di Francesca Soccorsi
Ormai è noto da tempo: un’alimentazione sana e bilanciata è l’arma migliore per tenere lontano big-killers come il diabete, le malattie cardiovascolari, metaboliche e degenerative e alcuni tipi di tumore. Ora, un libro appena uscito (La Dieta Smartfood, di Eliana Liotta, Pier Giuseppe Pelicci e Lucilla Titta, Rizzoli, 16 €) aggiunge un tassello ulteriore allo studio del legame cibo-salute, spiegando quali sono (e come agiscono) i 30 alimenti in grado di influenzare il nostro Dna.
IL DIALOGO TRA ALIMENTAZIONE E GENI
«La longevità e l’incidenza di malattie tipiche dell’età avanzata, come tumori e demenze, sono condizionate da alcuni geni su cui il cibo può intervenire», spiega la giornalista Eliana Liotta. In pratica, alcuni nutrienti, nel lungo periodo, possono cambiare la funzione di un gene, senza alterarne la struttura. «Il genoma, cioè la totalità del materiale genetico presente in ogni cellula, è immutabile e la sua sequenza non cambia, ma non è il padrone assoluto, perché l’epigenoma, ovvero l’insieme dei processi chimici che consentono al Dna di esprimersi, gli “ordina” come comportarsi. Quindi, anche se abbiamo ereditato la predisposizione a una patologia, non siamo per forza condannati ad ammalarci.
Alcune molecole “smart” contenute nei cibi possono influenzare l’epigenoma e “proteggerci”». Si tratta della quercetina, del resveratrolo, della curcumina, delle antocianine,dell’epigallocatechingallato, della fisetina e della capsaicina. Presenti in alimenti vegetali di uso comune, modificano le vie genetiche che “controllano” la durata della vita. In che modo? «Mimando il digiuno. Così, riproducono una condizione essenziale per stare in salute: le ricerche, infatti, hanno chiarito che la restrizione calorica accende i geni della longevità, mentre quelli dell’invecchiamento si svegliano quando mangiamotroppo.
«Se ci sovralimentiamo, non solo accumuliamo grasso, che favorisce lo sviluppo di infiammazioni e diabete, ma facilitiamo anche l’espressione di quei “pezzetti” del nostro genoma che innescano il decadimento fisico e le malattie legate alla senescenza. I cibi “smart”, al contrario, sembrerebbero ingannare il corpo e indurlo a credere che ci sia penuria di viveri», chiarisce la nutrizionista Lucilla Titta.
LA RICERCA NON SI FERMA
Proprio per studiare meglio le interazioni fra cibo e salute e individuare gli alimenti che influiscono sulla longevità, l’Istituto europeo di oncologia di Milano ha attivato il programma SmartFood (ieo.it/smartfood), guidato dal biologo molecolare Pier Giuseppe Pelicci, il primo scienziato al mondo ad aver scoperto l’esistenza dei geni dell’invecchiamento nei mammiferi, e coordinato dalla dottoressa Titta. Manipolazione genetica fatta mangiando, insomma. Al momento sono stati identificati 30 cibi che si comportano come medicine: 20 Longevity Smartfood che, mimando il digiuno, influenzano le vie genetiche che regolano la durata della vita, e 10 Protective Smartfood che, pur non interferendo con il Dna, ci difendono dai malanni.
«Arricchire la dieta quotidiana di questi alimenti vuol dire, dunque, avere ottime probabilità di vivere a lungo e in buona salute», chiarisce la nutrizionista. Ma non basta. Perché il cibo funzioni come terapia, serve in più uno stile di vita sano: «Bisogna fare almeno mezz’ora di attività moderata al giorno; va bene anche camminare a passo svelto. Lo sport migliora la digestione, aumenta la velocità del transito gastrointestinale, aiuta a perdere peso, potenzia il sistema immunitario, affina la sensibilità all’insulina», conclude Eliana Liotta.
10 "ALLEATI" IN TAVOLA PER TUTTE LE STAGIONI
1. ASPARAGI
«Oltre alla quercetina, una molecola che attiva i geni della longevità, forniscono acido folico, indispensabile nella riparazione del Dna, e glutatione, efficace antiossidante», dice la dottoressa Titta.
2. CACHI
«Secondo alcuni recenti studi sarebbero in grado di proteggere i neuroni e ridurre il rischio di diabete e ipertensione. Non solo: grazie al contenuto di fisetina, agiscono anche come potente antiage», spiega Eliana Liotta.
3. CAPPERI
«Pare proprio che siano antivirali, antimicrobici e antinfiammatori e, forse per merito della quercetina di cui abbondano, ridurrebbero anche il glucosio e i trigliceridi nel sangue», osserva Eliana Liotta.
4. CURCUMA
«Secondo autorevoli studi, protegge da diabete, ictus, obesità e malattie cardiovascolari, oltre che da alcuni tipi di tumore. Ha anche un effetto antiage per l’azione della curcumina, molecola in grado di inibire anche Tor, uno dei geni responsabili dell’invecchiamento. L’efficacia viene potenziata se la consumi insieme al pepe nero», nota Lucilla Titta.
5. FRAGOLE
«La fisetina di cui sono dotate “accende” Sirt1, il gene della longevità e, secondo ricerche promettenti, inibirebbe la proliferazione di cellule tumorali e proteggerebbe i neuroni. Le antocianine invece sarebbero capaci di prevenire il cancro dell’intestino, dello stomaco, dell’ovaio e dei reni», afferma Eliana Liotta.
6. CILIEGIE
«Oltre a dosi elevate di antocianine, potenti alleate della longevità che proteggono il cuore, contengono composti fenolici che sembrano in grado di rallentare la proliferazione delle cellule tumorali», chiarisce la nutrizionista.
7. LATTUGA
«È stato sperimentato sui topi che la quercetina contenuta in questo ortaggio frena il sovrappeso, l’iperglicemia e l’iperinsulinemia indotte da una dieta ricca di grassi e zuccheri. Attivando la proteina AMPK, collegata ai geni della longevità, è capace anche di inibire l’accumulo di adipe», precisa Lucilla Titta.
8. MELANZANE
«Già ricche di antocianine, che svolgono un’azione antitumorale, apportano potassio e fibre, coppia vincente per il sistema cardiovascolare: il primo regola la pressione arteriosa, le seconde modulano l’assorbimento intestinale del colesterolo e del glucosio», osserva Eliana Liotta.
9. PRUGNE NERE
«Piene di antocianine, polifenoli, vitamine e sali minerali, sono un mix di sostanze in grado di mantenere sano l’organismo», puntualizza la nutrizionista.
10. RADICCHIO ROSSO
«Grazie alle antocianine e agli altri composti fenolici, tra cui l’acido cicorico, sembra avere effetti antitrombotici e antinfiammatori, mantenere in salute i vasi sanguigni e proteggere il cuore», dice Lucilla Titta.
Fai la tua domanda ai nostri esperti
Articolo pubblicato sul n. 11 di Starbene in edicola dall'01/06/2016