di Ida Macchi
Maledetta primavera. Con il suo arrivo per i 9 milioni di italiani allergici a graminacee e parietarie sono dolori. Un numero in costante aumento: secondo l’Associazione allergologi immunologi territoriali e ospedalieri, le persone che soffrono di asma o rinite di natura allergica nell’ultimo trentennio sono aumentate di ben 7 volte. I motivi di questa crescita vertiginosa?
«L’eccesso d’igiene e un’alimentazione ricca di cibi raffinati e “asettici”. Mettono l’organismo nelle condizioni di non riconoscere più i suoi nemici naturali, come i germi, e lo portano ad armarsi contro sostanze innocue, tipo i pollini», spiega il professor Claudio Ortolani, direttore dell’Istituto allergologicolombardo, a Milano.
Ma non solo, perché a salire sul banco degli imputati è anche l’inquinamento: «La CO2 (l’anidride carbonica) e le polveri fini potenziano l’azione allergizzante dei pollini. Infatti, oggi si registrano più casi di allergia nelle metropoli che in campagna ed è in crescita il numero delle persone che vivono in città e diventano improvvisamente allergiche da adulte», continua il professore.
Proprio a causa del dilagare del disturbo nelle metropoli, la Fondazione internazionale delle scienze mediche e allergologiche ha stilato delle linee guida per la piantumazione delle aree verdi cittadine, identificando piante poco allergeniche da utilizzare soprattutto nei pressi delle aree urbane sensibili, come ospedali e scuole.
CHE COSA SUCCEDE NEL TUO CORPO
Tutti i disturbi dell’allergia dipendono dal tuo sistema di difesa: «Reagisce ai pollini dispersi nell’aria come se si trattasse di nemici da sconfiggere e mette in pista anticorpi specifici (chiamati IgE) che si legano proprio agli “intrusi”», spiega il dottor Franco Marchetti, allergologo e medico di famiglia a Milano.
«Un connubio dannoso per la salute perché dà il via a una serie di reazioni che portano alla liberazione dei mediatori dell’allergia, come l’istamina e i leucotrieni. Queste sostanze rimbalzano come un boomerang sull’organismo, innescando un’infiammazione responsabile di tutta una serie di disturbi».
Tra quelli classici c’è il raffreddore, o rinite allergica, che ha però caratteristiche diverse dalla forma virale: «Il naso gocciola in continuazione ma la secrezione è sempre acquosa, limpida e accompagnata da starnuti a raffica, più numerosi soprattutto la mattina», illustra il professor Ortolani.
«Spesso il naso è anche tappato e il raffreddore può iniziare già da febbraio e durare addirittura per tutto l’anno, soprattutto se sei allergica ai pollini di diverse piante».
Ma non solo: «Starnuti e naso che cola si associano alla congiuntivite, caratterizzata da lacrimazione, bruciore e prurito agli occhi e arrossamento della congiuntiva, la membrana sottile che riveste le palpebre interne», continua l’esperto.
«Inoltre, in molti casi l’allergia può provocare anche attacchi d’asma, dovuti a una contrazione dei bronchi. Si manifestano con una sensazione di oppressione al torace, respirazione sibilante e accessi di tosse. Oppure attraverso crisi di fame d’aria, che tagliano letteralmente il respiro», specifica il professor Ortolani.
I FARMACI CHE DANNO SOLLIEVO
Le linee guida delle più importanti società scientifiche hanno identificato quali sono i farmaci efficaci per tornare a respirare: «In caso di rinite leggera l’ideale sono gli antistaminici da assumere per bocca.
Basta una sola compressa al giorno per bloccare gocciolamento, starnuti a raffica, ostruzione e prurito nasale. Quelli di ultima generazione (che impiegano molecole come desloratadina o bilastina) hanno il vantaggio di non provocare sonnolenza o riduzione dell’attenzione», tranquillizza il dottor Marchetti.
«Se invece i sintomi sono più importanti via libera agli spray nasali a base di corticosteroidi, antistaminici o con un mix di entrambi i principi attivi. Sono sufficienti 2 spruzzi per narice, 1-2 volte al giorno.
I primi, inoltre, sono l’ideale anche per i bambini, ma occorre orientarsi su rimedi che contengono molecole sicure, come fluticasone, mometasone e triamcinolone. Questi non interferiscono con il metabolismo osseo e quindi non rischiano di provocare un ritardo nella crescita del piccolo allergico», suggerisce Ortolani.
