È arrivata l’estate ed già allarme vipere. Questi rettili si sono spinti sino in città: a metà aprile, a Roma, 3 cani sono stati morsi nella frazione de La Storta, mentre è di qualche giorno fa il ritrovamento di 3 piccoli di aspide nei giardini di una scuola di Vittorio Veneto (TV). Ma allora quest’anno c’è da temere una sorta di invasione “metropolitana”?
Avvistamenti sovrastimati
«Assolutamente no: si tratta di casi eccezionali e isolati. Nel nostro Paese, anche se non sono in estinzione, le vipere sono in forte diminuzione, tanto che ci sono leggi regionali (in Toscana e in Lombardia, per esempio) che le tutelano», rassicura Edoardo Razzetti, biologo e curatore del Museo di storia naturale di Pavia.
«Inoltre, prediligono nidificare in ambienti naturali come boscaglie e pietraie. Questo boom di avvistamenti è causato da gente non esperta: è facile scambiare una serpe (innocua) per una vipera. Prima di andare in panico, se si ha un incontro ravvicinato con un rettile, osservane le caratteristiche: la testa della vipera è triangolare, con 3 grosse squame, ed è simile alla punta di una freccia. Quella della serpe ha le stesse dimensioni del corpo e piccole squame. La pupilla della vipera è una fessura verticale, quella della serpe è rotonda, la coda del serpente velenoso è tozza e a punta, mentre il corpo della serpe si assottiglia verso la coda. E soprattutto se il rettile supera gli 80 cm, è sicuramente innocuo».
Segni inconfondibili
Anche l’impronta del morso lasciata sulla pelle permette di distinguere se si tratta o meno di una vipera: «Due forellini, distanziati da 6-8 mm, se a colpire è il serpente velenoso, un’arcata dentale simile a quella che lasciamo anche noi quando addentiamo una mela, se si tratta di una serpe», spiega Raffaella Butera, medico tossicologo dell’azienda ospedaliera Papa Giovanni XXXIII di Bergamo.
«Inoltre, i sintomi successivi al morso di una vipera sono precisi: dolore nell’area colpita che, in 30-60 minuti, si gonfia e diventa bluastra. Nel giro di 6 ore, compaiono nausea, vomito, dolori addominali, ansia, aumento della temperatura corporea, tachicardia, abbassamento della pressione arteriosa, dolori articolari e muscolari. È importante mantenere la calma. Non è detto che la vipera abbia inoculato il veleno (è il cosiddetto morso a secco) o può averne iniettato una microdose: impiega circa 24 ore per produrlo e se ha morso un animale da poco, ne è sprovvista».
Le regole del pronto soccorso
«Lava la zona colpita con acqua corrente e disinfettala», continua l’esperta. «Se è una mano o un braccio, sfila anelli e bracciali (se la parte si gonfia, diventa difficile toglierli) e lega l’arto al collo con un foulard per immobilizzarlo ed evitare che il veleno vada in circolo rapidamente. Per lo stesso motivo, se il morso è su una gamba, cammina appoggiando il meno possibile il piede a terra.
Non cercare il siero antivipera in farmacia: in seguito al decreto Ministeriale del 21.06.2001, è stato ritirato perché può dare reazioni allergiche più gravi degli effetti del veleno. Vai invece in pronto soccorso. Il personale sanitario somministrerà il siero antiofidico solo se necessario e sotto stretto controllo medico».
Cosa non fare
In caso di morso di vipera, evita i tipici “rimedi della nonna”.
- Non incidere la ferita: il veleno entra in circolo più rapidamente.
- Non succhiare il veleno: non serve per eliminarne un quantitativo significativo e se il soccorritore ha piccole ferite in bocca rischia di assorbirlo e di avere un edema in bocca e in gola.
- Non applicare un laccio per rallentare l’assorbimento del veleno: questa manovra va fatta da personale esperto. In caso contrario, si peggiorano le cose. Se il laccio è poco stretto risulta inefficace, se lo è troppo blocca la circolazione, danneggiando i tessuti, già sofferenti per il veleno.
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Articolo pubblicato sul n. 28 di Starbene in edicola dal 27/6/2017