tendono a risolversi spontaneamente. Se l’articolazione duole al movimento, si può assumere per 2-3 giorni un FANS, anche in pomata, come diclofenac o ibuprofene» spiega Marco Guelfi, specialista in Ortopedia e Medicina dello Sport.
Per chi preferisce le terapie alternative: «Contro i dolori articolari diffusi, suggerisco il fitoterapico Harpagophytum procumbens in tintura madre, noto anche come Artiglio del diavolo: contro il sintomo acuto 50 gocce 2 volte al giorno o in pomata da applicare sulle zone dolenti» consiglia Targhetta. «Mentre contro il dolore associato a rigidità articolare, prova 5 granuli alla 9 CH di Rhus toxicodendrum ogni ora fino al miglioramento del dolore».
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