Febbre Oropouche: cos’è, cause, sintomi, terapie

Si tratta di un virus, la cui trasmissione avviene attraverso zanzare e alcuni moscerini, mentre non sono noti casi di contagio diretto fra uomo e uomo. Attenzione al ritorno dai viaggi verso Paesi tropicali e subtropicali: anche a distanza di settimane, una febbre improvvisa va sempre valutata



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A giugno 2024, in Veneto, era stato diagnosticato il primo caso europeo di febbre Oropouche, a cui ne sono seguiti altre tre: uno in Emilia Romagna, altri due in Lombardia. Così il conteggio, in Italia, è arrivato a quattro casi, destando crescente preoccupazione. Ma di cosa si tratta? Rischiamo una nuova pandemia? Gli esperti tranquillizzano.

«Si tratta di una arbovirosi, cioè di un agente virale la cui trasmissione avviene attraverso gli artropodi, come le zanzare e alcuni moscerini», spiega il dottor Claudio Droghetti, responsabile dell’ambulatorio di Medicina dei Viaggi presso il Centro Diagnostico Italiano. «Ciò significa che il contagio avviene attraverso la puntura di un insetto infetto, mentre non esistono prove di trasmissione diretta fra uomo e uomo. Dunque, non dobbiamo immaginare lo scenario che abbiamo vissuto con il Covid-19».

Che cos’è la febbre Oropouche

L’Oropouche è un virus a singolo filamento di RNA, come i Coronavirus o gli Orthomyxoviridae (di cui fanno parte i patogeni che provocano la comune influenza), che appartiene al genere Orthobunyavirus e alla famiglia Peribunyaviridae. «Deve il suo nome al fiume Oropouche, a Trinidad e Tobago, dove nel 1955 fu scoperto e isolato per la prima volta», racconta il dottor Droghetti.

«Non a caso, si tratta di un virus diffuso soprattutto nelle zone tropicali e subtropicali del pianeta, come Cuba, Trinidad e Tobago o Brasile, dove circola in particolare durante le stagioni delle piogge, che favoriscono la riproduzione dei vettori».


Quali sono in sintomi della febbre Oropouche

Il periodo di incubazione, che intercorre tra l’esposizione al virus e la comparsa dei primi sintomi, va da 3 a 8 giorni. A quel punto compare una sintomatologia in gran parte sovrapponibile a quella di altri virus tropicali, come Dengue, Zika o Chikungunya: una febbre alta e improvvisa, a cui possono associarsi brividi, mal di testa, dolori articolari e muscolari, nausea e vomito, malessere generale, dolore retrorbitale (dietro agli occhi), fotofobia (sensibilità anomala alla luce) e, talvolta, esantema (chiazze rosse diffuse) e diarrea.

«Generalmente, la febbre dura pochi giorni, mentre nel 60% dei casi dopo la prima fase acuta gli altri sintomi tendono a ripresentarsi, in forma meno grave: di solito da due a dieci giorni, ma anche dopo un mese dalla prima comparsa», riferisce il dottor Droghetti.


Quali sono i pericoli della febbre Oropouche

La disidratazione è la principale complicanza che può manifestarsi in caso di febbre alta e diarrea.

«Così, il paziente avverte labbra secche, battito cardiaco accelerato, problemi renali con ridotta produzione di urina e pelle secca», riferisce l’esperto. «Esiste anche un’evenienza grave, ma per fortuna rara, dove la febbre Oropouche arriva a interessare il sistema nervoso centrale, causando meningite ed encefalite».


Come si diagnostica la febbre Oropouche

La diagnosi di febbre Oropouche si avvale degli esami di virologia classica e molecolare che vengono effettuati nei centri di riferimento per le arbovirosi. Il ricorso a questi test è indicato in chi presenta una sintomatologia sospetta ed è appena rientrato da un soggiorno in zone del mondo dove l’infezione è endemica.

Ecco perché, prima di partire, è fondamentale agire in prevenzione: in caso di dubbio, chiamando il numero 02.78637304, attivo sette giorni su sette, dalle ore 17 alle 21, è possibile parlare gratuitamente con uno specialista in Medicina dei Viaggi del Centro Diagnostico Italiano per ricevere le informazioni utili su vaccinazioni, documenti sanitari, farmaci da mettere in valigia e tutto ciò che c’è da sapere per viaggiare sicuri.

Come si cura la febbre Oropouche

Al momento non esistono cure specifiche per la febbre Oropouche, quindi l’approccio terapeutico si limita a trattamenti sintomatici, in attesa che l’infezione si risolva spontaneamente.

«Oltre a bere in abbondanza per scongiurare il rischio di disidratazione, si può ricorrere ad analgesici e antinfiammatori da banco, eccetto l’aspirina, che potrebbe peggiorare le condizioni anziché migliorarle», tiene a precisare l’esperto. «Nei casi più gravi, poi, si potrebbe ricorrere a un farmaco antivirale, la ribavirina, che sostiene il sistema immunitario contro il virus».

Come si previene la febbre Oropouche

Anche se i vettori responsabili della febbre Oropouche non dovrebbero essere presenti in Italia, non si può escludere che i cambiamenti climatici possano consentirne la proliferazione anche alle nostre latitudini. «Per questo motivo, è bene attuare tutte le strategie attualmente disponibili per il contenimento della riproduzione delle zanzare e dei moscerini», raccomanda il dottor Droghetti.

«Per allontanarli, è necessario evitare i piccoli accumuli d’acqua intorno alla propria abitazione, come nei sottovasi delle piante, e ridurre il più possibile le zone di pelle esposta durante la nostra permanenza all’aperto, indossando abiti di colore chiaro e applicando una lozione repellente efficace. Possono essere utili anche le zanzariere e i diffusori elettrici di insetticidi, utilizzando solo prodotti efficaci e sicuri in base alle dosi, alle istruzioni e alle controindicazioni riportate sulla confezione».



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