Con l’arrivo dell'inverno per la pelle sono dolori, perché il clima gelido mette alla prova il film idrolipidico, la sottile pellicola che ricopre la superficie cutanea: «Le basse temperature ne riducono la naturale quota di lipidi e riserve d’acqua, lasciando la cute “allo scoperto”», spiega la dottoressa Magda Belmontesi, dermatologa e docente al Master di medicina estetica dell’Università di Pavia.
«A peggiorare la situazione ci pensano i passaggi dagli ambienti caldi a quelli freddi, che stressano i capillari cutanei. Di conseguenza, anche chi ha non ha mai avuto problemi può ritrovarsi a combattere con un’improvvisa secchezza. Mentre le persone che già soffrono di una malattia dermatologica possono vedere la situazione peggiorare», continua l’esperta. Con i rimedi giusti, però, è possibile ridurre gli effetti negativi dell’inverno sulla pelle. Ecco come intervenire.
Se il freddo causa la dermatite, i geloni o il prurito invernale
Mani secche, ruvide come carta vetrata, che a volte presentano ragadi: «Sono i segni della dermatite da freddo», mette in guardia la dottoressa Mariuccia Bucci, dermatologa a Sesto San Giovanni (Milano). «Un problema che può peggiorare con la comparsa dei geloni, più frequente tra le donne molto magre, meno difese dalle basse temperature. Le piccole vene delle mani si dilatano eccessivamente, il sangue ristagna trasudando liquidi e sostanze infiammatorie, punte e nocche delle dita si arrossano, si gonfiano, prudono e diventano pulsanti e doloranti», specifica l’esperta.
Il freddo è anche responsabile del prurito invernale, che colpisce qualsiasi punto del corpo: «La cute diventa secca e comincia a desquamarsi in piccole scaglie, una forforina leggera associata a un fastidioso prurito che scatta soprattutto la sera, quando ci si spoglia», continua Bucci. «Per prevenire questi disturbi occorre salvaguardare il film idrolipidico. Quindi, meglio rinunciare a normali saponi o detergenti troppo schiumogeni e scegliere alternative oleose, che lubrificano la pelle. Inoltre, niente docce o bagni troppo prolungati, tessuti sintetici e detersivi molto profumati. Per prevenire dermatite da freddo e geloni, quando si esce all’aperto occorre proteggere le mani con guanti di pile idrorepellenti e, ai primi sintomi, usare unguenti autoidratanti a base di poligliceroli o polietileglicoli, sostanze che attirano l’acqua nello strato corneo.
No invece alle normali creme per l’idratazione: tengono umida la pelle, peggiorando la situazione», precisa la dermatologa. «Ai primi accenni di geloni si possono usare creme a base di arnica o olio di iperico, dall'azione lenitiva. Oppure si può preparare un decotto di salvia, pianta capace di ridurre prurito e infiammazione», suggerisce il dottor Maurizio Grandi, oncologo, immunologo e fitoterapeuta a Torino. «Basta farne bollire 5 foglie in un litro d’acqua, aspettare che raffreddi e applicare sui geloni con una spugnetta. Questi rimedi vanno associati agli integratori a base di Gingko Biloba, che migliorano il microcircolo: 300 mg di estratto secco 2 volte al giorno. Oppure possono essere utili le compresse a base di nicotidamide (500 mg al giorno, dietro prescrizione medica), che ha un’intensa azione antinfiammatoria sul microcircolo», aggiunge la dottoressa Mariuccia Bucci. Per il prurito invernale, ok a creme o pomate alla calendula: ricca di flavonoidi, mucillagini e fitosteroli, ha un’azione antinfiammatoria», continua l’oncologo e fitoterapeuta. «In alternativa largo a creme emollienti con sostanze antipruriginose come il polidocanolo.
La xerosi compare in chi ha la pelle secca
«Complici freddo e riscaldamento domestico, la cute già tendenzialmente secca può disidratarsi ulteriormente, diventando più spessa e ricoprendosi di squame dure che si sfaldano, soprattutto su gambe, avambracci e mani.
