Soffrire di fibrillazione atriale significa essere cinque volte più a rischio di chi non ha quest’aritmia di sviluppare un ictus trombo embolico, una forma di ictus che ha un tasso di mortalità del 30% entro tre mesi dall’evento, e lascia esiti invalidanti in almeno il 50% dei pazienti colpiti.
La fibrillazione atriale è spesso asintomatica, quindi il paziente non sente niente, ma l’inadeguata contrazione delle camere cardiache può favorire la formazione di coaguli.