di Roberta Raviolo
Hai gli occhi arrossati e irritati e il solo pensiero di applicare quel nuovo mascara ti sembra insopportabile. Eppure non hai mai sofferto di allergie e non hai la congiuntivite. Potrebbe trattarsi della “sindrome dell’occhio secco” o Dry Eye Syndrome, un disturbo che riguarda almeno 350 milioni di persone nel mondo.
Si tratta dell’impoverimento del film lacrimale che normalmente lubrifica la superficie del bulbo oculare, per ragioni ormonali, ambientali e per scorrette abitudini di vita. Chi ne soffre avverte bruciore, prurito, fastidio alla luce e la sensazione di un corpo estraneo nell’occhio. Una situazione spiacevole, che può rendere difficile concentrarsi sul lavoro e nello studio.
Un disturbo sottovalutato
Alla sindrome dell’occhio secco sono soggette soprattutto le donne, ma il problema può colpire anche i bambini e gli anziani. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la sindrome dell’occhio secco è una tra le malattie più sottovalutate e quindi non affrontate in modo corretto.
Molti, infatti, sopportano il fastidio senza intervenire, pensando che si tratti di un problema da poco. «È un errore, perché se le lacrime sono troppo poche l’occhio è più esposto all’aggressione di allergeni e germi», avverte il dottor Giorgio De Santi, oculista esperto in omeopatia, dirigente medico presso l’unità operativa di Oculistica dell’Ospedale di Rho (Milano). «Inoltre le lacrime svolgono una indispensabile funzione di spazzine, aiutando la rimozione di piccoli corpi estranei».
Quali sono le cause dell'occhio secco
Ma per quali motivi si soffre della sindrome dell’occhio secco? «L’uso prolungato del computer e dello smartphone contribuisce alla comparsa del fastidio», spiega il dottor De Santi. «Anche il fatto di stare a lungo al chiuso, in ambienti con aria secca non aiuta.
Inoltre, l’assunzione di alcuni farmaci, come diuretici, anticoncezionali, ansiolitici e antidepressivi diminuisce la quantità di lacrime perché queste sostanze agiscono proprio sull’attività delle ghiandole lacrimali, riducendola. In alcuni periodi della vita il disturbo si fa sentire di più. In gravidanza o in menopausa, per esempio, le oscillazioni ormonali di estrogeni e progesterone influenzano la qualità e la quantità del film lacrimale».
Come risolvere il disturbo
Oltre a causare arrossamento, prurito e bruciore, la sindrome dell’occhio secco favorisce la comparsa di irritazioni e congiuntiviti, soprattutto nella bella stagione. In primavera, infatti, la luce più intensa e la presenza di allergeni nell’aria peggiorano il problema. Ne sanno qualcosa anche personaggi celebri, come l’attrice americana Jennifer Aniston, che ha definito la sindrome dell’occhio secco il più grande fastidio provato sul set, che la costringe a fermarsi ogni dieci minuti durante le riprese per applicare sugli occhi un panno umido. O come la conduttrice Tessa Gelisio: «Quando conducevo Pianeta Mare ero sempre in mezzo alle onde, esposta al vento e al sole. Questo mi aveva portato ad avere problemi agli occhi che curavo con prodotti tradizionali, che mi davano però solo un beneficio temporaneo», racconta. «Poi ho iniziato ad applicare un collirio omeopatico a base di camomilla ed eufrasia e nell’arco di un mese ho risolto il mio problema in maniera definitiva. Quando avverto fastidio agli occhi, poche gocce del collirio omeopatico sono sufficienti per risolvere il disturbo».
Ecco di seguito alcuni consigli per alleviare il fastidio legato alla sindrome dell’occhio secco. Sono utili anche se si hanno gli occhi stanchi e in caso di allergia.
- Non esagerare con il computer. «Fissare per ore lo schermo del pc, del tablet o dello smartphone riduce il meccanismo involontario dell’ammiccamento, che fa alzare e abbassare le palpebre e, quindi, aiuta a distribuire il film lacrimale sulla superficie dell’occhio», spiega il dottor De Santi. Come fare? Almeno ogni ora si dovrebbe distogliere lo sguardo dal video e chiudere gli occhi per un paio di minuti, coprendoli con le mani chiuse a coppa. Il sollievo è garantito.
- Fai qualche esercizio di ginnastica. Tenere gli occhi fissi in un punto non fa lavorare i muscoli cigliari, le palpebre, le ghiandole lacrimali. Questo rende più intensa la sensazione di secchezza. Ci vuole un po’ di ginnastica oculare. Prova, è facilissimo: fissa tre oggetti posti a distanze diverse per qualche secondo, ammicca più volte, strizza le palpebre come quando la luce è intesa, rotea gli occhi. Questi movimenti allenano i muscoli oculari e favoriscono l’afflusso di sangue e ossigeno ai tessuti.
