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Lenti a contatto: come evitare le infezioni

Virus e batteri possono causare la cecità. Meglio rispettare scrupolosamente le norme di igiene, allora. E correre dall’oculista ai primi segni di fastidio

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L'allarme è stato lanciato da uno studio inglese, pubblicato sul British Journal of Ophthalmology: ha identificato un’infezione oculare che può causare la cecità. Le persone più a rischio di contrarla? I portatori di lenti a contatto poco attenti all’igiene di questi dispositivi.

«Mentre le infezioni oculari chirurgiche sono in calo, grazie a procedure ben codificate e a sistemi di disinfezione e cure antibiotiche che ne scongiurano la comparsa, quelle tra portatori di lenti a contatto non accennano a diminuire», avverte il medico oculista Lucio Buratto del Centro ambrosiano oftalmico. «Col tempo molti tendono a indossare le lenti per troppe ore (oltre le dieci di fila), spesso addormentandosi senza averle rimosse o dimenticando di disinfettarle accuratamente. Si tratta di abitudini che, sommate, possono portare a un livello di infiammazione dell’occhio che, qualora non si interrompa prontamente l’uso delle lenti stesse, rischia di aggravarsi rapidamente, portando a infezioni e a volte anche a un calo della vista».


Le regole fondamentali

L’International Agency for the Prevention of Blindness (Iapb) ha stilato un elenco di 12 consigli per prevenire le infezioni (lo trovi su iapb.it). Tra i principali: lavare e asciugare bene le mani prima di toccare le lenti; conservarle nei liquidi appositi (non salini); non utilizzare mai l’acqua corrente per sciacquarle o conservarle né, meno che mai, la saliva; toglierle sempre prima di dormire; non scambiarle mai con altre persone; cambiare ogni 3-6 mesi il contenitore.

Aggiunge Mary Romano, medico chirurgo specialista in oftalmologia al Centro medico Santagostino: «Le donne che si truccano e che rischiano di peggiorare la situazione con residui di makeup e i ragazzi, in genere meno attenti all’igiene, dovrebbero orientarsi sulle lenti giornaliere, da buttare via alla sera».

Per non rischiare danni alla vista occorre poi prestare attenzione ai primi, inequivocabili segni di disagio: «Se l’occhio inizia a mal tollerare il contatto con la lente, se la lacrimazione è scarsa o assente, se si ha la sensazione di sabbia, è il caso di andare da uno specialista, che prescriverà una cura tempestiva», raccomanda Lucio Buratto.

«Meglio evitare il fai da te o il ricorso a prodotti farmaceutici da banco, che spesso non risolvono alla radice la problematica. Con le infezioni non si scherza», sottolinea la dottoressa Mary Romano.


Sos secchezza oculare

Uno dei primi disagi per i portatori abituali di lenti a contatto è la propensione alla secchezza oculare.

Secondo Lucio Buratto, fondatore del Centro italiano occhio secco, «Si tratta di un problema spesso sottovalutato e sminuito, quando invece può essere realmente fastidioso, se non doloroso. Non deriva solo dall’uso smodato o errato di lenti a contatto, ma anche da variazioni ormonali, stile di vita e stress: ne soffre circa il 25% della popolazione dei Paesi sviluppati. Il problema», prosegue l’esperto, «è che oggi i nostri occhi sono iper sollecitati e sottoposti a un lavoro continuo. Il che non aiuta», sottolinea il medico. «Se avvertite secchezza prenotate senza esitazioni una visita dallo specialista: le lacrime artificiali acquistabili in farmacia aiutano sì a lubrificare l’occhio, ma non risolvono il problema che per pochissime ore».

Anche in questo caso, vince l’approccio medicale e tempestivo.


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Articolo pubblicato sul n. 44 di Starbene in edicola dal 16/10/2018

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