È trascorsa oltre una settimana dalla scomparsa di Sergio Marchionne e ancora impazzano i toto-malattia, al fine di identificare di cosa soffrisse l’amministratore delegato della Fiat.
«È certo che fumava molto», interviene Filippo de Braud, direttore Dipartimento di Oncologia Medica e Ematologia dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano.
«Questo, se proprio si vuole ipotizzare una malattia oncologica, è un importante fattore di rischio di tumore del polmone. I dati, infatti, ci dicono che il pericolo di ammalarsi è maggiore di 15-30 volte tra i fumatori rispetto ai non fumatori. Sono numeri importanti e che potrebbero essere abbattuti semplicemente eliminando le sigarette dalla propria vita». L’ipotesi di un carcinoma polmonare però in questi giorni è stata affiancata da quella relativa a un’altra forma tumorale, il sarcoma. E questo potrebbe spiegare l’intervento alla spalla (i sarcomi possono formarsi anche qui).
Un vasto gruppo di neoplasie
Ma quanti tipi di sarcomi esistono? Si tratta di un vasto gruppo di neoplasie maligne rare. I sottotipi sono circa una cinquantina, con un’incidenza in totale di cinque casi ogni centomila italiani per anno. «Non sono tumori facili, a partire dalla diagnosi», continua il professor de Braud.
«Sono forme che possono colpire il tessuto connettivo, oppure quello muscolare, per esempio, e formarsi nell’addome, in un arto, in una spalla, senza provocare spesso sintomi. Per questo, molte volte vengono scoperti per caso durante una radiografia, oppure un’ecografia, richiesti per altri problemi di salute».
Rispetto a qulache tempo fa, oggi il ventaglio di cure a disposizione è più ampio. «Bisogna rivolgersi a un Centro di eccellenza», conclude il professor de Braud. «Il sarcoma richiede la presenza di un team multidisciplinare dedicato che comprenda il chirurgo, l’oncologo medico, il radiologo, per citare solo alcune delle figure professionali necessarie per impostare passo dopo passo la terapia ad hoc».
pubblicato il 31 luglio 2018
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