- Bevi tanta acqua. La raccomandazione di bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno (meglio due, quando fa caldo) vale anche per la salute degli occhi. «Se l’apporto idrico quotidiano non è sufficiente, l’organismo tende a disidratarsi» avverte l’esperto. «La pelle diventa più arida, si ha la sensazione di bocca asciutta e la produzione di lacrime si riduce». Sì quindi a bere molto, ma non tutto in una volta, altrimenti il liquido viene subito eliminato con la diuresi: meglio un bicchiere ogni tanto, da assumere a piccoli sorsi.
- Mangia verdure fresche e più pesce. «Per combattere la secchezza oculare occorrono acidi grassi insaturi del tipo omega 3, che favoriscono l’idratazione dei tessuti dell’occhio e rendono il film lacrimale più spesso e protettivo», assicura l'oculista. Si trovano soprattutto nel pesce azzurro. Non deve poi mancare la vitamina A, che rende le strutture oculari più resistenti alle aggressioni esterne. Le fonti migliori sono gli ortaggi come pomodori, peperoni, spinaci, zucca, radicchio, carote, meglio se crudi. Buone quantità di queste vitamine si trovano anche nelle uova e nei formaggi.
- Umidifica l’ambiente. Nelle case e negli uffici l’aria è sempre troppo secca: in inverno per il riscaldamento e in estate per l’aria condizionata. Se l’umidità relativa scende al di sotto del 50 per cento, il corpo traspira di più, perde liquidi e si avverte subito secchezza di occhi e labbra. Si può rimediare utilizzando un umidificatore che porti la percentuale di umidità almeno al livello di 60. Anche un semplice contenitore di acqua calda, posto sulla scrivania, regala sollievo perché aiuta a rendere l’aria meno secca nelle immediata vicinanze del posto dove si lavora o si studia.
- Non abusare delle lenti a contatto. Le lenti, soprattutto quelle del tipo morbido, creano un effetto tappo sull’occhio: coprono la cornea impedendole di fare scorta di ossigeno, disidratandola e riducendo la lubrificazione. «È possibile quindi avvertire una sensazione di occhio asciutto e irritato dopo aver tolto le lenti che può diventare cronica con il passare del tempo», chiarisce il dottor De Santi. «Le lenti a contatto vanno quindi alternate a un buon un paio di occhiali».
- Usa occhiali in casa e fuori. Gli occhiali non servono soltanto a vederci bene, ma costituiscono anche una difesa per le strutture oculari. «Quando si sta a lungo davanti al computer, gli occhiali riposanti limitano l’affaticamento e l’eccessiva evaporazione del film oculare, creando un microambiente umido», spiega l’oculista. «Gli occhiali da sole sono necessari per filtrare i raggi UV, che fanno evaporare il film lacrimale e quindi aumentano la sensazione di fastidio e prurito. Inoltre, tengono lontano pulviscolo e allergeni».
- Ricorri all’omeopatia. Due gocce di collirio omeopatico a base di Euphrasia officinalis e Chamomilla vulgaris, fino a sei volte al giorno, svolgono un’azione addolcente e migliorano la qualità e la quantità del film lacrimale. Il prodotto può essere usato da tutti e i benefici durano anche dopo la sospensione del trattamento. «Si può aggiungere anche il medicinale omeopatico Bryonia alba 9 CH quando si soffre di secchezza generalizzata e ha la sensazione di bocca asciutta», suggerisce il dottor De Santi. «Alumina 9 CH va bene se anche la pelle è secca e se si beve poco. In entrambi i casi vanno assunti 5 granuli 3 volte al giorno per almeno un mese».
- Smetti di fumare. Vincere la fastidiosa secchezza oculare è un’altra ottima ragione per dire addio alla sigaretta. Infatti i gas tossici che si sprigionano dalla combustione del tabacco raggiungono la superficie oculare proprio per la vicinanza tra bocca e occhi. In questo modo impoveriscono il film lacrimale, prosciugando la cornea e favorendo anche un invecchiamento precoce delle delicate strutture oculari.
- Consulta il medico. Se, nonostante questi accorgimenti, il problema della secchezza permane, è opportuno rivolgersi all’oculista, per alcuni test specifici per la misurazione della quantità di lacrime prodotte, come il break-up time o il test di Schirmer. «La secchezza oculare potrebbe infatti essere causata dalla sindrome di Sjögren, una disfunzione che altera la struttura delle ghiandole lacrimali e, di conseguenza, causa una ridotta produzione di lacrime», chiarisce il dottor De Santi. «Si cura con colliri medicati, a base di acido ialuronico o polivinilpirrolidone, indicati dal medico».
Fai la tua domanda ai nostri esperti