di Valentino Maimone
Non è facile da scoprire ed è nemica della digestione. È l’ernia iatale, disturbo che riguarda il 15% degli italiani e che si accompagna quasi sempre a un altro grande problema dell’apparato digerente: il reflusso gastroesofageo. Il dottor Giuseppe Milazzo, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina dell’ospedale Vittorio Emanuele III di Salemi (Trapani), ti spiega come affrontarla.
Che cos’è
L’ernia iatale si verifica quando una piccola porzione dello stomaco risale dall’addome al torace. «Nella stragrande maggioranza dei casi accade se lo iato diaframmatico, cioè il foro nel diaframma attraverso cui l’esofago si collega allo stomaco, è più ampio del normale», precisa Milazzo, che continua: «La pressione all’interno dell’addome facilita questo spostamento verso l’alto».
I due tipi
Oltre a quella più diffusa (“da scivolamento”), esiste una forma, più rara, definita paraesofagea: una piccola porzione di stomaco risale al torace nonostante lo iato diaframmatico sia normale.
Perché compare
Le cause sono soprattutto genetiche, ma alcuni sport possono favorire la formazione di ernie iatali: «Sono fattori di rischio le immersioni subacquee o il sollevamento pesi, che creano un aumento della pressione addominale durante lo sforzo. Ma sono più predisposti anche gli obesi, perché il peso provoca una tensione eccessiva a livello della pancia».
Quali disturbi provoca
«Di per sé non dà sintomi, ma spesso si accompagna al reflusso gastroesofageo. Compare quindi dolore alla bocca dello stomaco, bruciore dietro lo sterno, risalita del cibo fino alla bocca».
La terapia consigliata
«ln presenza di reflusso il medico comincia con una cura di 4 settimane a base di prazoli, farmaci che abbassano l’acidità dei succhi gastrici (anche 2 volte al giorno, 30 minuti prima di colazione e di cena), eventualmente abbinati a sodio alginato o altri gastroprotettori. Nello stesso tempo, dà indicazioni su stili di vita e alimentazione (vedi qui di seguito)». Se i sintomi migliorano, si può fare un altro ciclo da 28 giorni. «Altrimenti serve una gastroscopia, per capire se ci sono lesioni sull’esofago causate dall’acidità del rigurgito. In questo caso si raddoppiano le dosi di prazoli, cui si abbinano altri farmaci che l’esperto sceglie sulla base delle caratteristiche del paziente». Così facendo si può tenere bene sotto controllo: «In caso di ricaduta, si fanno cicli di prazoli da 2 o 4 settimane».
Le regole anti-bruciore
Se sai affrontare il reflusso gastroesofageo, l’ernia iatale non darà problemi. Ecco allora 5 consigli del dottor Giuseppe Milazzo per tenere sotto controllo i fastidi.
1 STOP ALLE SIGARETTE Il fumo irrita le mucose dell’esofago e accentua l’infiammazione.
2 NON ANDARE A LETTO SUBITO DOPO CENA Fai passare almeno 3 ore dal pasto, per favorire la digestione. E prova a vedere se dormire con due cuscini ti porta giovamento, evitando il reflusso.
3 OCCHIO AI CIBI CHE FAVORISCONO IL REFLUSSO Elimina fritti, dolci e condimenti troppo elaborati. Evita o riduci parecchio cioccolato, menta, liquirizia, pomodoro e agrumi. Ma fai sempre un test su te stessa: quello che fa male ad altri potrebbe non farlo a te.
4 POCO ALCOL, ZERO SUPERALCOLICI Un bicchiere di vino o birra può andare; grappe, whisky e amari proprio no.
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Articolo pubblicato sul n.49 di Starbene in edicola dal 24/11/2015