di Francesca Soccorsi
Le frodi dei prodotti alimentari ormai sono all’ordine del giorno. L’ultima riguarda le olive: «Di recente il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato diverse tonnellate di frutti colorati artificialmente. Inoltre, le autorità competenti hanno intercettato olive spagnole e greche spacciate per italiane, con tanto di falso marchio di origine e, per giunta, mal conservate», chiarisce la dottoressa Elga Baviera, biologa esperta in Igiene e sicurezza degli alimenti.
IL CASO DELLE OLIVE “VERNICIATE”
In pratica, per rendere più appetibili le olive, alcuni produttori poco onesti le "verniciano", come si dice in gergo, con solfato di rame o con il colorante E141: in questo modo si riesce anche a restituire un aspetto fresco a un prodotto ormai vecchio.
«L'E141 è un complesso di clorofille e rame. Per ottenerlo, si aggiunge un sale del rame alla clorofilla estratta con solventi dalle piante. Il suo uso è ammesso per alcuni alimenti come le conserve di frutti rossi, ma non nelle olive. Eppure c'è chi non rispetta la legge», chiarisce l'esperta.
Tra l'altro, lo scorso anno l'Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha chiarito che i complessi rameici delle clorofille sono ottenuti da fonti vegetali che non possono essere considerate commestibili per l'uomo, come l'erba e l'erba medica e che mancano informazioni serie su tossicità e cancerogenicità di questa sostanza. «Quanto al solfato di rame, si tratta di una sostanza tossica per la maggior parte delle piante e di un inquinante ambientale non biodegradabile, che si accumula nelle falde e nel terreno, per il quale sono previsti limiti massimi di residuo molto rigidi, che spesso vengono ampiamente superati. Per di più, il suo uso è ammesso solo per difendere le piante dall'attacco di parassiti e infestanti, ma non come colorante».
LA FALSA INDICAZIONE DI ORIGINE
Ma le truffe che riguardano le olive non finiscono qui: «Sebbene la legge punisca chi spaccia per Made in Italy un prodotto alimentare che arriva dall'estero, capita che olive estere vengano spacciate come locali e perfino che si utilizzi un falso marchio a denominazione d'origine (Dop o Igp)», osserva la dottoressa Baviera.
Così, pensi di comprare un prodotto del territorio e, invece, ti porti a casa olive che arrivano da lontano e che molto spesso non rispondono ai requisiti di qualità del cibo nostrano, oltre a non rispettare i disciplinari di produzione.
ECCO COME DIFENDERSI
Purtroppo, nei casi di contraffazione delle etichette e dei marchi, solo i controlli rigorosi della autorità competenti riescono a smascherare la frode. Però il consumatore può molto per individuare olive trattate artificialmente:
1. DIFFIDA SE I FRUTTI HANNO COLORI SGARGIANTI: nel caso delle olive verdi, è meglio insospettirsi se i colori sono troppo accesi e uniformi (specie se tutte le olive della confezione hanno lo stesso colore). Occhio anche al picciolo dell'oliva: se appare di colore verde intenso, il sospetto diventa quasi certezza. Quanto alle olive nere, studi recenti hanno chiarito che, nella maggior parte dei casi, si tratta di frutti verdi colorati con gluconato ferroso (E579) o con lattato ferroso (E585). Queste sostanze non hanno controindicazioni per la salute e sono ammesse come coloranti, ma è giusto che il consumatore ne sia informato.
2. LEGGI BENE LA LISTA DEGLI INGREDIENTI: per capire se le olive hanno subito questo trattamento, devi verificare se ci sono additivi. Quando, invece, compri olive sfuse, puoi chiedere la lista degli ingredienti al negoziante. In alternativa, punta sul biologico: le olive bio, infatti, non possono essere colorate.
giugno 2016
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