Fistole: cosa sono, sintomi, cause, come si eliminano

Le fistole sono piccoli “canali” che possono formarsi in diverse zone del corpo. Un disagio che porta a chiudersi in sé stessi. Scopri come si eliminano



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Fastidio, dolore, bruciore. E imbarazzo. Sono gli effetti delle fistole, problema in grado di generare un disagio che porta a chiudersi in sé stessi. Invece, la prima mossa per affrontarle senza lo spettro delle complicazioni è confrontarsi con il medico.

Abbiamo chiesto ad Angelo Valerio Marzano, Professore Ordinario di Dermatologia e Venereologia dell’Università degli Studi di Milano e Direttore di Dermatologia del Policlinico di Milano, di guidarci alla scoperta di sintomi, cause e cure di questo problema.


Perché compaiono le fistole: dagli ascessi ai traumi

La fistola è un canale che si sviluppa tra un organo, un vaso sanguigno o un’altra struttura interna e la superficie della pelle, oppure fra due organi interni. Sono diversi i problemi in grado di portare alla formazione di questi piccoli tunnel: «Uno dei più comuni è un’infezione batterica, che può generare la formazione diun ascesso il quale, se non dovesse guarire correttamente, potrebbe evolversi in una fistola», mette in guardia il nostro esperto.

«Ma salgono sul banco degli imputati anche le malattie infiammatorie croniche come la rara ma pericolosa idrosadenite suppurativa, il morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa e la diverticolite (l’infiammazione dei diverticoli, estroflessioni che si formano sulla parete dell’intestino)».

Attenzione anche alle infezioni croniche come la tubercolosi, che possono collegare organi interni infetti alla superficie della pelle, e alle lesioni dovute ai traumi fisici o agli interventi chirurgici, come nel caso della chirurgia bariatrica. «Finiscono sotto la lente anche le malattie oncologiche e i trattamenti per combatterle, come la radioterapia», aggiunge il professor Marzano.


Fistole, i segnali da non trascurare

«Riconoscere i sintomi delle fistole è un passaggio cruciale per ottenere un trattamento tempestivo», afferma lo specialista. «Perché questi possono variare, a seconda della posizione e della causa che ha generato la fistola. In generale, spesso comprendono dolore e gonfiore nella zona dove c’è la “ferita”, fuoriuscita di pus, sangue o liquidi intestinali dalla pelle, irritazione della cute intorno all’area interessata e, nel caso il tunnel si presenti associato a un’infiammazione o a un’infezione, anche febbre».

La diagnosi, spesso, inizia con l’esame obiettivo. Tuttavia, per confermare la presenza possono essere necessari ulteriori esami ed approfondimenti.


Le armi per combattere le fistole: farmaci e chirurgia

«Il trattamento delle fistole varia a seconda della loro posizione e della causa scatenante», afferma il professor Angelo Valerio Marzano.

«In molti casi, l’obiettivo è quello di eliminare l’infezione, ridurre l’infiammazione e chiudere il canalino. I principali approcci terapeutici includono l’utilizzo di antibiotici e antinfiammatori, ma anche i farmaci inibitori del TNF-alfa (come per esempio adalimumab) possono essere efficaci nel ridurre l’infiammazione e prevenire la formazione di nuove fistole nel caso di specifiche patologie. Spesso, però è necessaria la rimozione chirurgica del tessuto infetto. Per esempio, una fistola anale di solito richiede l’intervento, perché è raro che si risolva spontaneamente. Con l’operazione si guarisce nel 90% dei casi. Ma quando si elimina semplicemente la fistola senza agire sulla causa che l'ha procurata, con ogni probabilità questa tenderà a ripresentarsi», avverte l’esperto.


Fistole, gli esami da fare

Per confermare la presenza e determinare l’estensione della fistola, possono essere necessari alcuni approfondimenti come: 

Ecografia: per visualizzare l’estensione e il rapporto della fistola con le strutture sottostanti.

Risonanza magnetica (MRI): per un accurato studio dei tessuti molli sottostanti.

Tomografia assiale computerizzata (TAC): in caso di coinvolgimento di organi profondi.

Fistulografia: è una tecnica radiologica specifica per visualizzare le fistole.


Fistola, rara e complessa ma si può vincere

«Lo sviluppo delle fistole è una delle manifestazioni più gravi dell’idrosadenite suppurativa, patologia della cute che interessa l’1% circa della popolazione», spiega il professor Angelo Valerio Marzano.

Ancora poco conosciuta ma in grado di compromettere la qualità della vita, è stata l’oggetto di un media tutorial promosso da Novartis, che si è tenuto lo scorso giugno a Milano. «È una malattia infiammatoria cronica dei follicoli piliferi terminali, caratterizzata da noduli cutanei, ascessi ricorrenti e cicatrici, che compaiono prevalentemente nelle regioni ascellari, inguinali, perianali e sottomammarie. Queste lesioni possono evolvere in fistole, spesso complesse, e coinvolgere aree estese al di sotto della superficie cutanea», continua il dermatologo.

«La malattia, che tipicamente esordisce durante l’adolescenza, dopo la pubertà, spesso per molti anni viene misconosciuta, talora come acne, talora come follicoliti, talora come cisti a cui non viene dato un nome. Si stima, infatti, che il ritardo nella diagnosi sia in media fra i 7 e i 10 anni».

«L’accesso a trattamenti efficaci è fondamentale», afferma Giusi Pintori, paziente colpita da idrosadenite suppurativa e direttrice dell’Associazione Passion People (passionpeople.info). «Le medicazioni specializzate sono un elemento cruciale nel processo di guarigione delle lesioni anche per ridurre il rischio di infezioni e per alleviare il dolore, migliorando così la qualità della vita dei pazienti».


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