LA TINEA COLPISCE I PIEDI
Il piede, anche quello più pulito e curato, è una delle vittime più frequenti delle micosi: una ricerca condotta dal National Human Genome Research Institute di Bethesda (Usa), pubblicata sulla rivista Nature, ha mappato le colonie dei funghi che scelgono come dimora le estremità, scoprendo che sulla pianta, sotto le unghie e negli spazi fra le dita se ne trovano quasi 200 specie diverse.
Di solito, convivono pacificamente con il loro ospite, ma quando trovano le condizioni favorevoli iniziano a proliferare e attaccano l’epidermide. È quello che succede quando prende il sopravvento la tinea pedis, responsabile del piede d’atleta: «Questo fungo colpisce gli spazi tra un dito e l’altro (soprattutto quello fra il quarto e il quinto) provocando prurito, bruciore, arrossamento, pelle desquamata, molto secca e fissurata», avverte la dottoressa Alessandra Narcisi, ricercatrice in dermatologia presso l’Humanitas University, a Milano.
«Poche regole igieniche sono sufficienti per abbassare i rischi di contagio: no all’uso promiscuo di scarpe e ciabatte, evita di portare per troppe ore di seguito calzature da tennis poco traspiranti e, dopo la doccia, asciuga con attenzione lo spazio tra un dito e l’altro perché l’umidità facilita le aggressioni micotiche». Quindi, muoviti indossando sempre un paio di infradito di gomma, strettamente personali, sia quando cammini sui bordi della piscina, sia nelle aree relax e negli spogliatoi.
Se nonostante queste attenzioni l’infezione si fa ugualmente strada, meglio consultare il dermatologo: «Creme o polveri a base di antimicotici, da stendere sulla lesione per almeno 2-4 settimane, sono in grado di far piazza pulita della tinea pedis, meglio se associate a polveri assorbenti a base di sali di alluminio, da cospargere nei calzini. Poi però, una volta guariti, occorre ricordare che l’infezione potrà ripresentarsi quando le difese immunitarie si abbasseranno, come capita nei cambi di stagione, per esempio. In questo modo potrai intervenire in maniera tempestiva già alle prima avvisaglie», specifica la dermatologa.