di Gregorio Grassi
Fino a ieri le forme più invasive di vitiligine e psoriasi sono state combattute con la fototerapia chiamata P-Uva, tecnica che associa l'azione di farmaci fotosensibilizzanti (psoraleni) a sedute dentro speciali cabine che emettono radiazioni ultraviolette di tipo A. Si è visto, infatti, che irraggiando la pelle con particolari bande luminose altamente selezionate si riescono a ridurre i processi infiammatori alla base della psoriasi e, in caso di vitiligine, a stimolare i melanociti dell’epidermide a produrre melanina per ripigmentare gradualmente le macchie bianche.
Oggi, però, la cura di queste dermatiti è diventata ancora più semplice, mirata e mininvasiva, grazie al nuovo metodo Ratok@Derm. «Questa tecnologia è basata sulla microfototerapia nel senso che non irradia tutta la superficie corporea, ma solo quelle aree epidermiche afflitte dalle macchie della vitiligine o dalle placche psoriasiche», spiega Marina Fantato, dermatologa della Clinica Cimarosa di Milano. «Vengono emessi solo raggi ultravioletti di tipo B in forma microdosata e indirizzati esclusivamente alle aree da trattare, risparmiando inutili radiazioni alla circostante pelle sana. Così, ogni lesione può essere curata in maniera localizzata con la sola luce, senza ricorrere a farmaci tossici per il fegato e a esposizioni Uva “total body”, con tutti gli effetti indesiderati che ciò comporta, a partire dal rischio-scottature e dal photoaging».
COME AGISCONO GLI UVB
Come funziona la nuova microfototerapia? «Nel caso della vitiligine, gli ultravioletti B, a differenza degli Uva, agiscono direttamente a livello cellulare», risponde la dottoressa Marina Fantato. «Vengono emessi da apparecchiature Ratok@Derm in forma puntiforme, in modo da raggiungere lo strato epidermico popolato dai melanociti. Questi ricevono dalla luce lo stimolo corretto per ricominciare a produrre melanina e a moltiplicarsi nelle aree depigmentate, in cui risultano assenti, scarsi o danneggiati. Seduta dopo seduta, gli ultravioletti restituiscono alla cute un colorito omogeneo».
Sul versante della psoriasi, invece, le brevi sedute di microfototerapia (pochi minuti di irraggiamento per ogni zona) riescono a ridurre l’infiammazione, rallentando il turn-over cellulare e diminuendo lo spessore delle placche squamose e argentate.
Quante sedute occorrono? Circa 15-20 sedute per la psoriasi e una trentina per la vitiligine. A seconda delle esigenze, è possibile cambiare il manipolo e trattare aree di diversa grandezza, da un chicco di riso fino a 60 cm2 di diametro.
NESSUNA CONTROINDICAZIONE
«Il percorso curativo, altamente personalizzato in base alla gravità della situazione e alla vastità dell’area da trattare, prevede un costo di 95 € a seduta (in media una ogni 15 giorni)», spiega Marina Fantato. «Preliminarmente alla fototerapia, i pazienti si sottopongono a un check-up di tutta l’epidermide, realizzato con la cosiddetta lampada di Wood, che consente di effettuare una diagnosi precisa su ogni area corporea. Questa particolare sorgente luminosa, anch'essa a emissione ultravioletta, rende fluorescenti aree patologiche non visibili a occhio nudo, evidenziando anche disturbi della pigmentazione latenti, in modo da evitare la formazione di nuove macchie nei punti più a rischio».
Controindicazioni? Nessuna. «Non ci sono effetti collaterali nel sottoporsi al Ratok@Derm perché le radiazioni sono altamente calibrate. Sulle zone appena trattate è possibile riscontrare un arrossamento passeggero. Segno che è stata attivata a livello cutaneo una risposta biologica precisa all’origine dell’azione terapeutica», conclude la dermatologa.
marzo 2017
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