“Vi prego, non sottovalutate l’importanza della crema solare. Siate prudenti e proteggetevi adeguatamente”. Sui social, sono tornate a circolare le parole dell’attore australiano Hugh Jackman, famoso soprattutto per aver interpretato il mutante Wolverine degli X-Men. Sono passati undici anni da quando Jackman ha ricevuto la prima diagnosi di epitelioma basocellulare, a cui ne sono seguite altre cinque: dal 2013 a oggi, infatti, l’attore si è sottoposto a sei interventi chirurgici per rimuovere questo cancro della pelle, poco conosciuto eppure diffuso.
«È opinione comune che i tumori cutanei siano rari, ma così non è», commenta il dottor Lamberto Zocchi, specialista in Dermatologia di Humanitas Medical Care Lingotto di Torino. «Basti pensare che se il tumore della mammella ha un’incidenza annua di circa 130 casi ogni 100 mila persone, il carcinoma basocellulare può colpire fino 200 persone ogni 100mila. Questo vale per l’Italia, perché in paesi come l’Australia o la Nuova Zelanda si arriva quasi a 800 casi ogni 100 ila abitanti».
Facendo due conti, il carcinoma basocellulare (noto anche come epitelioma basocellulare o basalioma) non è solo il tumore più diffuso fra quelli cutanei, ma in generale rappresenta la neoplasia più frequente tra quelle che possono colpire la popolazione.
Cos’è il basalioma
Il carcinoma basocellulare ha origine dalle cellule basaloidi, che si trovano nello strato più profondo dell’epidermide (lo strato esterno della pelle) e sono responsabili della rigenerazione cutanea, producendo nuove cellule. A differenza del melanoma, questo tumore tende ad avere una malignità locale, dando metastasi sistemiche solo in casi eccezionali. Questo fa sì che abbia una mortalità pressoché nulla.
«Questa minore aggressività lo rende meno “spaventoso”, per cui se ne parla poco e non si fa prevenzione», evidenzia il dottor Zocchi. «In realtà, pur trattandosi di una patologia con una buona prognosi, non significa che alcune volte non possa porre delle problematiche importanti. Pensiamo a un epitelioma basocellulare di estese dimensioni, come 15-20 centimetri, dove risulta molto difficile richiudere la ferita chirurgica. Oppure pensiamo a un carcinoma che insorge sul volto, dove la chirurgia può provocare deformità o cicatrici permanenti, con conseguenze estetiche e psicologiche spesso significative per il paziente».
Quali sono le cause del basalioma
Nel 90% dei casi, il basalioma è causato da un’esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti (UV), emessi dal sole o da fonti artificiali come le lampade abbronzanti, che danneggiano il DNA delle cellule basali e aumentano il rischio di mutazioni genetiche, dando origine a cellule tumorali. «Non a caso, circa l’80% dei carcinomi basocellulari insorge sul volto o in aree cutanee esposte alla luce solare, come il collo, le mani o le braccia», spiega il dermatologo.
Fino a qualche decennio fa, si pensava che solamente le persone con pelle chiara, capelli rossi e occhi azzurri fossero quelle a maggiore rischio di sviluppare il carcinoma basocellulare, a causa della genetica più fragile: «Oggi, invece, stiamo vedendo sempre di più un’inversione di tendenza, dove individui privi di fattori di rischio, come quelli con la pelle olivastra e con pochi nei, tendono sempre più a sviluppare questa patologia. Infatti, abbronzandosi con facilità e pensando di essere al riparo dal danno solare, questi individui non si proteggono adeguatamente durante la foto-esposizione, accumulando molto più danno da sole rispetto a un individuo chiaro e fragile, che invece presta molta più attenzione».
Quali sono i sintomi del basalioma
Da soli non è facile riconoscere un basalioma, perché questo cancro della pelle può presentarsi sotto diverse forme e con differenti dimensioni, tra cui noduli nerastri che possono ricordare un neo, placche rosate, lesioni ulcerose che non guariscono spontaneamente.
«Solitamente, questo tumore insorge all’improvviso per poi crescere molto lentamente nel tempo», avverte il dottor Zocchi. «Il paziente si rende conto che qualcosa non va solo quando la lesione inizia a sanguinare senza mai guarire. Per questo motivo, bisognerebbe seguire una regola aurea: se una nuova lesione sul corpo non guarisce entro uno o due mesi, questa andrebbe sempre fatta valutare dal proprio dermatologo per escludere potenziali pericoli. Prima si arriva alla diagnosi, infatti, maggiori sono le possibilità di trattamento che escludono l’uso del bisturi».
Come si fa la diagnosi del basalioma
Eccetto nei casi più avanzati, quando la diagnosi si può facilmente porre anche a livello clinico, cioè a occhio nudo, la maggior parte delle volte il dermatologo ha bisogno di analizzare la lesione sospetta con il dermatoscopio per poter fare diagnosi precoce. Si tratta di una particolare lente d’ingrandimento che, grazie a una luce polarizzata integrata, consente di effettuare una corretta diagnosi differenziale.
«Qualche volta, ma raramente, in caso di dubbio si può anche eseguire un prelievo bioptico su cui effettuare l’esame istologico per avere la certezza della diagnosi», specifica il dottor Zocchi.
Come si cura il basalioma
Il trattamento del basalioma dipende da diversi fattori, tra i quali la dimensione e la posizione, nonché dalle condizioni generali di salute del paziente. Se l’opzione terapeutica di elezione è l’asportazione chirurgica, la diagnosi precoce consente di ridurre al minimo il rischio di complicazioni grazie a trattamenti meno invasivi e dal minore (se non nullo) impatto estetico. Per esempio, per le lesioni più superficiali si può ricorrere ad alcuni farmaci topici (come l’imiquimod e il 5-fluorouracile) che stimolano il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali.
«Un’altra opzione molto valida nei carcinomi basocellulari superficiali in fase iniziale è la crioterapia, trattamento con cui provochiamo un’ustione da freddo controllata, in grado di distruggere le cellule tumorali della pelle. Ancora, quando la lesione è estesa o addirittura c’è la presenza di più carcinomi basocellulari contemporaneamente, si può ricorrere alla terapia fotodinamica, che consiste nell’applicazione di un farmaco fotosensibilizzante sulla pelle che viene successivamente attivato dall’esposizione a particolari luci con specifiche lunghezze d’onda», descrive Zocchi.
Come si previene il basalioma
Il basalioma si previene adottando misure di protezione solare adeguate, evitando l’esposizione eccessiva ai raggi UV e monitorando regolarmente la pelle per l’eventuale comparsa di nuove lesioni o cambiamenti sospetti. In caso di qualsiasi dubbio o lesione cutanea che non guarisce, è fondamentale rivolgersi al proprio dermatologo di fiducia.
«Come nel caso di Hugh Jackman, i pazienti con basalioma non solo hanno il 50% di possibilità di sviluppare un altro carcinoma nel corso della loro vita, ma hanno anche un rischio di circa sei volte superiore di sviluppare il melanoma, tumore ben più importante e dalla mortalità molto più severa», conclude il dottor Zocchi. «Con le dovute attenzioni ed eseguendo le visite annuali di screening cutaneo, è possibile trattare questi tumori in semplicità e sicurezza per il paziente».
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