La pelle assume l’aspetto di un vetro rotto: è la spia della xerosi», chiarisce la dottoressa Mariuccia Bucci. Allergeni e sostanze irritanti possono così penetrare più facilmente, innescando uno stato infiammatorio continuo. Per proteggersi sono utili le norme suggerite per la dermatite da freddo, cui aggiungere creme emollienti a base di urea o acido lattico da applicare dopo il bagno, quando la pelle è ancora umida.
«Chi preferisce i rimedi green può affidarsi a pomate e unguenti con achillea, alloro e arancio amaro: ricche di oli essenziali e flavoni, migliorano la permeabilità della pelle e stimolano il microcircolo cutaneo», suggerisce Grandi. «Tornano utili anche gli integratori a base di precursori dell’acido ialuronico, in grado di aiutare la rigenerazione del film idrolipidico e l’idratazione cutanea», conclude Mariuccia Bucci.
Couperose e rosacea: col gelo le "venuzze" sul viso peggiorano
In inverno disturbi come couperose e rosacea compaiono con più frequenza o, se già presenti, peggiorano. «Colpa dei rapidi passaggi dal caldo al freddo che innescano il flushing, un arrossamento associato a bruciore e sensazione di calore, prima transitorio e poi progressivamente costante», avverte Bucci. «Anche i capillari, già fragili per natura, vengono messi sotto stress: si dilatano, perdono elasticità per poi rompersi e, con il tempo, creare un reticolo sempre più evidente (le teleangectasie o couperose), soprattutto su guance, mento e punta del naso. Inoltre la situazione può degenerare con la comparsa di pustole e papule, segno di una rosacea, patologia su cui pesano anche le disfunzioni ormonali e la predisposizione genetica», continua la dermatologa.
Come intervenire? «Quando si è all’aria aperta occorre sempre proteggere la pelle del viso con una sciarpa. Inoltre, se si entra in un ambiente caldo è bene scaldare le guance appoggiandoci sopra le mani, coperte da guanti di pile o morbida lana. No all’esposizione a sorgenti di calore dirette emesse da phon, saune e raggi solari», suggerisce la dottoressa Magda Belmontesi. «È consigliabile inoltre proteggere la pelle usando una crema con un fattore di protezione solare superiore a 30. Quindi, a tavola meglio evitare cibi molto speziati e piccanti (aumentano prurito e bruciori), bevande bollenti (contribuiscono a compromettere il tono dei capillari) e alcolici», consiglia l’esperta.
«Per ridurre i sintomi della couperose tornano utili creme lenitive e antinfiammatorie a base di estratti vegetali con un’azione vasoprotettiva e antinfiammatoria come rusco, mirtillo, ribes nero o ippocastano, associate a ingredienti dall’effetto calmante sulle terminazioni nervose della pelle (come il butyl-cicloesanolo), in grado di ridurre l’eccessiva reattività a caldo e freddo», suggerisce la dottoressa Mariuccia Bucci. «Per la rosacea, invece, il medico può prescrivere creme a base di acido azelaico, sostanza dall’azione antinfiammatoria, o di ivermectina, principio attivo che annienta un microacaro che colonizza i follicoli, tra i fattori che alimentano l’infiammazione. Nei casi più gravi, però, si può ricorrere alle tetracicline, antibiotici per uso orale con un’azione mirata», puntualizza la specialista.
Acne: fiorisce proprio in questa stagione
Il freddo può favorire la comparsa di brufoli in chi soffre di acne giovanile. Durante l’estate il problema regredisce un po’ grazie all’azione antinfiammatoria dei raggi solari, ma l’abbronzatura crea un ispessimento cutaneo che durante la brutta stagione presenta un conto da pagare. «La cheratina si accumula in superficie e forma dei "tappi" (i comedoni) che aumentano la formazione di foruncoli », spiega Belmontesi.
«Ma anche chi non soffre di acne può ritrovarsi con la pelle disseminata da piccole papule rosa che danno un aspetto simile a una grattugia a fronte, mento o guance. Capita soprattutto a chi abusa di creme grasse, unguenti e make-up troppo coprenti ed effettua una detersione non corretta. Di conseguenza, il follicolo sebaceo si tappa, facendo fiorire le imperfezioni della cosiddetta acne cosmetica», continua l’esperta.
