Asma d’estate: i consigli per evitare crisi respiratorie

In giro per le città d’arte, al mare o nella casa delle vacanze. L’estate può essere una pausa di salute per tutti ma attenzione a pollini, smog e temperature



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Finalmente si respira aria nuova! Sole, spiagge, città vicine e lontane da scoprire. Chi soffre di asma o di allergie con problemi respiratori agogna le vacanze anche per cambiare ambiente: mare e montagna sono considerati generalmente località più salubri delle nostre metropoli, ma anche recarsi in una capitale fuori confine dà quest’idea di lasciarsi alle spalle lo smog di casa, perché l’erba del vicino è sempre più verde, anche quando non lo è. E il fatto che non lo sia, purtroppo, lo dicono gli esperti, che come leggeremo ci mettono in guardia dalle insidie per bronchi e polmoni che possono nascondersi in trasferta e col caldo.

Inoltre gli specialisti aggiungono che, secondo i più recenti studi, le donne presentano più sintomi di asma, con maggiori rischi di attacchi respiratori. Scienziati guastafeste? No se alle raccomandazioni prudenziali ci aggiungono prevenzione e rimedi salva-respiro, come fa la professoressa Gianna Camiciottoli, responsabile della Unit Asma Grave dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze e figura di spicco dell’Associazione Pazienti Respiriamo Insieme Onlus.


Professoressa, chi può avere problemi d’estate?

Per chi ha l’asma, il problema del benessere respiratorio in estate si pone sia per le persone allergiche che per quelle non allergiche, circa il 15% di tutti gli asmatici. Dobbiamo immaginare l’allergene pollinico o di altro tipo come in grado di indurre una risposta infiammatoria bronchiale sia per la sua concentrazione nell’aria sia per il legame fra l’allergene e alcune sostanze inquinanti ambientali, che aumenta grandemente la capacità infiammatoria dell’allergene.


Molti pensano: al mare l’aria è pulita, respirerò bene; è così?

Non esattamente. Andare al mare non significa vivere in un ambito del tutto privo di allergeni, anche perché alcuni dei più comuni sono proprio estivi, come le graminacee. Nel 2023 i pollini di tali piante, nel Centro Italia per esempio, sono stati presenti a elevate concentrazioni nell’aria anche nella zona costiera.


Esistono momenti della giornata peggiori di altri?

Non ci sono orari precisi ma certe condizioni atmosferiche rendono più facile la circolazione abbondante degli allergeni: per esempio quando c’è vento, che può trasportare molto lontano i granuli pollinici, o quando c’è un temporale, che comporta la frammentazione degli allergeni che così penetrano più facilmente all’interno delle vie aeree, causando un aumento delle crisi d’asma. Inoltre, le alte temperature favoriscono la disidratazione dei granuli e li rendono più leggeri, quindi più capaci di “volare”.


E chi si reca nella casa di famiglia può stare tranquillo?

Sono posti che conosce… Un’abitazione rimasta chiusa a lungo, magari umida e non ventilata, può essere diventata un habitat ideale per gli acari, ma anche per i funghi come l’Alternaria, con una concentrazione quindi di allergeni maggiore della casa dove viviamo tutto l’anno. In questi casi possiamo aspettarci delle impreviste manifestazioni allergiche oculorinitiche e asma. Quindi l’abitazione va areata e deumidificata prima di sostarci. No allora all’arrivo notturno e tutti subito a letto, a pulire ci pensiamo domani: meglio avere modo di sanificare, spalancare bene porte e finestre per un congruo numero di ore, mentre chi non ha problemi respiratori pulisce l’ambiente.


Una gita alla scoperta di una capitale: da cosa dobbiamo difenderci di più?

Dal PM10, ovvero da quelle particelle inquinanti che fanno parte dello smog e che possono essere in concentrazioni maggiori di quelle che abbiamo nella nostra città. Queste sostanze provocano infiammazione dei bronchi e facilitano l’ingresso degli allergeni nella mucosa, che è il rivestimento dei bronchi stessi. Inoltre, gli inquinanti ambientali interagiscono con i granuli pollinici aumentando il rilascio di antigeni. D’estate questo tipo di inquinamento può essere significativo perché nulla lo abbatte, il tempo è buono e non ci sono piogge per molte settimane.


Anche il caldo ha un effetto respiratorio?

A livello della superficie dei bronchi, che sono delle strutture “cilindriche”, abbiamo un epitelio di rivestimento dove esiste una temperatura e un determinato grado di umidità. Queste possono cambiare, come avviene fisiologicamente quando la persona iperventila perché sta facendo esercizio fisico, e quindi raffredda la superficie bronchiale e ne riduce l’umidità. Questa situazione può indurre asma: dunque non è tanto il caldo estivo a rappresentare un rischio, ma variazioni significative dell’umidità all’interno dei bronchi, come avviene passando dall’ambiente esterno caldo-umido a locali con l’aria condizionata fredda e non opportunamente umidificata.


