Come funziona
La dieta mima-digiuno può essere affrontata solo da persone sane e sotto stretto controllo medico. «Per esempio, non possono seguire questo regime gli anoressici, i diabetici e chi è affetto da alterazioni metaboliche », spiega Mario Mirisola, biologo molecolare e nutrizionista dell’Università di Palermo. «Chi non ha problemi di peso e vuole seguire la dieta mima-digiuno solo come buona pratica per rallentare l’invecchiamento ed evitare malattie degenerative, può seguirla per cinque giorni ogni tre o sei mesi, a seconda dei casi. Chi è obeso, invece, può metterla in pratica anche due volte al mese, sempre sotto controllo medico, fino a raggiungere un peso accettabile. A quel punto, si scende a una volta al mese o anche meno».
Ma cosa si mangia in quei giorni? Alimenti speciali, di supporto, che garantiscono la giusta integrazione di sostanze, e danno l’impressione di mangiare ma per l’organismo hanno lo stesso effetto del digiuno totale. Si tratta di barrette, zuppe, bevande e snack che sono già disponibili negli Stati Uniti e, a breve, lo saranno anche in Italia (l-nutra.com). «Sconsigliamo il fai da te: questo genere di diete sono molto potenti e, quindi, vanno adoperati prodotti già testati clinicamente», raccomanda il nutrizionista Mirisola. «L’ideale, poi, nei giorni che seguonola dieta mima-digiuno, è un’alimentazione vegana con 0,8 grammi di proteine per chilo di peso corporeo, per esempio 40 grammi per una persona di 50 chili. In questo modo, si compensa la carenza di proteine dei giorni di digiuno». Un’alternativa, per chi teme di non riuscire a reggere cinque giorni a stecchetto, è concentrare l’alimentazione in soli due pasti e uno spuntino. «Così, si concedono all’organismo lunghe ore di pausa che inducono un parziale stato di digiuno», conclude l’esperto.