Nel caso, meglio rivolgersi allo specialista: «Per l’acne giovanile può consigliare un peeling domiciliare (a base di acido salicilico e glicolico) che riapre i follicoli. Oppure, 3-4 sedute di terapia fotodinamica, in grado di ridurre l’infiammazione, brufoli e & Co. grazie all’acido 5-aminolevulinico. Il medico stende la sostanza sulla pelle e poi la attiva tramite una luce rossa e blu», specifica la dottoressa Belmontesi.
«Se il problema è molto marcato lo specialista può suggerire farmaci mirati come creme a base di clindamicina, benzoilperossido, retinoidi o, nei casi più gravi, compresse di isotretinoina, da utilizzare sotto stretto controllo medico», aggiunge l’esperta. «Per mettere alle corde l’acne cosmetica, invece, è sufficiente eliminare creme grasse e make-up coprenti, scegliere prodotti oil free e utilizzare sieri che utilizzano acidi della frutta, acido salicilico, lipoidrossiacidi o retinolo. Grazie alla loro azione esfoliante aiutano a eliminare le papule», rassicura la dottoressa Mariuccia Bucci.
La dermatite atopica richiede attenzioni extra
In inverno, peggioramenti in vista anche per il 5-8% di adulti che soffre di dermatite atopica: a causa di motivi genetici queste persone presentano un difetto della barriera della pelle dovuto a un’alterazione di alcune sostanza lipidiche (colesterolo, acidi grassi essenziali come Omega 3 e 6 e ceramidi) del film cutaneo. Le zone bersaglio: collo, décolleté, nuca, area intorno a bocca e palpebre, pieghe interne di braccia e ginocchia.
«Per trovare sollievo largo alle emulsioni che usano acidi grassi Omega 6 e 9 (provenienti da olio di enotera o semi d’uva, per esempio) e a fluidi emollienti e idratanti a base di ingredienti che aiutano a ripristinare la barriera cutanea, come fosfolipidi e ceramidi», suggerisce la dottoressa Belmontesi. Bisogna applicare uno strato sottile e, in caso di prurito, evitare di grattarsi; meglio vaporizzare sulla pelle dell’acqua termale. «Per rifornirsi di preziosi acidi grassi polinsaturi è utile ricorrere anche agli integratori a base di olio di lino, di perilla o di semi ribes nero, che aiutano a contenere la componente infiammatoria della malattia. Bisogna assumere 3-4 capsule da 300 mg al giorno», puntualizza Maurizio Grandi.
Ma quando infiammazione e prurito diventano insostenibili meglio rivolgersi al dermatologo: «In fase acuta può prescrivere creme con cortisonici associate a pomate antibiotiche se ci sono processi infettivi in atto. Oppure soluzioni a base di immunosopressori, come il tacrolimus», spiega Belmontesi. Poi, nel momento in cui i sintomi cominciano a ridursi, lo specialista può suggerire delle terapie per ridurre prurito, arrossamento e placche eczematose: «Come la fototerapia (cioè dei bagni di raggi Uvb a banda stretta) da effettuare 2-3 volte alla settimana, bagni di luce settimanali con un laser a eccimeri o cicli di fangoterapia in un centro termale, con acque bicarbonato calcio magnesiache», specifica l’esperta. Inoltre per le forme di grado medio-grave è da poco disponibile un farmaco biologico molto promettente.
La psoriasi risente della scarsa luce invernale
Le lesioni della psoriasi in inverno tendono a peggiorare: «Colpa della riduzione dei raggi solari e di una maggiore attività dei linfociti T, che alimentano i meccanismi infiammatori della malattia», spiega Bucci. «Inoltre, durante la brutta stagione è più facile essere oppressi dallo stress, che influenza negativamente la malattia. Il risultato: le tipiche placche biancastre aumentano notevolmente, soprattutto su cuoio capelluto, gomiti e ginocchia. I pilastri per passare al contrattacco sono una dieta sana, niente fumo, pochi alcolici e tanta attività fisica. Uno studio pubblicato sul British Journal of Dermatology ha dimostrato che 3 sessioni da 30 minuti di camminata a passo sostenuto alla settimana migliorano sia i sintomi, sia gli effetti delle terapie.
