Mangiare male favorisce il mal di testa. Se si è già predisposti all’emicrania gli eccessi a tavola o i periodi di digiuno prolungato possono peggiorare la situazione. Perché ricorrere ai farmaci, quando possiamo aiutarci correggendo l’alimentazione? La risposta arriva dalla dieta chetogenica. Ne è convinto il dottor Francesco Francini Pesenti (nella foto sotto), responsabile dell’Unità Operativa di Nutrizione Artificiale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, autore del volume La dieta anticefalea (Santelli editore, 2023), in cui spiega come nutrirsi bene per alleviare i sintomi. Lo abbiamo intervistato.
Quali sono gli alimenti sotto accusa?
Gli alimenti più frequentemente responsabili di innescare un attacco acuto di emicrania e per questo detti ‘trigger’ (cioè ‘grilletto’) sono i cibi fermentati come alcuni formaggi, il pesce azzurro, il cacao, il caffè e gli alimenti ricchi di nitrati. Anche gli alcolici sono causa frequente di cefalea ed emicrania. In particolare il vino rosso, perché ricco di polifenoli, alcuni dei quali con attività vasodilatatrice e quello bianco invece per il suo più elevato contenuto in solfiti.
Accade a tutti o solo ad alcuni soggetti già predisposti?
Gli alimenti trigger causano crisi solo nei soggetti emicranici che sono sensibili alla loro azione. I meccanismi in gioco sono molteplici. Il principale è la vasodilatazione, ma ci possono essere anche interferenze con i meccanismi che regolano dolore e infiammazione a livello del sistema nervoso centrale. È scientificamente provato che la dieta può alleviare la cefalea eliminando i cibi e i comportamenti alimentari che, di volta in volta, si individuano come possibile causa delle crisi di emicrania. Nei soggetti obesi anche il dimagrimento può migliorarla.
Quali alimenti dobbiamo preferire e cosa invece evitare?
Chi soffre di emicrania dovrà astenersi dai cibi che su di sé hanno un effetto trigger ed evitare lunghi periodi di digiuno e pasti eccessivi. Non vi sono invece alimenti con funzione preventiva o curativa degli attacchi acuti. Caffè e caffeina, che per taluni possono rappresentare dei trigger, ad altri portano sollievo. La caffeina, inoltre, è l’ingrediente di alcuni farmaci impiegati contro gli attacchi acuti di emicrania. Seguendo queste indicazioni il mal di testa non scompare, ma si attenua e si riduce di frequenza.
La dieta chetogenica anti-cefalea è consigliata a tutti?
È una dieta molto efficace nella cura dell’emicrania. Nell’Unità operativa di nutrizione artificiale dell'Azienda ospedaliera di Padova si usa da alcuni anni. Con essa abbiamo trattato numerosi pazienti. Chi riesce a seguirla ne ricava notevoli benefici, a volte fino quasi alla scomparsa della sintomatologia e alla sospensione dei farmaci. Questa dieta ha davvero poche e rare controindicazioni, però richiede la rinuncia ai cibi ricchi di carboidrati e perciò per alcuni è difficile da seguire.
Può dar luogo ad alcuni effetti collaterali che di solito sono di facile gestione, ma il suo impiego deve essere fatto sotto il controllo di un medico esperto in questo tipo di trattamento. Solo la dieta chetogenica può arrivare a sostituire, in alcuni casi, il trattamento farmacologico e, quasi sempre, a ridurlo. Gli altri approcci dietetici sono meno efficaci, a volte però possono contribuire ad attenuare la sintomatologia.
Il digiuno intermittente può invece favorire il mal di testa?
Il digiuno intermittente può favorire gli attacchi di emicrania ma, come tutti i provvedimenti dietetici che comportano calo di peso, può essere d’aiuto negli emicranici obesi, anche se non quanto la dieta chetogenica.
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