Donare sangue, puoi farlo anche tu: i falsi pregiudizi

C’è chi è convinto di non essere idoneo perché segue una dieta vegetariana oppure ha molti tatuaggi e chi pensa di essere fuori tempo massimo perché ha superato i sessant’anni. Il presidente dell’AVIS sfata i pregiudizi più diffusi e ci invita a compiere senza timori questo prezioso gesto di solidarietà



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Buone notizie sul fronte trasfusioni di sangue. L’intelligenza artificiale ci aiuta a migliorarne la qualità e la sicurezza. Uno studio canadese e uno coreano hanno infatti dimostrato che l’utilizzo di algoritmi di apprendimento automatico permette di ottimizzare e velocizzare l’esame dei globuli rossi donati per cogliere quelle alterazioni che potrebbero indicare un loro iniziale “invecchiamento” durante la conservazione, in modo da selezionare e trasfondere solo le sacche migliori.

L’IA potrà risultare determinante anche nell’eseguire compiti meno tecnici ma altrettanto utili, come prevedere i periodi di maggiore richiesta di sangue, identificare potenziali popolazioni di donatori e personalizzare la comunicazione a loro rivolta. Fondamentale sarà riuscire a coinvolgere soprattutto i più giovani, che nonostante gli appelli lanciati da celeb di tutto il mondo, entrano sempre meno nei centri per le donazioni.


Le nuove generazioni sono restie

«Spesso i giovani credono di non poter donare sangue per paure infondate o per scarsa informazione», afferma Gianpietro Briola, presidente di AVIS nazionale. «Secondo un’indagine condotta dall’Associazione su un campione di 5.600 ragazzi, solo il 38% sarebbe intenzionato a donare al compimento della maggiore età, oltre il 10% in meno rispetto al precedente sondaggio di due anni fa».


Donare sangue: i timori più comuni

Otto ragazzi su dieci si autoescludono per timore degli aghi o della vista del sangue, mentre altri perché indossano piercing e tatuaggi o hanno abitudini a rischio, come l’uso di alcol e droghe leggere. Il risultato è che nel 2022 i donatori tra i 18 e i 45 anni sono calati del 2%.

Quello che manca è il ricambio generazionale, e l’AVIS viene sostenuta sempre più dalla generosità dei donatori over-50: la fascia di età che cresce maggiormente, infatti, è quella dei donatori tra i 56 e i 65 anni, che in un anno sono aumentati del 7%. Il bilancio della raccolta in Italia resta tutto sommato positivo, anche se ci sono delle criticità. Nel 2022 sono state raccolte 2,5 milioni di unità di globuli rossi e sono state effettuate 2,4 milioni di trasfusioni. I dati aggiornati ai primi 10 mesi del 2023 evidenziano anche un lieve aumento dell’1% delle unità di globuli rossi.

«L’Italia è autosufficiente per quel che riguarda i globuli rossi, ma l’obiettivo dev’essere ancora raggiunto per il plasma, che viene usato non solo in ambito clinico per i pazienti, ma anche per la produzione industriale di farmaci», precisa il dottor Briola. «Per questo motivo siamo ancora costretti a importare dall’estero circa il 25% dei plasmaderivati impiegati per l’emofilia, la cirrosi epatica, le ustioni, la prevenzione dell’epatite B, il tetano, i trapianti e molto altro ancora».


La rivincita degli “over 65”

Secondo recenti stime del Centro Nazionale Sangue, l’acquisto dei plasmaderivati all’estero comporta una spesa di circa 179 milioni di euro all’anno per il Servizio Sanitario Nazionale, un esborso destinato ad aumentare ancora. «Sebbene nei primi mesi del 2023 si sia registrato un incremento del 5% delle donazioni di plasma, resta ancora molto da fare, perché i farmaci plasmaderivati saranno sempre più richiesti in futuro», continua l’esperto.

Per aumentare la raccolta di sangue e plasma, è stata recentemente presentata una proposta di modifica della normativa vigente per agevolare le donazioni degli over 65 e semplificare le procedure necessarie. «Gli ultrasessantacinquenni di oggi godono di condizioni di salute migliori di quando è stata approvata la legge 20 anni fa: in molti casi possono continuare a donare senza alcun problema», sottolinea il presidente dell’AVIS. «Questa pratica è già realtà in alcuni centri trasfusionali all’avanguardia, ma le donazioni degli “over 65” sono ancora poche. Il nostro auspicio è che presto possa diventare una procedura normale in tutta Italia».


Donazione sangue, testimonial famosi

Richard Branson. Il magnate d’affari inglese, 73 anni, sostiene la donazione di sangue anche in età avanzata.

Cristiano Ronaldo. Dal 2015 l’asso portoghese, 39 anni, è donatore e testimonial di campagne.

Jackie Chan. L’attore di Hong Kong, 69 anni, incoraggia la donazione per i bambini.

Miley Cyrus. L’attrice e cantante statunitense, 31 anni, è un’instacabile “promoter” delle donazioni di sangue.

Tom Hanks. L’attore hollywoodiano, 67 anni, ha abbracciato la causa delle donazioni dopo essere guarito dal Covid.

Andrea Bocelli. Il noto cantante, 65 anni, crede nella donazione di sangue a favore della ricerca.


Donare sangue, le fake news

Con tatuaggi e piercing non si può donare. FALSO. Secondo le indicazioni del Ministero della Salute è possibile donare, a patto di aspettare quattro mesi dopo averli fatti: questo intervallo di tempo permette di verificare che non si sia contratta alcuna infezione.

I vegani non possono donare. FALSO. Vegani e vegetariani possono donare tranquillamente il sangue. Il colloquio con il personale medico e i controlli effettuati prima di ogni donazione consentono di verificare se i livelli di emoglobina e ferro sono adeguati, garantendo la sicurezza del donatore.

Donare fa dimagrire. FALSO. Il prelievo di 450 ml di sangue ogni 90 giorni non incide sul peso corporeo, perché il sangue si ricostituisce in pochi giorni: per produrre nuove proteine, globuli rossi e altre componenti, l’organismo “brucia” fino a 650 calorie.

Chi consuma cannabis non può donare. FALSO. Un uso occasionale di cannabinoidi (comunque nocivo per chi lo pratica e vietato dalla legge) non è una preclusione assoluta, ma può portare a una temporanea sospensione della donazione. È importante parlarne al medico durante il colloquio preliminare alla donazione, in modo che possa valutare l’idoneità.

Donare il sangue è pericoloso per il cuore. FALSO. È scientificamente provato che i donatori di sangue sono meno soggetti a cardiopatie (-33%) e attacchi di cuore (-88%), specialmente grazie al costante monitoraggio dei livelli di ferro nel sangue. Un sovraccarico può infatti causare problemi, come aritmie e ispessimento delle arterie.

fonte: FIDAS - Federazione Italiana Associazioni Donatori Sangue.


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