Il benessere della vista ha un avversario in più: è il make up. L’allarme è stato lanciato da alcuni esperti mondiali di malattie della superficie oculare, riuniti a Roma in occasione del recente convegno organizzato dalla società scientifica americana Tear Film & Ocular Surface Society (Tfos).
Secondo gli scienziati, i cosmetici per il viso possono provocare e aggravare la sindrome dell’occhio secco, problema che si verifica quando le lacrime non vengono prodotte in quantità sufficiente, evaporano troppo in fretta o sono prive della giusta consistenza.
Sul banco degli imputati eyeliner e mascara
«Abbiamo condotto diversi studi che dimostrano un’aumentata incidenza di reazioni avverse ai cosmetici per gli occhi, come irritazioni, allergie, dermatiti da contatto, blefariti e, appunto, sindrome dell’occhio secco», sottolinea Amy Gallant Sullivan, direttore esecutivo di Tfos.
«In particolare, il make up può influire in modo determinante sul film lacrimale, la pellicola che serve a proteggere la cornea da essiccazione e infezioni, aiutando ossigenazione e idratazione. È sufficiente che minuscole particelle di cosmetici raggiungano la superficie oculare per dare il via al disturbo, oppure accentuarlo», puntualizza il professor David A. Sullivan, docente associato di oftalmologia alla Harvard Medical School di Boston (Usa).
Un evento che accade molto spesso: «Il 15-30% dell’eyeliner applicato sul bordo della palpebra, per esempio, finisce sull’occhio dopo soli 5 minuti», continua l’esperto, Non solo: uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Auckland (Nuova Zelanda) ha dimostrato come, dopo tre mesi di utilizzo, sul 30% degli spazzolini per il mascara si accumulino sebo, cellule morte, acari e batteri; tutti in grado di contaminare il prodotto e aumentare i rischi di sindrome dell’occhio secco.
«Inoltre, alcune sostanze contenute nelle creme antiage e per il contorno occhi possono avere effetti negativi sulle ghiandole di Meibomio, che secernono lo strato più esterno del film lacrimale. Mentre certi conservanti impiegati nei cosmetici, come anche la colla usata per applicare le ciglia finte, risultano molto aggressivi per i componenti naturali delle lacrime», continua l’esperto.
Parola d’ordine: seguire le regole d’igiene
Questo non significa che bisogna rinunciare al maquillage. «Occorre chiarire come il rischio per gli occhi derivi solo dall’uso continuato, intenso e scorretto dei cosmetici», tranquillizza il professor Sullivan.
Ecco perché è fondamentale il rispetto di alcune regole basilari: «Struccarsi sempre con cura a fine giornata; tenere presente che i cosmetici waterproof, più difficili da togliere, richiedono detergenti piuttosto aggressivi che possono finire all’interno della congiuntiva e danneggiare le ghiandole che secernono le lacrime; non indossare troppo a lungo le ciglia finte; sostituire i mascara e le matite occhi ogni tre mesi e, comunque, evitare di utilizzarli dopo la data di scadenza», elenca l’esperto.
Che tiene a precisare un altro dettaglio importante: «È l’oculista lo specialista ideale con cui confrontarsi. Soltanto lui può sapere se il cosmetico che si usa abitualmente è adatto alle proprie esigenze ed è compatibile con la salute della vista».
Le cure in fase di studio
L’elenco dei consigli del professor Sullivan fa intuire come l’unica arma davvero efficace contro la sindrome dell’occhio secco sia la prevenzione: «Oggi non esiste una terapia risolutiva, si possono soltanto tenere sotto controllo i sintomi. Lo strumento migliore sono le lacrime artificiali, da utilizzare in formato monodose per evitare conservanti che potrebbero provocare irritazioni e infiammazioni, peggiorando la situazione», sottolinea il professor Aldo Caporossi, direttore della Clinica oculistica del Policlinico Agostino Gemelli di Roma.
Ma anche in questo campo, le ultime ricerche stanno facendo scoprire nuove opportunità di cura: «Recentemente è iniziato uno studio pilota su 20 giocatori professionisti di pallanuoto. L’obiettivo è capire se rossori, pruriti e irritazioni degli occhi che si verificano in chi è continuamente a contatto con l’acqua della piscina, senza indossare gli occhialini, possano esporre alla sindrome dell’occhio secco. E se, nel caso, risulti efficace l’uso quotidiano di un collirio a base di acido ialuronico crosslinkato, coenzima Q10 e vitamina E. Risultati positivi sarebbero in grado di fornire indicazioni importanti per migliorare ulteriormente il trattamento del problema», conclude il professor Caporossi.
Un problema molto diffuso
L’occhio secco è più frequente nel gentil sesso: «Arriva a interessare il 50% delle over 45 e fino al 90% di quelle in menopausa», precisa l’oculista Aldo Caporossi.
C’è una ragione specifica? «In parte è colpa degli estrogeni, che inducono una maggiore evaporazione del film lacrimale. Un fenomeno che viene accentuato dalle variazioni dei livelli ormonali tipiche della menopausa. Inoltre, se consideriamo che nell’adulto sopra i 60 anni è molto comune un deficit dello strato acquoso della lacrima causato dall’età che avanza, si intuisce perché si debba fare ancora più attenzione una volta superati i 40 anni».
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Articolo pubblicato sul n. 44 di Starbene in edicola dal 15 ottobre 2019