E PER QUANTO RIGUARDA DIETA E FUMO...
La dieta mediterranea rimane vincente anche in chi ha già fatto i conti con un problema cardiovascolare, come i quasi 1200 partecipanti allo studio epidemiologico Moli Sani, osservati per 7 anni. «Quelli che l’hanno seguita meglio, hanno fatto registrare una riduzione del rischio di morte (per qualsiasi causa) del 37%», racconta Giovanni De Gaetano, direttore del dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’IRCSS Neuromed di Pozzilli e coautore dello studio.
«Il maggior contributo nella riduzione del rischio è dato da un più alto consumo di verdure, sia cotte che crude, seguito da pesce, frutta, noci, olio di oliva, tutti alimenti particolarmente ricchi di polifenoli, antiossidanti e antinfiammatori ». Lo stesso studio ha rilevato come livelli molto bassi di vitamina D siano connessi a un incremento di quasi il 60% del rischio di insufficienza cardiaca.
«Si tratta però di situazioni di carenza rare» spiega De Gaetano. Dimentica poi le sigarette. Chi riprende a fumare dopo una sindrome coronarica acuta si espone a un rischio di un nuovo infarto entro l’anno 3 volte superiore rispetto a chi ha smesso. Se non fumi più, invece, il rischio si riduce dopo solo un anno di astinenza e, dopo 20 anni, diventa simile a quello di chi non ha mai fumato.