di Angela Altomare
Articolo pubblicato sul n.1 di Starbene in edicola dal 20/12/2016
di Angela Altomare
iL’obbligo è scattato pochi giorni fa. Prima la tabella nutrizionale doveva essere presente solo sui prodotti con scritte tipo “ad alto contenuto di fibre”, “senza grassi”, “ricco di vitamine”...
Adesso, invece, salvo poche eccezioni, tutti gli almenti confezionati devono riportarla, specificando in particolare le quantità di grassi saturi, zuccheri e sale (cioè delle “sostanze” più dannose per la salute, se consumate in quantità eccessive).
Lo impone l’entrata in vigore del regolamento Ue 1169/2011. Vediamo nel dettaglio cosa prevede.
INDICAZIONI FACILI DA LEGGERE
La dichiarazione nutrizionale deve comparire sempre nella stessa posizione e sotto forma di tabella. «Solo se lo spazio non lo consente, può essere presentata in formato lineare», spiega la biologa Gabriella Lo Feudo del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia
agraria, che ha stilato una guida sulle nuove etichette nutrizionali (puoi scaricarla anche tu gratuitamente dal sito crea.gov.it).
A dover essere indicati “per forza” sono il valore energetico, la quantità totale di grassi, di acidi grassi saturi, di carboidrati, di zuccheri, di proteine e di sale contenuti in 100 g o 100 ml di prodotto», precisa la dottoressa Lo Feudo.
«Queste informazioni permettono di comparare più facilmente prodotti della stessa categoria ma di marchi diversi o preparati con ingredienti differenti». E di tenere meglio sotto controllo i nutrienti più “dannosi” per il benessere dell’organismo.
INFORMAZIONI FACOLTATIVE IN PIÙ
La stessa normativa permette di esprimere sull’etichetta il valore energetico e dei nutrienti per porzione (o per unità di consumo) a patto che sia indicato anche il nume ro totale delle porzioni per confezione.
«Questa indicazione, quando è presente, consente di capire l’impatto della quantità consigliata sull’intera giornata alimentare», spiega la biologa.
«A discrezione dell’azienda possono essere riportati i grassi monoinsaturi e polinsaturi, i polioli, le fibre, oltre alle vitamine e ai sali minerali, se presenti in “quantità significativa, ossia se ogni 100 g o 100 ml di prodotto (o in ogni confezione) ne contengano almeno il 15% dei valori nutritivi di riferimento scritti nello stesso regolamento».
SALE AL POSTO DEL SODIO
Una delle novità introdotte dall’entrata in vigore della normativa europea riguarda l’indicazione in etichetta del sale al posto del sodio (quello, tra i suoi due componenti, dannoso per la salute).
«La scelta è stata dettata dal desiderio di rendere più semplice per il consumatore la lettura dell’etichetta nutrizionale », spiega la dottoressa Lo Feudo.
Tanto più che l’Organizzazione mondiale della sanità (e la nostra Società di nutrizione umana) nei loro consigli per la salute parlano di sale (ricordati che non devi superare i 5 grammi al giorno!) e non di sodio.
I PRODOTTI TABELLA FREE
A differenza del latte UHT, di quello pastorizzato e dell’olio extravergine di oliva, sono esentati dall’obbligo della dichiarazione nutrizionale caffè, sale, tè, riso, farine, bevande alcoliche con gradazione superiore all’1,2% di alcol, erbe, spezie, gelatina, gomme da masticare.
Secondo la legislazione europea anche i prodotti alimentari confezionati in maniera artigianale o forniti al consumatore e ad attività locali direttamente dal fabbricante in piccole quantità oppure preparati nei locali che vendono direttamente l’alimento non hanno vincoli.
«L’esenzione però, come chiarisce la circolare congiunta del Ministero dello Sviluppo Economico e della Salute del 16 novembre scorso riguarda le imprese che fatturano fino a 2 milioni di euro e che hanno meno di 10 dipendenti e quelle che operano non a livello nazionale, ma solo nella provincia in cui ha sede l’azienda e in quelle limitrofe », conclude la nostra esperta.
I MARCHI LATTOSIO FREE PER CIBI (E NON SOLO)
>alimenti - Il bollino di colore azzurro “L-free Lactose” rende facilmente riconoscibili al consumatore tutti gli alimenti, i farmaci e gli integratori in commercio che non contengono lattosio.
Quello “L-free milk”, di colore verde, identifica invece i prodotti che non solo non contengono lattosio, ma sono privi di tracce di proteine del latte e quindi adatti anche agli allergici (puoi vederli su associazioneaili.it).
>bar, ristoranti, pizzerie Il logo adesivo - “L-free fuori casa” permette infine di individuare i locali che offrono piatti e prodotti senza lattosio (trovi l’elenco sempre sul sito associazioneaili.it).
LATTE “RINTRACCIABILE”
Dal 1° gennaio 2017 tutti i prodotti lattiero caseari, compresi i formaggi sfusi e preincartati, dovranno obbligatoriamente indicare il nome del
Paese in cui il latte è stato munto, confezionato e trasformato.
Se le diverse fasi sono avvenute nello stesso Paese comparirà, per esempio, la dicitura “Origine del latte: Italia”.
Se invece sono avvenute in Paesi diversi sulle confezioni saranno presenti scritte come “Miscela di latte di Paesi Ue o non di Paesi Ue” per la mungitura, “Latte trasformato in Paesi Ue o in Paesi non Ue” per la trasformazione.
Articolo pubblicato sul n.1 di Starbene in edicola dal 20/12/2016
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Cara lettrice/caro lettore, le consiglio di rivolgersi ad un medico specialista in scienza dell'alimentazione o ad un servizio di dietetica di un ospedale della sua zona. In questo modo, dopo un'adeg...
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