Una malattia in drammatico aumento. Italiani sempre più grassi. Secondo gli ultimi dati, oltre il 40% è in sovrappeso e il 20% francamento obeso. Vi sono poi cossiddetti “grandi obesi”, ciò coloro che hanno un BMI, il famoso body mass index (si calcola dividendo il peso espresso in chili per l’altezza in metri al quadrato) superiore a 35 e che vivono spesso nell’ombra, additati come “voraci” se non addirittura umiliati dagli stessi medici di base che, spesso, li accusano di non essere in grado di stare “a regime”.
«In realtà, l’obesità non è un vizio ma una malattia come le altre. Anzi, più seria di molte altre perché disegna un complesso quadro di comorbilità, per la capacità di “attirare” diversi problemi: dal diabete alla dislipidemia (colesterolo e trigliceridi alti), dall’ipertensione e le malattie cardiovascolari ai disturbi articolari da sovraccarico, dalla sindrome delle apnee notturne al maggior rischio di andare incontro al tumore», spiega il dottor Alessandro Giovanelli, chirurgo bariatrico (chirurgia dell'obesità) e direttore di Inco (Istituto Nazionale per la chirurgia dell’obesità) nato nel 2010 all’interno del Gruppo Ospedaliero San Donato, alle porte di Milano.
«Il messaggio che deve arrivare a medici e pazienti è quindi molto chiaro: l’obesità non è un peccato di gola o una condizione a cui rassegnarsi, né tanto meno una condanna genetica ma una malattia curabile, se viene affrontata nel modo giusto attraverso un percorso diagnostico-terapeutico che coinvolga diversi specialisti, dall’endocrinologo (per capire se a monte c’è uno squilibrio ormonale) all’internista, dal dietologo allo psicologo».
Se il paziente obeso si sente preso in carico, con rispetto e attenzione per la sua persona, può intraprendere un percorso su misura che comprende la dieta, l’attività fisica, il supporto psicologico e controlli ravvicinati per sostenerlo e incoraggiarlo a proseguire nei suoi piccoli-grandi successi, strappando ogni volta un chilo alla bilancia.
Quando la dieta non basta: la via chirurgica
Vi sono però dei casi in cui, a un anno di distanza dal programma iniziato, il paziente non riesce a perdere peso. Oppure la perdita è modesta, lontana dall’obiettivo di rientrare in salute inizialmente prefissato. «In questi casi, è consigliabile ricorrere a un intervento di chirurgia bariatrica (teso, cioè a garantire una rapida perdita di peso) che non va affatto visto come una scorciatoia, cioè la via più facile per rimettersi in linea, ma come un’opzione terapeutica importante che serve ad abbattere tutti i fattori di rischio cardiovascolare e a combattere il diabete», prosegue il dottor Giovanelli.
«Tant’è che oggi si parla di chirurgia metabolico-funzionale perché in grado di fare un reset di tutto l’apparato endocrino e di riavviare il “motore” del metabolismo. Spetta al chirurgo, ovviamente, scegliere il tipo di intervento in base alla tipologia del paziente, indirizzandolo verso il by-pass o il bendaggio gastrico piuttosto che verso lo sleeve gastrectomy, un intervento di nuova concezion che dà ottimi risultati. Consiste nell’asportare ¾ dello stomaco per creare una tasca gastrica ridotta che, riempendosi presto, non solo fornisce un precoce senso di sazietà ma esercita anche un naturale effetto anoressizzante (diminuzione dell’appetito) per la riduzione dei messaggi ormonali che partono dallo stomaco».
Qualunque sia l’intervento consigliato, occorre precisare che è a carico del SSN e che si avvale della chirurgia laparoscopica, tecnica mininvasiva che non prevede grosse incisioni o cicatrici ma microfori tramite cui vengono introdottistrumenti operatori in miniatura. Si esegue in anestesia generale e prevede 2-3 giorni di degenza. Dopodiché il paziente viene seguito per rieducarlo, passo dopo passo, al corretto stile alimentare. Un po’ come svezzare un bambino piccolo, forti del fatto che l’intervento ha dato una grande “scossa” al metabolismo.
Porte aperte il 10 ottobre
Se vuoi saperne di più, il giorno 10 ottobre, in occasione dell’Obesity-day promosso dall’Adi, Associazione italiana di dietetica e nutrizione
cvlinica, è possibile ricevere una consulenza presso uno dei centri Inco che si trovano in otto città italiane.
Ecco le sedi dove chi è in perenne lotta con la bilancia può prenotare il proprio check-up gratuito ed esser indirizzato al trattamento dell’obesità più adatto, conservativo o chirurgico.
- Policlinico San Pietro (Bergamo), dalle ore 9 alle 12.
Per prenotazioni: 035.604289
- Istituto Clinico S.Ambrogio di Milano, dalle 9 alle
12. Prenotazioni:02.33127075
- Studio medico Rovera di Torino, dalle 17 alle 20.
Prenotazioni: 329-4071214
- Studio Infocus di Genova, dalle 9 alle 13.
Prenotazioni: 329-4071214
- Casa di cura Villa Erbosa di Bologna, dalle 14 alle
19. Prenotazioni: 329-4071214
- Studio Vitolo di Afragola (Napoli), dalle 10 alle 16.
Prenotazioni: 329-4071214
- Studio Medica Sud di Bari, dalle 9 alle 12.
Prenotazioni: 329-4071214
- Studio P&P di Cagliari, dalle 11 alle 16.
Prenotazioni: 329-4071214
6 ottobre 2017
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