SE SENTI FISCHI E RONZII
La presenza di suoni disturbanti (come sibili, fischi e fruscii) percepiti dall’orecchio non è necessariamente associata all’ipoacusia. Nel 60% dei casi, però, gli acufeni (questo è il loro termine scientifico) sono la conseguenza di un calo dell’udito non diagnosticato.
«Possono insorgere improvvisamente e senza una ragione apparente in seguito a un periodo di forte stress, un lutto, una separazione o uno choc emotivo», spiega Umberto Ambrosetti. «E anche se le ragioni sono ancora in parte sconosciute, sono dovuti a un abbassamento del “sistema di filtraggio” del cervello che lascia passare dei suoni interni al nostro organismo normalmente non percepiti.
E accade spesso che l’attenzione si concentri ossessivamente sugli acufeni, vissuti come un disturbo invalidante, specie se si presentano giorno e notte».
>LA SOLUZIONE? Qualora siano associati a un calo dell’udito, è importante correggere il difetto con delle protesi acustiche che permettono al paziente di sentire bene. Invece, nei momenti di silenzio (ad esempio, prima di addormentarsi) o in assenza di ipoacusia, verrà inviata una sequenza di “rumori bianchi” secondo i principi della Trt (Tinnitus Retraining Therapy).
Di che cosa si tratta? «Lo scopo della Trt non è tanto quello di coprire un suono fastidioso con un altro più gradevole, quanto quello di distogliere l’attenzione della mente dall’acufene, allenandola a non percepirlo più», precisa il dottor Ambrosetti.
«Lasciandosi cullare da suoni naturali, come lo sciabordìo delle onde, il sibilo del vento, i l fruscio delle foglie o il suono di un ruscello, la mente si disabitua ad ascoltare gli acufeni, con un training che può durare alcuni mesi o anche anni. Finché il fastidioso fenomeno si attutisce o non passa da solo».