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Miopia, ipermetropia, astigmatismo: gli interventi per liberarti dagli occhiali

Operarsi agli occhi per correggere i difetti visivi e dire addio agli occhiali? Un grande esperto ci spiega quali sono gli interventi più nuovi ed efficaci e le modalità di recupero

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Operarsi agli occhi per dire addio agli occhiali. Proprio adesso? Perché no? Se lavori a casa in modalità smart working o ”ridotta”, a causa della crisi, puoi ritagliarti il tempo per la visita preliminare, gli esami preoperatori, l’intervento e il periodo di recupero.

Puoi programmarlo secondo i tuoi ritmi, fare la convalescenza nell’intimità della tua casa, risparmiare agli occhi appena operati lo stress del sole, dell’inquinamento o di otto ore di computer no stop. Insomma, la flessibilità di orari gioca a tuo favore e puoi finalmente sbarazzarti di quei difetti della vista che ti obbligano alla schiavitù degli occhiali o delle lenti a contatto. Tanto più che oggi gli interventi di chirurgia refrattiva sono diventati mininvasivi e con un recupero visivo immediato.

Per conoscere le tecniche più all’avanguardia, abbiamo intervistato il dottor Pier Federico Fiorini, oculista, direttore sanitario della Clinica Baviera di Bologna.


Dottor Fiorini, quali sono i difetti di rifrazione più frequenti?

Sono la miopia, dovuta al fatto che la lunghezza antero-posteriore del bulbo oculare è più lunga (di conseguenza l’immagine cade davanti alla retina), l’ipermetropia che è invece dovuta a una lunghezza dell’occhio inferiore (ragion per cui gli i raggi luminosi cadono dietro alla retina) e l’astigmatismo, che fa vedere gli oggetti deformati e con gli aloni, sia da lontano che da vicino. È dovuto a una curvatura asimmetrica della cornea, che mostra una superficie irregolare. In tutti e tre i casi, ci si può operare dai 20 ai 45-50 anni, quando subentra la presbiopia, cioè la difficoltà a mettere a fuoco parole, numeri e oggetti da vicino che è dovuta all’invecchiamento del cristallino. Allora il discorso si complica ed è bene valutare insieme all’oculista che tipo di intervento fare per eliminare in un colpo solo più difetti di rifrazione. Quanto all’età minima dei 20 anni, si tratta di un’indicazione di massima: l’importante è che il difetto visivo si sia stabilizzato da almeno un anno.


Qual è l’intervento che corregge la miopia e l’ipermetropia?

È quello che si avvale di due tecniche in sequenza: il femtolasik, cioè il laser a femtosecondi (unità di misura inferiore al nanosecondo, relativa alla velocità di emissione del fascio energetico) e, subito dopo, il laser a eccimeri. Con il primo si incide l’epitelio corneale e si crea un flap, cioè un piccolo lembo di cornea che si apre come uno sportellino. Ciò permette al laser a eccimeri di entrare e agire in profondità per rimodellare la curvatura della cornea, in modo da poter mettere le immagini a fuoco. L’intervento dura un quarto d’ora, non è doloroso (viene instillato un collirio anestetico) e consente di avere un recupero visivo al cento per cento già dal giorno dopo. Con questa “doppia tecnica” possiamo correggere, in una sola seduta, fino a 8 diottrie di miopia e fino a 4 di ipermetropia. Per difetti superiori si preferisce rinunciare al laser e optare per un intervento di stampo più tradizionale: ovvero l’applicazione delle cosiddette lenti fachiche, minuscole lentine posizionate in maniera permanente davanti al cristallino. Una specie di “occhiale interno” che garantisce una perfetta visione.


Com’è il decorso postoperatorio?

Subito dopo l’intervento di “rimodellamento corneale” il paziente avverte una sensazione di corpo estraneo o di sabbia negli occhi, che passa in poche ore. Deve inoltre portare per 3-4 giorni degli occhiali da sole, peché la cornea assottigliata è più sensibile alla luce e può causare fotofobia. Inoltre, deve usare per 10 giorni un collirio a base di cortisone e antibiotico, e per 15 un terzo collirio antinfiammatorio non steroideo. Infine, per contrastare la fastidiosa sensazione di occhio secco, che può durare anche mesi, è bene utilizzare mattina e sera delle lacrime artificiali. Se si seguono tutte le indicazioni date alla dimissione, il rischio di complicanze è rarissimo: solo lo 0,02 per cento di infezioni intraoculari.


Come si corregge, invece, l’astigmatismo?

Dipende dal grado, e se si presenta da solo (fatto abbastanza raro) oppure associato a miopia o ipermetropia. Se il grado di astigmatismo è lieve (fino a 3 diottrie) e non è associato ad altri difetti, si può correggere con la stessa metodica laser sopraindicata. Se invece l’astigmatismo è di grado elevato ed è associato a miopia o ipermetropia, l’opzione chirurgica dipende dallo spessore della cornea. In alcuni casi, è possibile correggere questo difetto contestualmente alla quella della miopia o dell’ipermetropia, ma in altri casi no. Se la cornea del paziente è molto sottile, infatti, la laserchirurgia lascia il posto all'applicazione, davanti al cristallino, delle lenti multifocali toriche, con tre fuochi studiati per consentire una perfetta visione da lontano, da vicino e intermedia. Vengono realizzate su misura per ogni paziente.


Parliamo della presbiopia. Cosa fare se non si sopportano gli occhiali con lenti graduate?

La presbiopia non è un difetto di messa a fuoco in senso stretto, ma una difficoltà di accomodazione legata all’età. Verso i 45 anni, il cristallino diventa rigido perdendo la capacità di modificare la curvatura per consentire una buona visione. Anche in questo caso è possibile affidarsi al Femtolasik, la chirurgia laser precisa e senza bisturi che dà risultati immediati. Bisogna però considerare che verso i 60 anni (a volte prima) comincia a instaurarsi la cataratta: il cristallino diventa opaco, impedendo una visione di qualità. Ragion per cui, già dopo i 50 anni, se si hanno più difetti visivi è bene vagliare l’ipotesi di sostituire il cristallino con delle lenti intraoculari trifocali, pronte a garantire una perfetta visione a tutte le distanze. Grazie a questi invisibili “minimpianti”, si possono risolvere in un solo intervento tutti i deficit visivi, come una miopia di vecchia data, la recente presbiopia e l’imminente cataratta.



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Articolo pubblicato sul n. 1 di Starbene in edicola e digitale dal 15 dicembre 2020