Vale anche per l’inquinamento?

Quando vengono dati gli allarmi per lo sforamento dei limiti di PM10 nell’aria, l’attività fisica è sconsigliata a tutti, ma direi preclusa ai pazienti con problemi respiratori e quindi agli allergici e asmatici, tenendo conto anche che nelle ore centrali della giornata l’inquinamento è maggiore e le temperature sono più alte.


A cosa dobbiamo fare ancora attenzione in vacanza?

A seguire bene la terapia, perché l’aderenza alla cura è fondamentale per passare delle buone vacanze, quindi niente scantonamenti e dimenticanze anche se siamo in un ambiente di totale benessere e non vogliamo pensare a nulla, almeno per un po’. Parlo soprattutto dei più giovani, che cambiano radicalmente i loro bioritmi: la notte e il giorno spesso si invertono, ma questo non può far saltare la cura o renderla intermittente. La terapia inalatoria e i suoi orari vanno mantenuti, a costo di mettere… la sveglia! Altrimenti il respiro ci presenta il conto proprio in vacanza!


L’alcol: se ne beve di più…

La possibile presenza di solfiti, aggiunti come conservanti a vino e birra, che dovrebbe essere indicata in etichetta, e di istamina, che deriva dalla fermentazione, giustifica il broncospasmo che avviene circa un’ora dopo l’assunzione della bevanda alcolica. I vini bianchi, quelli dolci, i passiti possono avere (è consentito per legge) un contenuto più alto di solfiti. Attenzione, in particolare di nuovo ai giovani che, se eccedono nelle dosi, hanno un maggior rischio di sviluppare una crisi asmatica.


L’asma al femminile è più o meno grave?

Esiste innanzitutto una diversa prevalenza della malattia nelle donne. Nell’adolescenza l’asma è più frequente nei maschi, nell’età adulta è più presente nel sesso femminile, dove si esprime con una maggiore gravità, con manifestazioni cliniche più importanti.


Ci sono donne più a rischio?

Sì. Quelle che hanno un esordio tardivo dei problemi respiratori, non allergiche, obese, hanno un maggior rischio di presentare un asma grave. Il tessuto adiposo produce infatti sostanze come le adipochine, che sono in grado di indurre infiammazione anche a livello dell’apparato respiratorio. Molto spesso le pazienti con queste caratteristiche non rispondono, o rispondono poco, alle terapie.


Ma adesso si fa in tempo a vaccinarsi contro le allergie?

L’immunoterapia specifica sublinguale (SLIT), oggi molto utilizzata perché di facile impiego ed eseguibile a domicilio, deve essere proseguita per il periodo della prescrizione da parte dello specialista, e quindi anche durante il periodo di vacanza.


I farmaci oggi sono sicuri?

I farmaci inalatori, cardine della terapia dell’asma, sono di provata efficacia e sicurezza anche in gravidanza e durante l’allattamento, quindi mai sospenderli autonomamente per paura di effetti collaterali: parliamone sempre col medico. Oggi la terapia per l’asma è sostanzialmente priva di effetti collaterali, con dosaggi di farmaci inalatori efficaci in quantità minime e che sono stati “costruiti” per esercitare i loro effetti a livello della mucosa bronchiale, con trascurabile assorbimento sistemico.


La prima regola per prevenire una crisi

«Evitare l’esposizione agli allergeni per quanto possibile: in ogni Regione esiste un monitoraggio pubblico dei pollini (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale Arpa lo fornisce online) che ne dà la concentrazione nelle varie zone della stessa area e che fa capo a diverse stazioni locali», spiega la professoressa Camiciottoli.

«Per esempio, in tutta la Toscana ultimamente abbiamo avuto un’alta concentrazione di pollini di graminacee che è rimasta abbastanza stabile anche lungo la costa, e una crescita altissima della concentrazione di pollini di fagacee (quercia, faggio e castagno). Quindi chi è allergico dovrebbe consultare, come si fa con il meteo, questi dati, ed evitare soprattutto di fare attività fisica all’aperto quando la concentrazione di pollini a cui è allergico è elevata. L’iperventilazione legata all’attività fisica aumenta infatti grandemente il contatto tra la superficie dei bronchi e i pollini presenti nell’aria».


Cosa succede in gravidanza e menopausa

«In questi periodi particolari per la donna si verifica una maggiore sensibilità dei bronchi all’attività degli ormoni, estrogeni e progesterone, che aumentano in gravidanza o alla loro carenza in menopausa», spiega Gianna Camiciottoli. «In gravidanza circa un terzo delle nuove mamme peggiora rispetto a prima della maternità, un terzo non vedrà nessuna variazione nel controllo dell’asma e un terzo migliora. In menopausa invece si perde l’effetto antinfiammatorio degli estrogeni, e si realizza anche un accelerato declino della funzione respiratoria con un frequente peggioramento dell’asma».


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