Deriva dal greco la parola zeolite. È composta dall’unione di zeo (bollire) e lithos (pietra). Si tratta infatti di una roccia di origine vulcanica, formatasi dall’incontro della lava incandescente con l’acqua di mare, e composta per lo più da cristalli di dolomite, silice e carbonato di calcio.
«Si calcola che nel mondo esistano circa 600 miniere di zeolite a cielo aperto, di cui alcune situate in Europa: Lazio, Ucraina, Austria, Grecia e Turchia», spiega il dottor Paolo Giordo, medico esperto in terapie naturali a Firenze, Roma e Grosseto.
«Vero dono della natura per disintossicare l’organismo, la zeolite viene utilizzata in polvere o in capsule per la straordinaria capacità chelante, in quanto riesce a “intrappolare” ed eliminare i metalli pesanti tossici: cadmio, cromo, mercurio, arsenico, piombo, manganese, cobalto, nichel e berillio».
La sua efficacia è confermata dagli studi condotti dal professor Fedele Manna, docente di discipline chimiche, farmaceutiche e tecnologiche all’Università La Sapienza di Roma: dopo 8 mesi di trattamento la quantità di metalli pesanti presenti nell’organismo umano si riduce del 50%.
Un’ulteriore conferma si ha dosando i minerali traccia presenti sul capello, tramite un esame che analizza il fusto chiamato mineralogramma.
I rischi degli inquinanti
I metalli pesanti, accumulandosi nei tessuti organici (specie quelli nervosi), possono causare diverse malattie: dai disordini del sistema immunitario ai disturbi nervosi, dalla stanchezza cronica alle malattie neurodegenerative (Parkinson e Alzheimer), dalla fibromialgia alle infiammazioni croniche dell’intestino fino ai tumori.
Tant’è che il professor Wolfang Toma dell’Ospedale di Villach (Austria) utilizza la zeolite per ridurre gli effetti tossici della chemioterapia. «Va precisato che l’unica forma di zeolite in grado di assorbire come una spugna i metalli pesanti è quella polverizzata in modo meccanico con pale di ceramica e trasformata nella sua forma attiva: la clinoptilolite», avverte il dottor Giordo.
«Solo questa è in grado di realizzare degli scambi cationici utili per il nostro organismo: assorbe gli ioni positivi dei metalli pesanti e cede gli ioni negativi di magnesio, calcio e silice, tre oligoelementi preziosi per i muscoli, i tendini e i legamenti, nonché per il sistema nervoso e cardiovascolare».
Le dosi ok per depurarsi
Il benefico scambio di ioni tra la zeolite e l’organismo, ideale per chi cerca una disintossicazione profonda, si realizza assumendo un grammo di polvere di clinoptilolite o una capsula da 900 mg mezz’ora prima dei pasti, con abbondante acqua.
Arrivando dritti nell’intestino, i microcristalli si comportano come una calamita nei confronti sia dei metalli pesanti sia dell’eccesso di alluminio, metallo leggero di per sé non nocivo ma che lo diventa se supera certi livelli.
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Articolo pubblicato sul n. 46 di Starbene in edicola dal 31/10/2017