Inutili, invece, i lavaggi con le soluzioni saline spacciati come rimedio per allontanare i pollini dal naso: «Una metanalisi pubblicata recentemente sulla Cochrane Library dimostra che non hanno alcuna efficacia.
Sono però indicati quando gli spray a base di corticosteroidi provocano secchezza o bruciore delle mucose nasali. In questo caso vanno eseguiti 10 minuti dopo aver inalato il farmaco », suggerisce Ortolani.
«Se i lavaggi non bastano a calmare il bruciore, devi cambiare farmaco: al posto dei corticosteroidi e degli antistaminici puoi orientarti su uno spray nasale a base di disodiocromoglicato, un principio attivo che riduce i sintomi della rinite senza provocare effetti collaterali. Unico limite: va assunto ogni 6 ore, quindi 4 volte al giorno», specifica Ortolani.
«Per contrastare la congiuntivite sono utili i colliri a base di antistaminici o, anche in questo caso, di disodiocromoglicato, mentre per ridurre l’asma è possibile ricorrere a spray pressurizzati che puntano su cortisone e Beta2 stimolanti, da inalare: riducono l’infiammazione e agiscono da broncodilatatori, mantenendo aperte le vie respiratorie», spiega Ortolani. «Ne esistono di due tipi: ad azione rapida e a lento rilascio (chiamati anche Laba, acronimo di long acting beta agonists).
Questi ultimi, con un solo spruzzo, consentono di tornare a respirare per 12-24 ore di fila ma è sempre compito del medico decidere quale prescrivere, in base all’entità degli attacchi», puntualizza Ortolani.
Scopri qui le soluzioni alternative per chi non ama le medicine.
CONTROLLA SEMPRE IL CALENDARIO
«Uno degli strumenti più utili per chi è allergico è il calendario dei pollini», spiega il dottor Franco Marchetti, allergologo e medico di famiglia a Milano. «Lo trovi in farmacia, nelle Asl ma anche in rete, sul sito ilpolline.it oppure su pollinieallergia.net, dove puoi pure scaricare l’app gratuita Meteo Allergie.
Questa fornisce, in tempo reale, i livelli di concentrazione dei pollini per ogni famiglia di piante allergizzanti nella regione dove vivi, ma anche le previsioni a breve termine sul loro andamento.
Tutte informazioni utili per identificare i giorni in cui i loro tassi nell’aria sono alti e, insieme ai farmaci, mettere in atto alcune misure anticrisi utili per ridurre l’intensità dei disturbi».
Ecco quelle da osservare nei giorni a rischio: «Niente passeggiate durante le mattine soleggiate con vento e tempo secco, o subito dopo un temporale; evita di aprire le finestre tra le 10 e le 16. Se stai all’aperto, una volta rientrata a casa fai una doccia completa e cambia i vestiti», suggerisce l’esperto.
MARZO
I primi pollini che si diffondono nell’aria sono di betulla, nocciolo, carpino, cipresso, ginepro e tuia.
APRILE-MAGGIO
In questo periodo entrano in azione i pollini di graminacee (il fieno), faggi e platani.
TARDA PRIMAVERA
È il momento del boom dei pollini: parietaria, elianto artemisia, ambrosia, chenopodio
IL VACCINO: LA CURA DEFINITIVA
Per risolvere definitivamente il raffreddore allergico puoi ricorrere ai vaccini: «Oggi ne esistono due specifici per le graminacee. Si assumono come un normale farmaco, 1 compressa al giorno, a partire da 4 mesi prima del periodo di pollinazione e per tutto il periodo in cui i pollini girano nell’aria», illustra Ortolani.
«Se sei allergica ad altre piante sono disponibili vaccini sublinguali (compresse o gocce da fare sciogliere sotto la lingua) o soluzioni da inoculare
con iniezioni sottocutanee. Se scegli le prime, il ciclo va iniziato 2 mesi prima dell’arrivo dei pollini e proseguito per i 2 successivi, con una dose che va assunta ogni giorno, a casa, meglio se al mattino e prima di colazione.
Nel caso in cui opti per le iniezioni puoi effettuare il vaccino anche con sole 4 inoculazioni, da eseguire nell’ambulatorio del medico ogni 15-20 giorni, iniziando 2-3 mesi prima dell’arrivo del polline cui sei allergica.
