di Margherita Monfroni
Il fibroma, chiamato anche leiomioma o mioma, è un tumore benigno dell’utero che compare frequentemente nelle donne in età fertile. Questa formazione benigna è costituita da cellule muscolari lisce (ovvero dalle stesse unità che compongono il tessuto muscolare dell’utero) miste a tessuto fibroso, cioè un intreccio composto per la maggior parte da fibre collagene, il principale componente di pelle, tendini, cartilagini, ossa, denti e molte altre strutture dell’organismo.
«Il numero e il volume dei fibromi tendono ad aumentare con l’età della donna, raggiungendo il massimo nella decade tra i 40 e i 50 anni – afferma la Professoressa Alessandra Graziottin, Direttrice del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele e Presidente della Fondazione Alessandra Graziottin per la cura del dolore nella donna Onlus – Nel 70% delle donne compaiono entro i 50 anni; dal 20 al 50% sono sintomatici, con un elevato impatto sociale ed economico».
Cause
Seppur non si conoscano ancora le cause precise, probabilmente all’origine dei fibromi uterini concorrono fattori genetici e ormonali.
«In particolare, sembra che i miomi uterini abbiano una base genetica, poiché tendono a manifestarsi più frequentemente nelle donne di una stessa famiglia, e a un’età via via più precoce» afferma la Professoressa Graziottin. L’influenza ormonale invece è intuibile dal fatto che, dopo la menopausa ed il conseguente calo degli estrogeni, la dimensione dei fibromi tende a ridursi se la donna non assume una terapia ormonale sostitutiva.
Oltre alla familiarità, esistono altri fattori che possono aumentare la probabilità di incidenza dei fibromi, come l’età (nello specifico la fase finale dell’età riproduttiva), un menarca precoce, l’ipertensione, l’appartenenza all’etnia africana e l’obesità.
Tipologie
Esistono diverse tipologie di fibromi, che possono originarsi in diverse zone della parete uterina.
«Le dimensioni, la forma e le localizzazioni dei fibromi possono variare ampiamente – spiega la Professoressa Graziottin – I leiomiomi possono formarsi al di sotto dell’endometrio, ovvero la mucosa che riveste la parte interna dell’utero (sottomucosi), a livello della superficie esterna (sottosierosi), nello spessore della parete stessa (intramurali) o esternamente alla struttura uterina e collegati ad essa attraverso un lembo tissutale (peduncolati)».
Sintomi
Seppur molte donne sviluppino fibromi uterini nel corso della loro vita, nella maggior parte dei casi non ci si accorge della loro presenza perché non causano sintomi. Può succedere quindi che il ginecologo riscontri la presenza di un fibroma casualmente, solitamente durante una visita ginecologica o un’ecografia transvaginale o transaddominale.
Qualora si manifestino, invece, i sintomi possono variare a seconda della sede del fibroma.
I fibromi sottomucosi, anche se di piccole dimensioni (1 cm di diametro o poco più), possono causare cicli abbondanti, emorragici e prolungati con anemia da carenza di ferro e sintomi associati.
I fibromi intramurali, che possono affiorare al di sotto dell’endometrio contribuendo ai cicli abbondanti, quando crescono nella parete posteriore dell’utero, verso il collo dell’utero, possono causare dolore alla penetrazione profonda e sintomi di compressione rettale.
I fibromi sottosierosi, i quali possono raggiungere grandi dimensioni (anche 8-10 cm di diametro o più), se crescono sulla parete anteriore dell’utero possono dare sintomi compressivi a carico della vescica; se posteriormente, sintomi compressivi a carico del retto.
I fibromi peduncolati, quando endouterini (e quindi interni all’utero), anche se piccoli, possono causare coliche mestruali dolorosissime dovute alle contrazioni dell’utero che cerca di “espellere” il corpo estraneo del fibroma, che risulta però “attaccato” alla parete interna dell’utero tramite il suo peduncolo. Quando extrauterini (quindi esterni all’utero) possono causare un dolore addominale acuto se subiscono una “torsione” sul peduncolo.
Trattamento
«La diagnosi accurata dei diversi fattori che concorrono a provocare il dolore causato da e associato a fibromatosi uterina è essenziale per disegnare una strategia efficace e di durata possibilmente persistente nel tempo» afferma la Professoressa Graziottin.
La scelta della terapia dipende dalla severità dei sintomi, dal volume e dalla sede dei fibromi, dall’età della donna e dai suoi desideri, inclusi i progetti di maternità.
- Terapia farmacologica specifica per il trattamento dei fibromi uterini sintomatici a base di ulipristal acetato che, nell’utilizzo prolungato, consente di ripristinare una situazione di benessere psico-fisico, evitare interventi chirurgici, preservare la fertilità e, alle donne che desiderano avere un figlio, di programmare una gravidanza.
- Trattamenti chirurgici, ovvero la miomectomia (asportazione del fibroma) e l’isterectomia (asportazione dell’utero).
- Trattamenti non-chirurgici a bassa invasività come l’embolizzazione dell’arteria uterina e la chirurgia a ultrasuoni concentrati guidati in risonanza magnetica.
«L’Ulipristal acetato costituisce la vera rivoluzione nel trattamento dei fibromi – aggiunge l’esperta – L’efficacia della molecola consente di considerarlo come prima scelta nel trattamento dei fibromi uterini sintomatici: oltre a ridurre il sanguinamento eccessivo, l’ulipristal acetato esercita un’azione diretta sui fibromi, facendoli regredire e rallentandone la crescita».