La sensazione delle coliche intestinali è quella di un forte crampo concentrato nella zona del basso ventre, che può essere accompagnato da altri sintomi spiacevoli, come nausea, diarrea o stitichezza, vomito, tensione e gonfiore addominale.
Nelle coliche intestinali, il dolore non ha quasi mai una sede fissa, ma si sposta seguendo l’onda di contrazione che interessa i muscoli presenti nelle pareti dell’intestino: «Localizzare con precisione il fastidio è molto complesso», spiega il dottor Andrea Calafiore, specialista in malattie dell’apparato digerente alla Clinica Villalba di Bologna.
«Le coliche intestinali sono più frequentemente scatenate dalle contrazioni delle pareti del grosso intestino, il colon, che disegna una sorta di cornice nella cavità addominale: il colon ascendente nel lato destro dell’addome, il colon trasverso in alto, il colon discendente a sinistra e il sigma in basso a sinistra».
Come si manifestano le coliche intestinali
In condizioni normali, la muscolatura dell’intestino si contrae ripetutamente nell’arco della giornata per consentire le fisiologiche funzioni digestive, ma noi non avvertiamo alcun movimento. Per varie ragioni, però, le contrazioni possono diventare più energiche e durature del solito, al punto da farci percepire dolore. «La parete intestinale non è innervata», racconta il dottor Calafiore. «Le terminazioni nervose che permettono di sentire gli stimoli dolorosi si trovano unicamente nel rivestimento più esterno del tubo intestinale, una sottile membrana chiamata “sierosa”, e queste si attivano solo quando la parete viene “distesa” o “spremuta” più del normale». Generalmente, la singola contrazione dolorosa dura qualche decina di secondi, ma la condizione che l’ha determinata può far ripetere le coliche intestinali più volte, ogni ora, finché il motivo scatenante non cessa e l’intestino torna alla sua normale funzionalità.
Quali sono le cause
A grandi linee, le coliche intestinali rappresentano il tentativo compiuto dall’intestino di liberarsi degli “ospiti” poco graditi: virus, parassiti, batteri cattivi, tossine alimentari, ma anche un eccesso di gas o un ristagno dovuto alla scarsa evacuazione nei giorni precedenti. Ecco perché sono due i principali fattori scatenanti:
- infezioni intestinali, causate per esempio dall’assunzione di cibi avariati o mal conservati
- stitichezza severa, dove la massa fecale spinge sulle pareti intestinali provocando dolore.
Altre cause secondarie possono essere particolari condizioni, come l’esposizione a forti sbalzi di temperatura, intolleranze alimentari, assunzione di farmaci per combattere la stitichezza, forte stress psico-fisico, patologie gastro-intestinali o infezioni urinarie.
«È stato dimostrato che alcuni individui presentano una “ipersensibilità viscerale”: in questo caso, la soglia di percezione del movimento e della contrazione intestinale è più bassa rispetto alla popolazione generale, per cui le contrazioni di normale entità che solitamente non vengono avvertite determinano l’insorgenza di un disagio addominale o di un vero e proprio dolore crampiforme», riferisce Calafiore.
Quando rivolgersi al medico
Anche se normalmente non c’è ragione di allarmarsi, consultare il medico è sempre opportuno in caso di sintomi nuovi, cioè non sperimentati in passato, oppure di marcata entità o durata nel tempo: «Chi ha sperimentato una colica intestinale e ha imparato a riconoscerla, attribuendola per esempio a un episodio di stitichezza, può evitare di ricorrere ogni volta al consulto medico, cercando di ripristinare la normale canalizzazione dell’intestino con rimedi più o meno naturali. È comunque opportuno avvertire il medico curante se i sintomi durano più di una singola giornata o si accompagnano a febbre o altra sintomatologia».
Cosa fare in fase acuta
La prima cosa da fare per evitare le coliche intestinali è prestare attenzione a quello che mangiamo, prediligendo una dieta leggera, priva di cibi particolarmente elaborati, con molta acqua e poche fibre per aiutare l’intestino a riprendersi più velocemente da una situazione di difficoltà.
«Esistono poi farmaci antispastici che servono a ridurre le contrazioni violente dell’intestino e diminuire la sintomatologia che ne consegue. Ma attenzione», sottolinea il dottor Calafiore, «queste contrazioni forti e dolorose sono un meccanismo di difesa messo in atto dall’organismo, non la patologia in sé, per cui non dobbiamo abusare di farmaci antispastici perché finiremmo per bloccare un meccanismo con cui l’intestino cerca di liberarsi da ciò che lo ha irritato».
Piuttosto, usiamo i tradizionali rimedi “della nonna”, che rimangono i più efficaci in ambito casalingo: mettiamo l’intestino a riposo per qualche ora evitando cibi solidi, bevendo molto a piccoli sorsi e posizionando sulla pancia la borsa dell’acqua calda (tiepida, non bollente) per aiutare l’intestino a ritrovare da solo il suo stato di salute.
Come prevenire le coliche intestinali
Ma esiste un modo per prevenire il problema? Sì, seguendo uno stile di vita sano, vale a dire una dieta bilanciata ricca di frutta, verdura e cereali integrali, attività fisica quotidiana (basta una passeggiata di 30-40 minuti al giorno) e un apporto giornaliero di 1,5-2 litri di acqua. «È questa la ricetta migliore per prevenire i disturbi intestinali», conclude l’esperto.
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