di Oscar Puntel
Occhiali, addio. Basterà indossare delle lenti speciali, durante la notte, mentre si dorme, perché difetti visivi come astigmatismo o miopia scompaiano di giorno. Rifarsi la vista, senza ricorrere alla chirurgia. Si può fare grazie alla ortocheratologia. Ma non tutti gli specialisti consigliano di usare queste lenti notturne. E avvertono: consultate sempre un oculista prima di comprarle.
CHE COS’È L’ORTOCHERATOLOGIA
L’ortocheratologia è una tecnica di correzione temporanea della vista che fa uso di lenti non morbide da indossare la notte, mentre si dorme. Ci spiega Francesco Loperfido, responsabile del servizio di Oftalmologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano: «Durante la notte queste lenti modificano meccanicamente la curvatura della cornea, che è la prima lente dell’occhio umano.
Dal momento in cui vengono tolte, il mattino successivo, la forma impressa alla cornea permane per tutto il giorno (ma anche di più, a seconda dei casi, per esempio, se la miopia è lieve). Così, temporaneamente, la persona ha una visione nitida, senza bisogno di indossare occhiali».
COME FUNZIONANO LE LENTI A CONTATTO NOTTURNE
Facciamo un esempio e partiamo da una condizione di miopia. Un occhio miope è un occhio più lungo. L’immagine quindi non “cade” sulla retina, ma più avanti. Per correggere questo difetto si prescrivono lenti che permettono di mettere a fuoco la visione e fanno sì che l’immagine finisca proprio sulla retina. Tolti gli occhiali, però, la persona continua a vedere male. «Con le particolari lenti a contatto rigide, invece, le cellule della cornea vengono indotte temporaneamente a riposizionarsi, in modo da creare una nuova curvatura, che va a compensare il difetto ottico e a "recuperare" le diottrie mancanti. Tecnicamente si chiama: rimodernamento corneale», spiega l’esperto. Naturalmente, se una sera ci dimentichiamo di indossare le lenti, la cornea riacquista la sua naturale curvatura, anche se in modo graduale.
POSSONO DARE PROBLEMI?
«L’azione di queste lenti speciali provoca due stress importanti all’occhio. Uno è di tipo meccanico, dovuto al rimodernamento in corso e quindi alla struttura della cornea in sé. Un altro è di tipo biochimico, perché sottrae all’occhio anche quel poco ossigeno che arriva di notte, quando le palpebre sono chiuse. E una condizione di stress della cornea può diventare una causa di stress anche per la persona», avverte il professor Loperfido.
E poi, possono esserci altri problemi, nel breve periodo: «Per esempio,abrasioni corneali, edemi corneali continuativi. Molto spesso si riscontano controindicazioni come occhio secco, riduzione della sensibilità corneale (che porta anche all’incapacità di percepire un corpo estraneo che entra nell’occhio), maggiore esposizione a congiuntiviti e infiammazioni. E se l’appoggio della lente non è perfetto, si possono avere anche infezioni alla cornea», sottolinea l’esperto.
SONO ADATTE A TUTTI?
No: funzionano per basse miopie e astigmatismi. «Non vanno bene neppure per persone che hanno orari notturni sregolati», avverte l’esperto. «E sono sconsigliati anche a chi ha poca lacrimazione. In ogni caso, va ribadito che la lente a contatto è un presidio medico-chirurgico, quindi, per legge, è sempre necessario il benestare di un oculista».
QUANTO COSTANO
«I costi sono variabili», dice il professore. «Di solito si parte da 600 euro, ma poi è necessario cambiare le lenti e sottoporsi ai controlli continui. Quindi, nel giro di 8-9 anni, il costo corrisponde a quello di un’intervento di correzione visiva per via chirurgica, con il laser, senza però risolvere il problema».
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