Qualsiasi sia la via di somministrazione, però, occorre ripetere il vaccino per 3 anni di seguito, periodo dopo il quale garantisce una “guarigione” nel 90% dei casi, anche se già dopo solo un anno si ha una riduzione del 50% dei sintomi». «Puoi immunizzarti anche se sei allergica a due piante diverse, ma meglio evitare somministrazioni multiple, che contengono al loro interno più pollini.
La quota di allergene rischia di essere troppo diluita e di non raggiungere la dose ideale per essere efficace», puntualizza il dottor Marchetti. «Meglio iniziare con vaccini separati, magari delle piante che provocano i sintomi più intensi. Quindi, l’anno successivo puoi avviare anche il ciclo per una terza», consiglia l’esperto.
Pochi gli effetti collaterali: «I prodotti sublinguali possono dare un leggero gonfiore della lingua che scompare nelle ore successive, mentre quelli iniettivi potrebbero causare prurito o un po’ di edema nel punto di inoculazione».
Il vaccino può essere prescritto da allergologi, pediatri, otorinolaringoiatri, pneumologi e il costo varia in base alle Regioni: alcune (Lombardia e Sicilia) lo rimborsano integralmente, ma solo se prescritto da un allergologo di una struttura pubblica; altre, come il Fruli Venezia Giulia, garantiscono una quota fissa, altre ancora, tipo il Piemonte, coprono il 50% per cento delle spese o passano con il Servizio sanitario nazionale soltanto un tipo di vaccino (vedi la Toscana).
In molte Regioni il costo, che è intorno ai 300-400 €, è completamente a carico del paziente, ma è deducibile come spesa sanitaria.
LE BUONE ABITUDINI
«Per non fare peggiorare i disturbi allergici meglio adottare alcuni accorgimenti», consiglia Federica Colombo, pneumologa. Ecco cosa fare.
No - Evita il fumo, anche passivo. Cerca di non esagerare con i prodotti per la pulizia della casa come disinfettanti, detergenti e lucidi per mobili: possono rilasciare nell’aria sostanze irritanti. Quindi, rinuncia ai profumatori per l’ambiente: rendono le vie respiratorie più reattive ai pollini.
Sì - Dedicati a un’attività fisica aerobica come corsa leggera e fitwalking, che aiutano a mantenere in efficenza l’apparato respiratorio.Evita, però, di praticarla all’aperto nei periodi di pollinazione delle piante cui sei reattiva
ESAMI PER FARE CHIAREZZA
Per confermare il sospetto di allergia ti verranno prescritti questi test.
1. PRICK TEST (O TEST CUTANEI) - Si mettono a contatto con la pelle della parte interna dell’avambraccio circa 15 gocce, ognuna delle quali contiene estratti dei pollini responsabili delle allergie più importanti.
Le gocce vengono poi graffiate con un’apposita lancetta e fatte penetrare nella cute. Il referto e immediato: se nell’arco di 15- 20 minuti compare un pomfo nella sede di graffiamento il test è positivo e l’allergia confermata. È a carico del Servizio sanitario nazionale.
2. RICERCA DI IGE - Se ci sono dei dubbi o sei sensibile a più pollini, il prick test può essere associato alla ricerca di IgEspecifiche con molecole ricombinanti singole. È un esame del sangue che permette di identificare qual è l’allergene più importante cui il tuo sistema immunitario reagisce. È a carico del Servizio sanitario nazionale.
3. TEST ISAC - Nel sospetto che quella ai pollini sia associata ad altre allergie respiratorie o alimentari (le cosiddette “crociate”), il medico può prescrivere il test Isac, un esame che provvede a testare su un piccolo campione di sangue del paziente 112 proteine allergizzanti comuni a pollini, cibi, acari e muffe, dando così un quadro completo del problema. È convenzionato con il Servizio sanitario nazionale soltanto in Emilia Romagna, Toscana e Veneto, dietro prescrizione del medico specialista. Nelle altre ha un costo che oscilla tra i 200 e i 300 €.
LA RINITE PREFERISCE LE DONNE
Secondo un’indagine condotta da Gfk Eurisko il 12,5% degli italiani soffre di rinite allergica. Le “vittime” sono soprattutto donne (il 55%) e in più della metà dei casi hanno meno di 44 anni.
Articolo pubblicato sul n. 11 di Starbene in edicola dal 28/02/2017