L'alimentazione non si limita a prevenire alcune patologie, fra cui quelle oncologiche: «Può aiutare i pazienti che hanno già avuto una diagnosi di tumore a migliorare la qualità della vita», spiega la dottoressa Romina Inés Cervigni, Responsabile scientifico della Fondazione Valter Longo e biologa nutrizionista. Sia a causa della malattia, sia per le terapie cui viene sottoposto, il paziente può riportare alcuni disturbi come per esempio nervosismo, stanchezza e aumento o perdita di peso, ma grazie all’alimentazione personalizzata si può cercare di limitarli.
I benefici del digiuno
In particolare il digiuno potrebbe essere abbinato alle terapie adottate in caso di tumore poiché, alla base, c'è il principio che renda le cure più efficaci. Il perché: quando le cellule sane vengono private di nutrienti riescono comunque a resistere per qualche giorno, sfruttando ciò che hanno di vecchio e danneggiato all'interno e generando una pulizia cellulare. «Questo può voler dire una riduzione degli effetti collaterali della terapia», afferma l'esperta.
Le cellule tumorali, invece, sono molto avide di nutrienti e durante il digiuno "mangiano" più chemioterapia, quindi la terapia potrebbe avere maggiore efficacia. Naturalmente, però, prima di tutto occorre parlarne con l'oncologo. Si può digiunare tra la fine della cena e l’inizio della colazione per 13-14 ore: ciò è associato a una minore probabilità di recidive.
Peso e muscoli in primo piano
Risulta imporante anche mantenere il peso nel giusto range, quindi non bisogna essere sottopeso né sovrappeso. Così come è particolarmente rilevante conservare la propria massa muscolare, attraverso degli esercizi eseguiti tenendo conto dei propri limiti, che aiuta anche a metabolizzare meglio i farmaci.
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