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Emicrania con aura: che cos’è, i sintomi e che cosa fare

Se l’emicrania è preceduta da bagliori luminosi (aura), nausea e vomito richiede qualche attenzione in più. Ecco cosa fare

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Esiste un tipo di emicrania che ha una netta predilezione per il gentil sesso: è quella con laura. Colpisce le donne 4 volte più degli uomini, soprattutto tra i 15 e i 40 anni. Chi ne soffre, oltre a fare i conti con una crisi di mal di testa, va incontro a una serie di sintomi premonitori che anticipano l’attacco.

«L’aura, nell’80% dei casi, si manifesta con zig zag luminosi che compaiono davanti agli occhi e che si allargano sempre di più nel campo visivo, o con la sensazione di vedere ciò che si ha davanti in una sorta di cannocchiale che restringe l’immagine, oscurando parte dell’occhio», spiega Fabio Antonaci, docente di neurologia all’Università di Pavia.

«Questi disturbi possono essere accompagnati, da un solo lato del corpo, anche da alterazioni della sensibilità (punture di spilli o formicolii a livello della bocca, delle dita e della lingua) o del linguaggio: non si riesce ad articolare una parola o se ne pronuncia una diversa da quella pensata.

L’aura dura al massimo un’ora e, quando cessa, in genere scatta la crisi di mal di testa (c’è una piccola percentuale di casi in cui non si manifesta). L’attacco è caratterizzato da un dolore pulsante che, nel 50% dei casi, aggredisce metà del capo, e la cui intensità di solito è inferiore a quella di una “normale” emicrania».


È una specie di scossa elettrica

«L’aura è innescata da un’ipereccitabilità dei neuroni e dall’incapacità dei mitocondri (le loro centrali energetiche) di garantire “il carburante” necessario per assicurare il loro buon funzionamento.

Questo genera una sorta di scossa che si propaga come un’onda ai centri cerebrali che controllano vista, sensibilità e linguaggio, mandandoli in tilt», spiega Giovanni Battista Allais, responsabile del Centro cefalee della donna dell’Ospedale Sant’Anna di Torino.

«Al cervello arriva successivamente una maggior quantità di sangue: ma anziché dargli lo sprint, innesca (come capita anche nell’emicrania senz’aura) una cascata di mediatori biochimici “tossici” responsabili oltre che del dolore alla testa, di nausea, crisi di vomito, insofferenza alla luce e ai rumori. Tutti sintomi che possono durare fino a 72 ore».


Il dolore si combatte con i farmaci

«Le cure per stroncare la crisi non mancano, anche se agiscono solo sul dolore e non sui disturbi dell’aura: antinfiammatori (come il paracetamolo o l’acido acetilsalicilico) o, se la crisi è molto intensa, i più potenti triptani, che vanno prescritti dal medico», suggerisce il professor Antonaci.

«Attenzione però: gli antiinfiammatori vanno presi non appena si manifestano i primi sintomi visivi, mentre i triptani vanno assunti solo all’inizio della fase dolorosa perché, se somministrati durante l’aura, ne possono peggiorare i sintomi e non agiscono sul successivo dolore», mette in guardia il dottor Allais.


Per l'aura ci sono gli integratori

«Per ridurre i sintomi dell’aura sono invece efficaci alcuni integratori specifici a base di ginkgolide B, vitamina B12, coenzima Q10 e magnesio», spiega il dottor Allais.

«Oppure si può ricorrere a quelli a base di partenio, triptofano e magnesio»», aggiunge il professor Fabio Antonaci.


Prevenire le crisi è importante

«Se gli attacchi sono due o più al mese, è utile rivolgersi a un Centro per la diagnosi e le cure delle cefalee ed effettuare una profilassi per prevenirli, utilizzando farmaci specifici (calcioantagonisti o un antiepilettico a base di lamotrigina)», suggerisce Antonaci.

«Ridurre gli attacchi è fondamentale sia per evitare le crisi più dolorose, sia per salvaguardare la salute del cervello. Una revisione sistematica di numerosi studi in materia, effettuata da ricercatori dell’Università di Copenhagen e pubblicata su Neurology, ha dimostrato che i frequenti attacchi di emicrania con aura aumentano le probabilità di sviluppare lesioni cerebrali e modificazioni di volume del cervello. Un rischio che si può evitare proprio con la profilassi.

La prevenzione degli attacchi non azzera invece un ulteriore pericolo associato alle crisi di aura (indipendentemente dal fatto che  siano seguite o meno dal mal di testa): è quello tromboembolico, responsabiledi eventi cerebrovascolari come l’ictus, oppure l’infarto emicranico, che sono più frequenti in chi soffre di questo tipo di mal di testa».


Conviene fare dei controlli in più

«L’emicrania con aura, perciò, è una sorta di campanello d’allarme da non sottovalutare», avverte il professor Antonaci.

«Grazie ad alcuni esami del sangue (omocisteina, fibrinogeno, antitrombina III, proteina c coagulativa e proteina s) può valutare l’entità del rischio tromboembolico personale e suggerire cure e giuste abitudini di vita per ridurlo: eliminazione delle sigarette, antipertensivi se la pressione arteriosa è alta, assunzione di acido folico in grado di ridurre i valori dell’omocisteina, pericoloso killer delle arterie che, anche se meno conosciuto, è temibile al pari del più noto colesterolo».

«No anche alla pillola anticoncezionale tradizionale a base di estrogeni e progestinico: aumenta ulteriormente di 6-8 volte il rischio che si possa incorrere in un ictus o in una trombosi», aggiunge Allais.

«Nessun divieto assoluto, invece, per la terapia ormonale sostituiva, ma è consigliabile parlarne con il proprio ginecologo che deciderà in base al rischio tromboembolico individuale».



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Articolo pubblicato sul n. 51 di Starbene in edicola dal 5/12/2017

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