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Cheratite attinica: cos’è, cause, sintomi, soluzioni

La cheratite attinica è un processo infiammatorio acuto che coinvolge la cornea e determina dolore, bruciore, lacrimazione e arrossamento oculare. Per prevenire il problema è indispensabile proteggere gli occhi dai raggi solari



Nella stagione fredda può capitare di trascorrere un weekend sulla neve, praticando sport invernali, come sci o snowboard. Oltre all’abbigliamento tecnico, necessario per svolgere queste attività in totale sicurezza, non dimentichiamo che anche gli occhi necessitano di una protezione adeguata, perché la neve agisce come uno “specchio gigante” e riflette fino all’80% dei raggi UV, quelli responsabili dell’abbronzatura. Il risultato è che raddoppia la nostra esposizione solare, per cui aumenta il rischio di sviluppare una cheratite attinica.

«Come tutte le patologie che terminano con il suffisso “-ite”, anche la cheratite è un’infiammazione e in questo caso coinvolge la cornea, cioè la membrana trasparente che copre la parte anteriore dell’occhio», spiega il dottor Francesco Nizzola, oculista del Poliambulatorio Chirurgico Modenese.

«È come se si formasse una sorta di ustione sulla superficie oculare, dovuta al fatto che neve e ghiacciai accentuano il riverbero del sole, creando all’interno del campo visivo un punto luminoso molto più intenso rispetto alla quantità di luce a cui l’occhio è abituato».


Quali sono le cause della cheratite attinica

Oltre ai soggiorni sulla neve, sono altre due le situazioni potenzialmente critiche che possono aprire la strada a una cheratite attinica. «La prima è una classica giornata al mare, altra fortissima fonte riflettente», riferisce l’esperto. «Proprio come accade sulla neve, il riverbero dell’acqua potenzia l’effetto dei raggi UV, quindi se non indossiamo gli occhiali da sole possiamo fare un danno».

Anche all’ombra non siamo del tutto protetti, perché i raggi ultravioletti possono “rimbalzare” su terreno o altre superfici riflettenti (come acqua e sabbia) e raggiungere i nostri occhi. Lo stesso vale per le giornate nuvolose, quando la radiazione solare è solo parzialmente filtrata e meno intensa: anche in queste condizioni, è fondamentale indossare gli occhiali protettivi, da sommare al cappellino con visiera nei bambini.

«Altre fonti di rischio della cheratite attinica sono docce e lettini solari, usati senza occhiali e tenendo gli occhi aperti», aggiunge Nizzola. «Al contrario, non ci sono evidenze scientifiche che la cheratite attinica possa essere provocata dalla luce blu che proviene dai monitor di computer, tablet e smartphone».


Quali sono i sintomi della cheratite attinica

Dolore, bruciore, lacrimazione e arrossamento oculare sono i principali sintomi della cheratite attinica. «È come avere una manciata di sabbia negli occhi, molto più sgradevole rispetto alla sensazione di corpo estraneo che caratterizza la secchezza oculare», evidenzia il dottor Nizzola.

«Mentre nella seconda l’occhio è leggermente arrossato e il fastidio si presenta in forma cronica, più o meno forte a seconda del momento della giornata, la cheratite attinica è un processo infiammatorio acuto, dove il paziente fatica a tenere gli occhi aperti. La sintomatologia è dovuta a quella che in gergo tecnico viene denominata cheratite puntata superficiale: in sostanza, alcune delle cellule di superficie dell’epitelio corneale muoiono e provocano la sensazione di avere tanti corpi estranei contemporaneamente».

Come si diagnostica la cheratite attinica

L’oculista può diagnosticare la cheratite attinica attraverso la lampada a fessura, uno strumento ottico che consente un’analisi clinica dell’occhio, perché permette di visualizzare il bulbo e gli annessi oculari, gli strati corneali, il vitreo e la camera anteriori, il cristallino e l’iride.

«Prima di effettuare l’esame, lo specialista inserisce per qualche istante nel sacco congiuntivale una striscia di carta che contiene fluoresceina sodica, il colorante più comunemente usato in oftalmologia clinica», descrive il dottor Nizzola.

«Questo prodotto è in grado di “colorare” la superficie degli occhi, perché la fluoresceina si lega proprio alle zone in cui l’epitelio corneale è danneggiato. A quel punto, è possibile visualizzare l’aspetto della superficie oculare e indirizzare il ragionamento clinico verso una diagnosi. Prima di confermare un’eventuale cheratite attinica, è importante escludere altre condizioni che possono dare una sintomatologia similare, come una cheratite erpetica, una congiuntivite virale o la sindrome dell’occhio secco».


Come si cura la cheratite attinica

Di solito, la cheratite attinica è autolimitante, per cui tende a risolversi in modo spontaneo. «Nell’arco di 10-12 ore, dopo un sonno rigenerante, l’epitelio corneale si rinnova quasi completamente, fino a una risoluzione totale», assicura il dottor Nizzola.

«Nel frattempo, per trovare sollievo alla sintomatologia e accelerare il processo di guarigione, si possono utilizzare un collirio lubrificante per creare un effetto muco-mimetico e un collirio a base cortisonica che agisca solamente in superficie per sfiammare, in modo da agire in maniera sinergica con le lacrime artificiali».

In genere, nell’arco di un paio di giorni, il paziente può tornare alle sue normali attività quotidiane senza più fastidio: «L’importante è non agire mai in autonomia, ma sempre dietro indicazione medica. Ci sono condizioni oculari che somigliano alla cheratite attinica, come la cheratite neurotrofica, dove la ridotta sensibilità della cornea per diverse cause fa avvertire sintomi simili, ma la guarigione è più lenta e può addirittura formarsi un’ulcera corneale. Una cura sbagliata può peggiorare il quadro, anche in modo grave».

Come si previene la cheratite attinica

L’unico modo per prevenire la cheratite attinica è proteggerci con gli occhiali da sole, che non sono solamente un vezzo. Come scegliere il modello giusto? Ogni luogo (mare, montagna, collina o città) e ogni attività (sport, guida, trekking, vita da spiaggia) richiedono un modello specifico: nella scelta possono guidarci l’oculista o un ottico professionista, mentre vanno evitate bancarelle, stuoie sulle spiagge o tavolini dei mercati.

I canali di vendita improvvisati possono commercializzare occhiali privi di una reale protezione UV e, in alcuni casi, responsabili di reazioni allergiche alla pelle a causa di montature non a norma.


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