di Ida Macchi
Articolo pubblicato sul n.40 di Starbene in edicola dal 22/09/2015
di Ida Macchi
In Italia la trombosi è in aumento e non risparmia neppure i più giovani. Su cento individui affetti da questa grave patologia ben tre hanno meno di quarant’anni. A diffondere l’allarme è l’Alt, Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari. Solo una persona su tre, però, conosce le conseguenze della formazione di coaguli di sangue (i cosiddetti trombi) all’interno dei vasi sanguigni.
Le forme più temibili colpiscono le arterie e possono dare il via all’ictus o all’infarto. Ma anche le trombosi venose non sono da sottovalutare, visto che sono la terza causa di morte cardiovascolare. Colpiscono sia i vasi superficiali (soprattutto delle gambe) sia quelli profondi e possono complicarsi in un’embolia: dal trombo si libera un frammento che raggiunge il polmone, bloccando in parte o del tutto la circolazione. Il segreto per evitare questi rischi? Ancora una volta la parola-chiave è prevenzione. Ecco tutti i segreti per una circolazione a prova di intoppi.
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Hai vene e capillari in bella vista? Usa le calze a compressione graduata
Se le tue gambe sono percorse da qualche varice corri un maggior rischio di trombosi venosa. Accumulandosi all’interno dei vasi dilatati, il sangue può coagularsi e creare una sorta di tappo. Il trucco per evitare rischi? «Indossare regolarmente calze elastiche, anche durante l’attività fisica. Facilitano il ritorno del sangue al cuore, evitando pericolosi ristagni», suggerisce Giovanni Agus, presidente d’onore del Collegio Italiano di Flebologia.
«Tra i 70 e i 140 denari (15-18 mmHg) se le varici sono modeste, superiori ai 140 denari e sono più importanti.Vanno associate ai farmaci flebotropi, che rinforzano la tenuta delle pareti e delle valvole delle vene, migliorando la risalita del sangue venoso verso il cuore. I farmaci prescritti sono a base di bioflavonoidi (sostanze vegetali come la diosmina, l’esperidina, l’oxerutina e gli antocianosidi del mirtillo). In caso di grave insufficienza venosa si usano farmaci a base di sulodexide (principio attivo estratto dal maiale) da assumere a cicli di un mese, intervallati da pause di sospensione, secondo la posologia indicata dall’angiologo».
Soffri di infiammazioni croniche? Non sottovalutarle e curale sino alla guarigione
Colon irritabile, flebiti, cistiti ricorrenti e infezioni intime recidivanti alterano i processi di coagulazione e favoriscono la formazione di trombi», mette in guardia Lidia Rota, responsabile del centro di prevenzione cardiovascolare dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano). «Per questo è fondamentale non trascurarle».
Il tuo girovita è abbondante? Rivedi le tue abitudini a tavola
Occhio alla pancetta: se il tuo girovita è tra gli 81 e gli 88 cm, sei a maggior rischio trombosi. Il grasso addominale ostacola il ritorno del sangue al cuore e crea a sua volta infiammazione. Per smaltire la pancetta, oltre a fare più attività fisica, dai un taglio drastico a carni grasse, formaggi stagionati e salumi. Inoltre, elimina grissini, crackers, merendine confezionate, patatin in busta: sono ricche digrassi nascosti che finiscono con l’allargare il tuo girovita.
«Arricchisci la tua alimentazione, invece, di vegetali che aiutano a prevenire i trombi: agrumi, prugne, ananas, more, ribes nero, mirtilli, uva, lamponi, fragole, olive, pomodori, cicoria e ravanelli», suggerisce il professor Agus. «Contengono sia bioflavonoidi sia salicilati, del tutto simili al principio attivo contenuto nell’aspirina che viene prescritta, in casi selezionati, proprio per fluidificare il sangue. Ok anche alle mele (contengono rutina, un flavonoide che agisce da antitrombotico) e ai semi di zucca, ricchi di vitamina E che favorisce il flusso sanguigno. Inoltre, ricorda di bere almeno un litro e mezzo d’acqua fuori dal pasto».
Hai scelto la pillola contraccettiva? Valuta se puoi prenderla con lo specialista
«L’anticoncezionale orale è a rischio (al pari del cerotto e dell’anello ormonale) solo per le donne più vulnerabili sul fronte della coagulazione (5 su 100, dicono le statistiche), perché hanno una certa familiarità per la formazione di trombi o perché fumano», spiega la dottoressa Lidia Rota, responsabile del centro di prevenzione cardiovascolare dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano).
«Se decidi di prenderla, parlane con il tuo ginecologo: attraverso l’anamnesi familiare e specifici esami del sangue, valuterà se il tuo rischio trombotico è alto e devi rinunciarvi».
Aspetti un bambino? Fai l’analisi del sangue
Programma dei controlli mirati (con un doppler degli arti inferiori e un prelievo del sangue per il dosaggio del d-dimero) appena scopri di essere in dolce attesa. Gli ormoni gravidici rendono meno toniche le pareti delle vene, che perdono elasticità e alterano l’equilibrio fra i fattori pro e anti coagulanti del sangue.
Si tratta di squilibri passeggeri ma che, nelle donne già tendenti a coagulare troppo, possono provocare una trombosi venosa». Grazie al check, si possono mettere in atto delle misure preventive, come l’utilizzo di calze elastiche specifiche per la gravidanza.
Ascolta gli SOS delle gambe
➔«Le trombosi venose profonde e superficiali possono essere curate con efficacia, ma perché ciò avvenga la diagnosi dev’essere tempestiva», spiega la dottoressa Lidia Rota.
➔«I segnali da non perdere di vista: gonfiore, dolore simile a un crampo, arrossamento e calore della zona colpita. Oppure, un cordone rosso duro e dolente, corrispondente al decorso di una vena. In alcuni casi, però, i sintomi non sono clamorosi e si ha soltanto dolore. La prima cosa da fare? Consultare il proprio medico di famiglia o rivolgersi al pronto soccorso».
➔Per una diagnosi certa si ricorre all’ultrasonografia compressiva (CUS) o all’ecodoppler, due esami indolori che visualizzano le vene, confermando la presenza o l’assenza di un trombo sanguigno.
➔La terapia prevede farmaci che rendono il sangue più fluido (anticoagulanti come l’eparina a basso peso molecolare o i dicumarolici). In genere, sciolgono il trombo in tempi brevi, evitando conseguenze per la salute.
Articolo pubblicato sul n.40 di Starbene in edicola dal 22/09/2015
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Cara lettrice/caro lettore, le consiglio di rivolgersi ad un medico specialista in scienza dell'alimentazione o ad un servizio di dietetica di un ospedale della sua zona. In questo modo, dopo un'adeg...
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