Dice un proverbio cinese: il raffreddore dura una settimana. Se lo curi dura sette giorni. Un paradosso per sottolineare che la più comune dell’infezioni virali, tipica delle stagioni autunnali e invernali, deve fare il suo decorso e la fitoterapia, come troverai continuando a leggere può essere molto efficace.
Le cause del raffreddore
Come suggerisce l’etimologia, molto spesso il raffreddore è dovuto a un colpo di freddo, che ha ridotto la motilità delle cosiddette ciglia vibratili, le cellule-spazzine che tapezzano le prime vie aeree e che, con il loro movimento ondulatorio, rimuovono microbi e agenti inquinanti dalle mucose. Se le ciglia vibratili si paralizzano, per colpa delle temperature rigide, i virus hanno buon gioco nel penetrare nell’organismo attivando un’immediata risposta immunitaria. Ma occorrono circa 5-7 giorni perché il nemico venga completamente messo k.o.
Significa che dobbiamo rassegnarci a convivere con naso chiuso e congesto, stranuti a raffica e fazzolettino sempre in mano? Niente affatto. Grande alleata dei “raffreddati”, la fitoterapia offre quattro rimedi utilissimi (due per bocca e due no) per alleviare i fastidiosi sintomi del raffreddore. Ecco le piante su cui puntare.
Fai il pieno di vitamina C con l’acerola
«Occorre premettere che il raffreddore è dovuto a virus parainfluenzali, che iniziano a circolare prima della classica stagione dell’influenza e che perdurano fino a fine marzo-aprile», spiega il professor Salvatore Bardaro, docente di medicina integrata all’Università di Siena e di Pavia. «Si tratta di virus a Rna, scoperti negli anni ’60, e appartenenti per lo più alla numerosa famiglia dei Rhinovirus e dei Coronavirus (sì, la stessa del Covid-19!).
Uno scudo efficace contro questi agenti infettivi arriva dalla fitoterapia ed è rappresentato dall'acerola, ricchissima di vitamina C naturale, da preferire a quella di sintesi. L'acerola è una pianta originaria del Sud America, nota anche come “la ciliegia delle Barbados”, che racchiude una quantità di vitamina C trenta volte superiore a quella dell’arancia e quindici volte superiore a quella del kiwi. L’importante è controllare sulla confezione che le compresse o tavolette di estratto secco standardizzato siano titolate al 25 per cento di vitamina C (o acido ascorbico): significa che l’azienda garantisce un’alta concentrazione di principio attivo.
L’acerola è una fonte naturale di altre sostanze preziose per combattere le forme da raffreddamento: vitamine del gruppo B (B1,B2, B3, B5 e B6), provitamina A, sali minerali come il ferro, il potassio, il calcio, il fosforo e il magnesio, nonché carotenoidi, tannini e bioflavonoidi. Tutte molecole che potenziano la risposta immunitaria ed esercitano un’azione antiossidante nei confronti delle cascata di radicali liberi messi in circolo dall’infezione.
In farmacia ed erboristeria l’acerola si trova da sola, oppure associata allo zinco, il minerale che catalizza le nostre difese, e alla rosa canina, le cui bacche rosse sono anch’esse ricchissime di vitamina C, oltre ad apportare cinorroidi, dall’effetto antinfiammatorio e immunostimolante.
- Come assumerla La dose ideale come terapia d’attacco? Due grammi al giorno di acerola bio, suddivisi tra mattina e sera.
Più forte con la Boswellia serrata
L’apporto della Boswellia serrata è prezioso per attenuare i sintomi del raffreddore. «È una pianta originaria dell’India e della Cina, appartenente alla famiglia delle Burseraceae e nota come “albero dell’incenso”», precisa il professor Salvatore Bardaro. «Utilizzata da millenni nella medicina ayurvedica per la cura delle malattie infiammatorie croniche, ha diverse proprietà terapeutiche, comprovate anche da studi condotti dalla medicina occidentale.
