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Russare: quando serve l’intervento

Per circa due milioni di italiani questo disturbo è legato ad apnee notturne. Scopri le soluzioni possibili

credits: iStock



di Valentino Maimone


Sono 19 milioni e mezzo gli italiani che russano (dato Eurisko) e secondo l’Associazione italiana pneumologi ospedalieri per almeno 2 milioni il problema è molto serio, perché collegato alle apnee notturne di livello moderato o grave. Queste persone sono più a rischio di conseguenze sulla salute anche gravi, come infarto o ictus.

In questi casi la soluzione può essere l'intervento chirurgico. A spiegare come funziona è Andrea Marzetti, referente della Commissione nazionale nominata dalla Società italiana di otorinolaringoiatria per la definizione delle linee guida sulla terapia chirurgica delle apnee ostruttive del sonno.


CI SONO DUE TIPI DI PROBLEMA

Per capire se è necessaria l’operazione, e quale sia l'intervento più indicato cisi sottopone alla sleep endoscopy: «È un esame da 15-20 minuti. Si inserisce un sondino nella narice del paziente, sedato, per esplorare le alte vie aeree fino a faringe e laringe e individuare la zona responsabile del disturbo», spiega l’esperto.

«Nell’80% dei casi è il palato, che può vibrare troppo o collassare fino a ostruire la faringe e rendere molto difficile la respirazione. Ma molto spesso accade che le pareti laterali della gola si siano avvicinate troppo fra loro».

Nel primo caso il chirurgo agisce sui muscoli del palato per farlo risollevare. Nella seconda ipotesi, si riposizionano i muscoli della faringe per ricreare lo spazio necessario per fare passare l’aria », precisa Marzetti.


L'OPERAZIONE IN CIFRE

Entrambi gli interventi prevedono due giorni di ricovero, sono a carico del Servizio sanitario nazionale e si eseguono in anestesia generale: il primo dura 30 minuti, il secondo 60. Sono previsti controlli dopo 7, 14 e 30 giorni e se a 6 mesi dall’operazione il problema non si è risolto almeno in gran parte, si valuta la possibilità di una seconda operazione.

«Nelle prime 2 settimane dall’intervento il paziente segue una dieta semiliquida e mai calda, mentre sono da evitare i cibi acidi o piccanti», raccomanda l'esperto. Dopo 10-12 giorni si possono mangiare pesce bollito o carne macinata e via via cibi sempre più consistenti. A 20 giorni dall’intervento, la dieta torna normale. 


LE TECNO ALTERNATIVE

In molti casi il problema del russare si può contrastare efficacemente senza arrivare all'intervento, soprattutto se non causa apnee notturne.

«Quando il disturbo  dipende da una cattiva circolazione dell’aria nella zona retrostante la bocca, può essere utile adottare il Mad, una sorta di “bite” da indossare la notte per sostenere in avanti la mandibola», consiglia ildottor Andrea Marzetti, otorino laringoiatra e chirurgo plastico a Frosinone.

«Quando invece il russamento è collegato alla posizione in cui si dorme, il medico può prescrivere l’uso di un particolare dispositivo: si indossa durante il sonno come un collare e comincia a vibrare aumentando gradualmente di intensità ogni volta che si è supini, inducendo a cambiare posizione e a non russare più».


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Articolo pubblicato sul n. 14 di Starbene in edicola dal 21/03/2017


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