Gli occhi che prudono sono molto fastidiosi e possono disturbare le normali attività quotidiane. Se spesso si tratta di un disturbo transitorio, che dura poche ore, talvolta, invece, il fastidio persiste e richiede la consulenza di un oculista per essere indagato.
«Il prurito oculare è sempre un sintomo da non sottovalutare», spiega il professor Michele Vetrugno, medico chirurgo specializzato in Oftalmologia e direttore del Centro oculistico Ocuservice di Bari. «Per prima cosa, è fondamentale capire se il fastidio è esterno oppure interno, cioè se interessa la cute delle palpebre oppure la congiuntiva, perché le cause sono diverse e richiedono trattamenti differenti».
Prurito agli occhi: quali sono le cause cutanee
Se il prurito si localizza esternamente, sulla cute delle palpebre, il fastidio potrebbe essere legato a una dermatite da contatto di tipo allergico, scatenata, per esempio, dall’applicazione di alcuni prodotti cosmetici di skincare o make-up, dalla puntura di un insetto o da un allergene ambientale, come il polline o gli acari della polvere.
«In altri casi, invece, alla base può esserci una patologia infiammatoria dermatologica, come la rosacea, che tra i vari sintomi determina anche prurito», aggiunge l’esperto.
Quali sono le cause oculari
Altre volte ancora, il prurito coinvolge la congiuntiva, ovvero la membrana che ricopre la superficie interna delle palpebre e quella anteriore del bulbo oculare.
«Anche in questo caso, l’origine può essere allergica, perché la congiuntiva contiene numerosi mastociti, ovvero cellule che liberano istamina in risposta a vari stimoli, tra cui pollini, spore della muffa o acari della polvere», descrive il professor Vetrugno. «Simili ai sintomi allergici sono gli effetti collaterali causati da alcuni colliri usati per contrastare il glaucoma: alcuni soggetti possono lamentare prurito e altri fastidi oculari scatenati da principi attivi o eccipienti contenuti nei prodotti».
Un’altra causa di prurito oculare potrebbe essere la sindrome dell’occhio secco, in progressivo aumento tra la popolazione a causa del continuo utilizzo di smartphone, tablet e pc. La cornea è priva di vasi sanguigni e si “nutre” di lacrime: se il film lacrimale è scarso, l’epitelio corneale entra in sofferenza e determina fotofobia (un forte fastidio di fronte alle fonti luminose intense o ai cambiamenti repentini di luminosità), bruciore, dolore, arrossamento, sensazione di corpo estraneo, difficoltà a tenere gli occhi aperti e, appunto, prurito.
Come si diagnostica
«Il prurito è sempre un sintomo sentinella», precisa il professor Vetrugno. «Mentre altri segni possono passare inosservati, come l’arrossamento che tipicamente ci viene fatto notare da altre persone, gli occhi che prudono si “sentono” ed è impossibile non averne percezione».
Ad arrivare a una diagnosi precisa può essere l’oculista, che – dopo aver escluso segni dermatologici – cerca una risposta più precisa attraverso la lampada a fessura, uno strumento ottico che consente un’analisi clinica dell’occhio, perché permette di visualizzare il bulbo e gli annessi oculari, gli strati corneali, il vitreo e la camera anteriori, il cristallino e l’iride.
«In questo modo, il medico verifica la presenza di eventuali segni di allergia, come la dilatazione dei vasi sanguigni sulla superficie oculare oppure il cosiddetto “acciottolato romano”, un tipico aspetto della congiuntiva che ricopre la parte interna delle palpebre caratterizzato da tante granulazioni ravvicinate come le antiche strade di Roma», riferisce l’esperto. «Se queste piccole escrescenze sono assenti, invece, si procede con i test per la secchezza oculare per ottenere una valutazione qualitativa e quantitativa del film lacrimale».
Prurito agli occhi, gli esami più specifici
Se viene appurata la natura allergica del problema, il paziente può essere indirizzato in un centro specialistico per individuare con precisione la causa scatenante. L’esame allergologico di primo livello è il Prick Test, che consiste nel mettere a contatto con la pelle i vari allergeni, disponendo una goccia per ciascuno di essi sull’avambraccio e pungendo poi delicatamente la cute con una lancetta sterile: l’eventuale positività è segnalata dalla comparsa, entro quindici minuti, di piccoli pomfi pruriginosi localizzati nel punto di contatto con l’allergene.
«Ma da qualche anno esistono anche indagini più sofisticate, come l’Alex test, un particolare esame del sangue che consente di dosare anticorpi specifici per una vasta gamma di allergeni respiratori o alimentari», riferisce il professor Vetrugno.
Come si cura il prurito agli occhi
Una volta accertato il problema, la prevenzione più efficace è quella ambientale, che consiste – quando possibile – nell’eliminazione completa dell’allergene, del prodotto per l’igiene personale, del make-up o del collirio che scatena il fastidio.
«Quando l’allergene non può essere del tutto eliminato, si propone al paziente una terapia desensibilizzante che può essere locale tramite collirio oppure sistemica con antistaminici e cortisonici per via orale, a seconda che il prurito sia un evento isolato oppure accompagnato da altri sintomi, come rinite o asma», spiega l’esperto.
Se invece il fastidio è causato da secchezza oculare, verranno consigliati sostituti lacrimali, blandi cortisonici o ciclosporina nei casi più gravi, in modo da regalare sollievo.
Prurito agli occhi, i consigli generali
In generale, può essere utile anche una corretta igiene oculare, che consiste in alcune semplici regole: struccarsi ogni sera, in modo da evitare che la permanenza di ombretti o mascara sugli occhi possa far sviluppare un’ipersensibilità verso qualche sostanza cosmetica; di tanto in tanto, eseguire degli impacchi caldi inumidendo un dischetto di cotone con acqua tiepida e massaggiando delicatamente gli occhi per pochi secondi; tenere ben idratata la superficie oculare, ricorrendo a sostituti lacrimali (lacrime artificiali) in caso di eccessiva secchezza, tipica della menopausa o in chi trascorre diverse ore davanti al computer.
«L’importante è evitare le cure fai-da-te, come impacchi di malva e camomilla o colliri lenitivi consigliati dal farmacista», conclude il professor Vetrugno. «Oltre a non risolvere il problema, questi rimedi potrebbero tardare la diagnosi della causa reale. Ricordiamo che, seppure raramente, il prurito potrebbe anche essere il sintomo di una neoformazione benigna o maligna a livello della congiuntiva, quindi non va mai sottovalutato».
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