Cheratosi seborroica, lentigo solari o nevo? Fai il primo check della pelle

Queste lesioni pigmentate della pelle hanno caratteristiche piuttosto tipiche, che consentono di distinguere le une dalle altre. Ecco come riconoscerle, anche se la diagnosi corretta va sempre fatta da uno specialista



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“Le lentiggini sono fiori in un prato tutto rosa”, cantava Rita Pavone nel simpatico brano Pel di carota. In realtà, la pelle non è il prato rosa che immaginiamo, perché può presentare delle lesioni pigmentate, cioè macchie o escrescenze che variano di forma e colore.

«Cheratosi seborroica, lentigo solari e nevi sono le formazioni più comuni, ciascuna con caratteristiche piuttosto tipiche», spiega la dottoressa Monica Negri, responsabile del Servizio di Dermatologia presso l’IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni, che ci spiega come fare un primo check.


Cos'è la cheratosi seborroica

Si tratta di una condizione acquisita di tipo verrucoso, perché è caratterizzata da una superficie spessa, irregolare e rugosa, proprio come le verruche.

La cheratosi seborroica può essere più o meno pigmentata con tonalità marroni-brunastre, per cui può essere confusa con un nevo, ma ha alcune caratteristiche tipiche: è palpabile (in rilievo), insorge in epoca adulta (nelle donne non è raro che compaia dopo la gravidanza), può essere pruriginosa e può avere una forma rotondeggiante, ovale o irregolare.

«Vista la secchezza, è possibile che assuma un aspetto “screpolato” e, in caso di traumatismo, può lesionarsi e sanguinare: non si tratta comunque di un evento pericoloso, per cui è sufficiente pulire la zona con un normale disinfettante», precisa la dottoressa Negri. «La zona del corpo maggiormente interessata è il tronco, in particolare le pieghe sottomammarie, anche se può comparire in qualunque sede».

Di solito la cheratosi seborroica esordisce come una piccola lesione, che lentamente si ingrandisce fino a raggiungere un diametro di qualche centimetro, e in genere non si presenta in maniera isolata, per cui una persona ne presenta più di una.

A differenza delle lentigo solari, questa escrescenza non è indotta né peggiora con l’esposizione solare, mentre esiste una familiarità, per cui è frequente tra consanguinei. «La buona notizia è che si tratta di una lesione benigna, priva di qualsiasi potenziale degenerativo: va trattata solamente se rappresenta un importante cruccio estetico o se comporta un problema funzionale, per esempio, quando le dimensioni o il numero disturbano oppure creano disagio in quella particolare sede», specifica l’esperta.

L’unico segnale di attenzione merita una comparsa rapida e improvvisa di un elevato numero di lesioni cheratosiche, prevalentemente a localizzazione toracica e sui fianchi: potrebbe trattarsi del segno di Leser-Trelat, una condizione che spesso è associata a un carcinoma occulto in qualche organo.


Cosa sono le lentigo solari

Come la cheratosi seborroica, anche queste macchie della pelle hanno una colorazione marrone-brunastra più o meno intensa, ma si distinguono dalla prima perché compaiono nelle zone del corpo più foto-esposte: mani, viso, décolleté. La principale caratteristica delle lentigo solari è l’omogeneità nel colore, ma sono lisce (prive di spessore), asintomatiche (non danno prurito), hanno margini piuttosto netti e si allargano con il tempo.

«Con l’esposizione solare possono scurirsi, per cui è bene proteggersi sempre al solleone e quando ci si trova all’aria aperta per non farle peggiorare», evidenzia la dottoressa Negri. «Le lentigo solari possono costituire solo un disagio estetico, ma non comportano mai un problema funzionale, perché sono prive di spessore e non creano alcun fastidio».

Eventualmente si possono trattare con una terapia laser, ma successivamente la pelle va comunque protetta adeguatamente al sole, perché recidivano con facilità e possono annullare i benefici del trattamento.


Cos'è il nevo

Più noto come neo, il nevo è una macchia cutanea che può essere caratterizzata da una colorazione molto variabile: si va dal nevo acromico (color carne) a quello nerastro.

Può essere piano oppure può avere l’aspetto di una papula o di un nodulo; inoltre, può essere congenito (presente sin dalla nascita) oppure acquisito (in genere compare durante l’infanzia, in fase puberale oppure in epoca adulta, di solito entro i 40 anni). Quando compare più tardivamente, dai 40 anni in poi, è bene sottoporlo all’attenzione di un dermatologo per escludere che si tratti di un melanoma.

Rispetto a cheratosi e lentigo solari, il nevo è più pigmentato ed è stabile nel tempo, per cui non si allarga progressivamente, né si accentua con l’esposizione al sole. Inoltre, ha una forma e dei bordi regolari, un colore uniforme e non troppo scuro, una dimensione inferiore ai 6 millimetri, non è pruriginoso e non sanguina spontaneamente, in assenza di traumi. Qualunque modifica di aspetto, dimensione o pigmentazione deve insospettire e condurre dal dermatologo.

Da ricordare: mentre il numero di cheratosi seborroiche non conta, un numero di nevi superiore a 50 aumenta il rischio per il paziente di sviluppare un melanoma.


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