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A Verona il primo soccorso si insegna a scuola

A Verona gli studenti vanno a lezione di primo soccorso. Per l’anno scolastico 2024/25, in 4.000 parteciperanno ai progetti didattici volti a diffondere l’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare



Il primo soccorso insegnato tra i banchi di scuola. Succede a Verona, dove le giovani generazioni sono formate a rispondere prontamente alle emergenze sanitarie.

Per l’anno scolastico 2024/25, infatti, gli studenti parteciperanno ai progetti didattici "Diamoci una scossa", "Tieni il tempo" e "Un battito d'ali", volti a diffondere nelle scuole l'insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare e a insegnare ai ragazzi l'uso del defibrillatore.

Saranno coinvolte 160 classi delle scuole primarie e secondarie, oltre a 31 istituti superiori, di Verona e provincia. Saranno acquistati i manichini e altro materiale didattico necessario per le esercitazioni pratiche. Anche quest'anno, per il secondo consecutivo, la Fondazione Famiglia Rana sostiene l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona.

«Ma che gioia sapere che con il nostro contributo Verona è diventata la capitale d'Italia nella diffusione del primo soccorso nelle scuole: alla fine dell'anno scolastico festeggeremo il coinvolgimento di un numero quadruplo di studenti rispetto all'anno scorso!», ha dichiarato Gian Luca Rana, ceo di Pastificio Rana.

«Investire nella formazione dei giovani per me è essenziale, solo così si stimola la crescita personale e professionale, in ogni ambito», continua Rana. «Questa volontà è ancora più rilevante quando si parla di progetti che, fin dall’età scolastica, coltivino e diffondano la cultura della responsabilità sociale, civica, etica, come in questo caso attraverso l’apprendimento delle tecniche di primo soccorso. Per questo motivo sono felicissimo di rinnovare la nostra collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e l’Università degli Studi, affinché sempre più scuole e sempre più studenti possano acquisire competenze che potranno utilizzare non solo nelle loro famiglie e comunità, ma anche nelle future professioni».

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