I campanelli d’allarme
«Attenzione invece se, nonostante gli stimoli, dopo qualche mese del primo anno di asilo il bimbo parla poco, farfuglia o produce parole che solo la mamma capisce», sottolinea Rossetto. «Non va bene anche se il bambino ha improvvisamente una regressione e, da attento e chiacchierino, diventa silenzioso o indifferente: in questi casi rivolgiti al pediatra», avverte la dottoressa Quadrino. «Valuterà se interpellare un logopedista dell’età evolutiva: è lo specialista del linguaggio dei piccoli che, attraverso test e anamnesi, può diagnosticare un’immaturità linguistica. Se è così, consiglia un ciclo di sedute di logopedia di circa un’ora, durante le quali stimolerà lo sviluppo del linguaggio attraverso il gioco». «Quando si diverte, il piccolo non si sente giudicato e, incoraggiato attraverso la stimolazione di suoni (tombole con la voce degli animali), libri, video o giochi di ruolo (con pupazzi o burattini), riesce pian piano a riappropriarsi di un repertorio linguistico adeguato», conclude Rossetto. «Il numero di sedute necessarie varia a seconda del problema, ma il recupero è tanto più rapido, quanto più precoci sono gli interventi».