La resina della Boswellia serrata è infatti uno scrigno di principi attivi benefici per la salute umana. I più studiati sono gli acidi boswellici (soprattutto l’acido acetil-11- chetobetaboswellico), che svolgono una potente azione antinfiammatoria, decongestionante e analgesica. Il pool di acidi, infatti, inibisce il fattore di trascrizione NF-kB che fa aumentare il rilascio di citochine pro-infiammatorie». In commerico esistono diverse formulazioni a base di Boswellia: le più usate sono le compresse, tavolette o capsule di estratto secco titolato o la tintura madre.
- Come assumerla Per un’azione-urto, è consigliabile assumere, ai primi cenni di raffreddore, due compresse da 500 mg al mattino e due alla sera. Oppure, 30 gocce di tintura madre diluite in mezzo bicchiere d’acqua, mattina e sera. Ben tollerata, la Boswellia è controindicata a chi sta seguendo una terapia anticoagulante: avendo anch’essa lo stesso effetto, la contemporanea assunzione potrebbe facilitare la comparsa di emorragia. Inoltre, a titolo cautelativo, è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento.
Inala i vapori balsamici dell'eucalipto
Per lenire le infezioni acute del raffreddore e delle prima via aeree, puoi utilizzare un altro rimedio fitoterapico caro alle nonne e a basso costo: olio essenziale di eucalipto e acqua calda. «È particolarmente ricco di eucaliptolo, estratto dalle foglie di questa pianta sempreverde, capace di agire da antinfiammatorio e fluidificante delle secrezioni nasali.
- Come fare i suffumigi Dieci minuti di inalazioni liberano velocemente il naso chiuso», puntualizza Salvatore Bardaro. «Basta preparare una bacinella di acqua calda ma non bollente, versarvi 10 gocce di olio essenziale di eucalipto biologico e fare profonde inalazioni con una asciugamano sul capo, per evitare la dispersione del vapore. Utilissimo contro il raffreddore, decongestiona le mucosa nasali e aiuta a respirare meglio. L’importante è dedicarsi ai suffimigi” due o anche tre volte al giorno, inspirando profondamente 5 minuti a bocca chiusa e 5 a bocca aperta».
Bevi la tisana fumante allo zenzero
Se sei raffreddato, niente latte a colazione: aumenta la produzione di muco. Punta, invece su un altro rimedio fitoterapico, ovvero una salutare tisana a base di radice fresca (detta anche rizoma) di zenzero e succo di limone biologico.
«Lo zenzero, reperibile in qualsiasi supermercato a poco prezzo, è la radice di una pianta dell’Asia meridionale, facente parte della famiglia delle Zingiberaceae (la stessa della curcuma e del cardamomo), che si rivela un vero e proprio toccasana per combattere il raffreddore. E ciò grazie alla presenza di un pool di sostanze ad azione antivirale: gingeroli (polifenoli che gli conferiscono il caratteristico sapore pungente), fitosteroli, resine, mucillagini, acidi grassi antinfiammatori (come l’acido linolenico, un omega 3, e linoleico, un omega 6), oltre a numerose vitamine e oligoelementi».
- Come prepararla La tisana allo zenzero si prepara sbucciando un po’ di radice e tagliandola a pezzetti. Si versano nell’acqua bollente, poi si abbassa la fiamma e si lascia sobbollire per dieci minuti. Si spegne e si lascia riposare 3-4 minuti. Quindi si aggiunge mezzo limone spremuto e un cucchiaino di miele di eucalipto, di ulmo, acacia o castagno (antibatterici e sedativi). Volendo, è possibile aromatizzare la tisana con qualche chiodo di garofano, ottimo rimedio naturale contro la rinite». La tisana contro il raffreddore va bevuta più volte al giorno, meglio se calda. Se i tuoi impegni ti portano a essere spesso fuori casa, rispolvera l’uso del vecchio thermos e sorseggiala quando vuoi, come momento di autocura e relax tutto per te.
15 settembre 2020
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