«È importante mantenere ben idratata la pelle con unguenti, creme o lozioni a base di urea o sodio lattato, che aiutano a ridurre lo spessore delle placche», aggiunge Magda Belmontesi. «Per alleviare il prurito, invece, si può ricorrere a integratori di magnolia, pianta con un’azione antistaminica e antipruriginosa in grado di aiutare ad abbassare ansia e stress. Tre capsule da 300 mg di estratto secco al giorno, da associare a una bevanda vegetale a base di desmodium (2 cucchiai al giorno al mattino a digiuno), che facilita lo smaltimento di tossine e scorie da parte dell’intestino, alleggerendo il lavoro della pelle», consiglia Grandi.
In vista del peggioramento dovuto alla brutta stagione è bene anche rivedere la terapia col dermatologo: «Lo specialista può prescrivere creme a base di cortisone e acido salicilico o un gel contenente calcipotriolo (un derivato della vitamina D3) combinato con un cortisonico. Oppure, sedute di fototerapia o cicli di cure in un centro termale con acque sulfuree o bicarbonate. Per le forme più resistenti e gravi sono disponibili retinoidi o farmaci biologici come il secukinumab o l’adalimumab, usati nei centri ospedalieri», conclude Magda Belmontesi.
Labbra secche? No alla glicerina
D’inverno anche le labbra non sono al riparo dai problemi di secchezza.
«Nel caso si può utilizzare uno stick protettivo, ma attenzione all'elenco degli igredienti (Inci). Al primo posto non deve esserci la glicerina, che le secca ulteriormente», mette in guardia Umberto Borellini, cosmetologo a Milano. «Meglio orientarsi su prodotti a base di burro di karitè, muru muru, jojoba o della tradizionale cera d’api: tutti principi attivi emollienti e protettivi». Inoltre, occorre evitare di umettarsi troppo di frequente le labbra, magari nel tentativo di lubrificarle e ridurre la sensazione di secchezza: «Bagnarle significa disidratarle ulteriormente», puntualizza l'esperto.
L'aiuto in più arriva dal cibo
Alcuni alimenti possono dare una mano ad affrontare i problemi della pelle legati ai rigori del freddo. Ecco quelli consigliati dal dottor Maurizio Grandi, fitoterapeuta.
Tonificano la pelle e ne migliorano il microcircolo perché hanno un’azione vasoattiva, indicata per prevenire geloni e dermatite da freddo. Basta spolverizzarne 2 o 3 al giorno sulle pietanze.
Ricco di sostanze benefiche come antiossidanti e vitamina E, è un ottimo emolliente che nutre la pelle e la mantiene idratata. Le dosi
giuste: 2 cucchiai al giorno, usati a crudo come condimento.
Potenti vasoattivi, hanno un effetto protettivo nei confronti di couperose e rosacea. L’erba va utilizzata per aromatizzare piatti e insalate, mentre per garantirsi la protezione dei carciofi occorre consumarne 3- 4 alla settimana.
Sono benefici per le pelli fragili e sensibili perché grazie al loro contenuto di antiossidanti, vitamina C e acidi organici, rinforzano il microcircolo. Le dosi: 3-4 coppette alla settimana.
Ricca di polifenoli e resveratrolo, un antiossidante dall'azione antinfiammatoria, aiuta a contrastare microcomedoni, papule e pustole dell’acne. Bastano 2-3 grappoli alla settimana, da mangiare con tutta la buccia.
È la soluzione più semplice per chi vuole idratare “internamente” la pelle e combattere la secchezza cutanea. Bisogna assicurarsi di bere almeno 6-8 bicchieri al giorno, preferibilmente lontano dai pasti.
Grazie al suo contenuto di Omega 3, preziosi acidi grassi essenziali, protegge e ripara le membrane delle cellule cutanee, incrementando la quota lipidica del film che protegge la pelle. Due porzioni alla settimana.
Ricche di acidi grassi polinsaturi e selenio, hanno un’azione antinfiammatoria che si rivela utile per la pelle afflitta dalla psoriasi. Attenzione però: non più di 4 o 5 al giorno, perché sono molto caloriche.
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Articolo pubblicato sul n. 1 di Starbene in edicola dal 18 dicembre 2018