Il calore viene impiegato come terapia per contrastare il dolore sin dall’antichità, quando ancora non erano disponibili gli attuali farmaci antidolorifici e antinfiammatori, che oggi trattano la sofferenza muscolare e articolare. Sfruttando questo concetto di calore terapeutico, i cerotti riscaldanti sono dispositivi medici che generano un maggiore afflusso di sangue (vasodilatazione) nei tessuti.
«I cerotti riscaldanti contengono degli ingredienti, come ferro e carbone, che si attivano al contatto con l’aria e generano un calore localizzato di circa 40 gradi, piacevole, non fastidioso e mantenuto costante per almeno otto ore», spiega il dottor Michelangelo Buonocore, specialista in Neurofisiologia clinica, Medicina Fisica e Riabilitazione presso l’IRCCS Maugeri di Pavia e l’IRCCS Maugeri di Montescano, Pavia.
Come agiscono i cerotti riscaldanti
La sensazione di calore, che viene avvertita grazie agli stessi recettori che ci fanno percepire gli stimoli dolorosi, esplica degli effetti periferici (locali) e centrali (a livello cerebrale). «I primi sono legati al fatto che il calore favorisce la vasodilatazione, cioè aumenta il calibro dei vasi sanguigni e determina un maggiore afflusso di sangue in quel tessuto», evidenzia il dottor Buonocore. «Inoltre, penetrando in profondità, il calore aumenta l’elasticità della muscolatura, che trae giovamento quando è contratta».
A livello centrale, invece, il caldo “distrae” il cervello: è come se nella zona dolente subentrasse contemporaneamente una sensazione di piacere, che riesce a sviare l’attenzione dal dolore. «Su queste basi, i cerotti riscaldanti mimano un collaudato rimedio della nonna, ovvero la borsa dell’acqua calda, ma anche diverse terapie fisiche, come gli ultrasuoni oppure i massaggi vigorosi. Il vantaggio è che si tratta di dispositivi indossabili, per cui si possono portare con sé durante le normali faccende quotidiane, senza disagio né ingombro».
Quando sono utili i cerotti riscaldanti
I cerotti riscaldanti possono risultare utili in caso di dolore prolungato, localizzato e di lieve entità. Diversi studi hanno dimostrato che il calore arriva piuttosto in profondità, quindi l’utilizzo spazia dalla sofferenza muscolare a quella articolare. «Non vanno usati in maniera continuativa, però», raccomanda il dottor Buonocore.
«Se a livello periferico una loro applicazione ripetuta può continuare a dare giovamento, l’effetto centrale viene progressivamente meno: il cervello non può essere sviato per troppo tempo, quindi svanisce il beneficio». In sostanza, questi cerotti vanno usati per superare un momento di difficoltà, ma non vanno scambiati per farmaci: la causa del dolore persiste, per cui – in caso di problematiche croniche – è importante ricorrere ad altre tipologie di trattamento.
«C’è anche chi suggerisce i cerotti riscaldanti per i dolori mestruali, spiegando che il calore rilassa la muscolatura addominale», riferisce l’esperto. «In realtà, la sofferenza avvertita durante il ciclo non è dovuta ai muscoli addominali, quanto alle contrazioni del miometrio, la tunica muscolare dell’utero. Ciò significa che solamente l’effetto centrale può giustificarne l’utilizzo, mentre il riscaldamento del tessuto sottostante il cerotto non regala alcun giovamento».
Cerotti riscaldanti, quali precauzioni
I cerotti riscaldanti non vanno applicati se la pelle è arrossata oppure molto sensibile e sottile, come spesso accade nelle persone anziane, perché si possono creare delle piccole ustioni.
«Per lo stesso motivo, questi dispositivi andrebbero evitati nei soggetti con un’inadeguata capacità di allerta, come nel caso di demenza o alterazione della coscienza, perché potrebbe passare inosservata la formazione di una lesione locale», raccomanda l’esperto. «Questo vale anche per i pazienti con polineuropatia diabetica, un disturbo che colpisce le persone con diabete, dove il livello eccessivo di zuccheri nel sangue danneggia le cellule nervose, causando disfunzioni e persino la morte dei nervi. La conseguenza è che si perde la sensibilità agli stimoli termici, tattili e dolorifici di alcune zone del corpo, come accade nel noto piede diabetico. Dunque, in tutti quei casi di ridotta sensibilità cutanea dovuta a particolari condizioni cliniche, è bene evitare l’applicazione dei cerotti riscaldanti».
Un’ulteriore controindicazione riguarda infine chi, anziché avvertire calore, sente bruciore dopo l’applicazione del cerotto: ci sono condizioni cliniche che determinano un’ipereccitabilità della pelle e abbassano la soglia del dolore. A quel punto, uno stimolo abitualmente non doloroso e addirittura piacevole (come il calore a 40 gradi) provoca fastidio. «Quando si prova disagio, il cerotto va subito rimosso», conclude l’esperto.
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