2. TIENI ALLA LARGA IL DIABETE
Un’igiene dentale inadeguata spiana la strada al diabete. Con il tempo l’irritazione, data dall’accumulo di placca batterica, si espande fino a diventare da locale a generale, creando un continuo insulto al sistema neuroendocrino e a quello immunitario. Bersagliati, vanno in tilt favorendo l’insorgenza del diabete nei soggetti predisposti.
«Se è vero che gengiviti e malattia parodontale possono causare il diabete è ancora più frequente il contrario: sono, infatti, uno dei primi segnali d’allarme che deve far sospettare una resistenza insulinica», puntualizza il dottor Bardaro.
«Grazie a nuovi test, rapidi e indolori, oggi è possibile analizzare il fluido crevicolare secreto dal solco gengivale e misurare la concentrazione di veri e propri marker biologici che segnalano l’instaurarsi di un diabete alimentare, spesso non diagnosticato.
Se la visfatina, la leptina e la resistina presenti in questo fluido sono più alte della norma, viene confermata la presenza del diabete. Una condizione molto frequente nelle persone in sovrappeso anche modesto, che però presentano un certo grado di obesità addominale: profilo “a mela”, girovita allargato, organi interni rivestiti di grasso… ed ecco la resistenza periferica all’insulina, anticamera del diabete».
Confermata la diagnosi, anche in questo caso è fondamentale affrontare il problema con un approccio multidisciplinare che coinvolganon soltanto la figura dell’odontoiatra, ma anche quella del diabetologo e del dietologo.
Solo con un lavoro di squadra, che risolva i sintomi all’origine, è possibile prevenire o contenere la malattia parodontale che, nei diabetici, è particolarmente fastidiosa perché i tessuti gengivali si infettano facilmente e le ferite guariscono lentamente. Il diabete di tipo due, infatti, intacca le strutture neurovascolari del dente.