di Simona Acquistapace
In un comunicato concordato con il Consiglio superiore di sanità francese l’Ansm, Agenzia nazionale sulla sicurezza dei farmaci francese, ricorda che nessun medicinale omeopatico può essere considerato un vaccino antinfluenzale e sostituire quello tradizionale. Una presa di posizione forte, tenendo conto che la Francia è il Paese europeo dove l’omeopatia è così diffusa che esistono persino ospedali “specializzati”.
«Intervento condivisibile», commenta Emilio Minelli, coordinatore dei Corsi di perfezionamento in agopuntura, medicine non convenzionali e tecniche complementari dell’Università di Milano. «Il meccanismo di azione è infatti molto diverso: la vaccinazione antinfluenzale classica consiste nell’inoculare un virus vivo e attenuato nel paziente, così quando
entrerà in contatto con l’agente infettante l’organismo avrà memoria di averlo già incontrato e svilupperà gli anticorpi specifici per annientarlo.
I cosiddetti vaccini omeopatici agiscono sul sistema immunitario aspecifico, ovvero la prima linea di difesa dell’organismo, che non possiede una “memoria” dell’agente infettivo e quindi non si riattiva quando vi entra in contatto. Costituiscono quindi uno strumento di difesa generale, non specifico nei confronti del virus influenzale che cambia», spiega l’esperto.
Il monito dell’Ansm riguarda la Francia, ma anche in Italia sono in molti a usare il “vaccino” omeopatico in alternativa a quello classico, quando invece rappresenta una terapia complementare. Il dottor Minelli invita alla cautela, soprattutto nel caso delle categorie a rischio:
«Per proteggere dalle complicanze dell’influenza chi ha più di 65 anni, le donne in gravidanza e i pazienti affetti da patologie croniche, non si può che proporre il vaccino classico, la cui composizione viene aggiornata di anno in anno in base ai ceppi di virus che hanno avuto maggiore diffusione nelle ultime epidemie».
Chi invece non è un soggetto a rischio e non ha intenzione di sottoporsi alla vaccinazione classica (però va consultato il medico prima), può ricorrere all’omeopatia per rafforzare le proprie difese e sperare così di non contrarre l’influenza o, comunque, ridurne durata e intensità e gestire al meglio le ricadute.
«Come ogni anno il picco dell’epidemia è previsto a gennaio, e la vaccinazione classica dovrebbe essere già stata fatta entro metà dicembre. Con la profilassi omeopatica, invece, si può intervenire anche dopo, anche ai primi sintomi», conclude l’esperto.
GLI OMEOVACCINI PIÙ DIFFUSI
>IL “VACCINO” omeopatico per eccellenza si chiama Oscillococcinum (Boiron), ma un altro prodotto molto usato è Omeogriphi (Guna): per prevenire l’influenza e, in genere, tutte le infezioni dell’inverno, questi “stimolatori” del sistema immunitario andrebbero presi a partire da fine estate-inizio autunno secondo cadenze ben precise.
Esistono anche preparati omeopatici che sono vere “imitazioni” del classico vaccino: a base dei ceppi virali influenzali dell’anno in corso, sono ultradiluiti e dinamizzati alla 200 CH (come Iver Oti). Se ne assume una dose ogni 15 giorni da settembre-ottobre a marzo-aprile, salvo indicazioni specifiche del medico.
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Articolo pubblicato sul n.2 di Starbene in edicola dal 27/12/2016