QUAL È LA CURA?
«Il mio metodo - spiega Annalisa Subacchi - prevede l’esclusione degli alimenti “infiammanti” per un periodo non superiore a 6 mesi e la loro successiva reintroduzione.
Durante il periodo di eliminazione vengono banditi tutti i cibi che contengono lieviti (pane, grissini, fette biscottate, biscotti, cracker, dolci, birra), quelli che hanno subito un processo di fermentazione (yogurt, formaggi, aceto, salsa di soia, salsa di riso, maionese industriale, dadi da brodo), quelli che appartengono alla stessa famiglia dei lieviti (come i funghi) o che contengono muffe come il gorgonzola.
Questo approccio permette la riduzione dell’infiammazione e, nei periodi di reintroduzione, evita che l’organismo diventi sensibile a quel determinato tipo di alimento». «Io suggerisco un sistema di “rotazione” dei cibi per controllare l’infiammazione da profilo alimentare.
L’obiettivo è proprio quello di insegnare al paziente a modulare meglio le proprie scelte nutrizionali a tavola, senza eliminare nulla dalla propria dieta», aggiunge la dottoressa Speciani.